Attualità
La madre: “Avevo chiesto di controllare il pacco”, bimba morta dopo piatto di gnocchi

Sulla tragica vicenda che ha visto coinvolta una bambina di nove anni, deceduta lo scorso giovedì, sono in corso le indagini dei carabinieri del Nas. L’ipotesi principale è che la giovane abbia subito uno shock anafilattico dopo aver consumato un piatto di gnocchi in un ristorante.
I Fatti
La giovane vittima si trovava in un locale all’interno di un centro commerciale a Torre Spaccata, quando ha iniziato a manifestare sintomi di un grave shock allergico, tra cui un forte rash cutaneo e difficoltà respiratorie. Nonostante l’intervento immediato con Ventolin, adrenalina e le manovre di rianimazione eseguite dal personale sanitario del 118, la piccola è purtroppo deceduta alcune ore più tardi presso il Policlinico Gemelli.
Le Dichiarazioni
La madre della bambina, in preda alla disperazione, ha raccontato di aver chiesto ai cuochi di controllare attentamente il pacco degli gnocchi per assicurarsi che non contenesse allergeni. "Siamo sempre stati attenti, non so cosa sia successo", ha affermato al Corriere della Sera. Il proprietario del ristorante, visibilmente scosso dall’accaduto, ha spiegato che il locale dispone di due cucine separate per gestire al meglio le esigenze dei clienti con intolleranze alimentari.
Le Investigazioni
Attualmente, sono in corso verifiche da parte dei carabinieri del Nas per determinare se siano state rispettate tutte le norme igienico-sanitarie, in particolare le disposizioni riguardanti gli allergeni. Gli investigatori analizzeranno la possibile contaminazione tra diversi tipi di alimenti, dato che la bambina era celiaca e presentava varie allergie, compresa quella al frumento. Inoltre, le cartelle cliniche della giovane saranno sequestrate per ulteriori accertamenti.
Quella mattina, la bambina aveva effettuato alcune visite mediche insieme alla madre, tra cui una spirometria. Dopo i controlli, si erano recate a mangiare presso il ristorante del centro commerciale. Poco dopo il ritorno a casa, la piccola ha cominciato a sentirsi male, purtroppo senza potersi riprendere.
Attualità
Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.
La dinamica dell’incidente
La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.
L’intervento dei passanti
La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.
Condizioni di Patrizia e denuncia
Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.
Attualità
Arresto di un ricercato internazionale a Roma per il traffico di merce contraffatta dalla Cina alla Colombia

I poliziotti hanno intercettato e arrestato a Roma un 35enne ricercato a livello internazionale per un mandato di arresto con estradizione negli Stati Uniti. Il soggetto, di origini colombiane, era parte di una rete di riciclaggio e traffico di droga e ora si trova nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La rete di riciclatori di denaro
Il trentacinquenne ha fatto parte, per dieci anni, di una rete di riciclatori di denaro e trafficanti di droga guidata da cittadini colombiani con sede a Guangzhou, in Cina. Era direttore generale di una compagnia di navigazione internazionale, coinvolta nel traffico di merce contraffatta. Tra agosto e dicembre 2011, le autorità colombiane hanno sequestrato ventidue container contenenti articoli vari, per un valore complessivo di oltre 54 milioni di dollari.
Intercettato grazie a un sistema di allerta
Le forze dell’ordine internazionali erano sulle tracce del ricercato da anni. Gli agenti del Commissariato Viminale lo hanno identificato grazie al sistema alert “alloggiati”, attivato in un hotel di Roma. Durante un controllo, in collaborazione con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno verificato l’esistenza di un mandato di arresto provvisorio emesso nel febbraio 2016 dalle autorità statunitensi per il reato di riciclaggio. Negli Stati Uniti, tali reati possono portare a una condanna fino a vent’anni di reclusione.
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