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La madre: “Avevo chiesto di controllare il pacco”, bimba morta dopo piatto di gnocchi

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La madre: “Avevo chiesto di controllare il pacco”, bimba morta dopo piatto di gnocchi

Sulla tragica vicenda che ha visto coinvolta una bambina di nove anni, deceduta lo scorso giovedì, sono in corso le indagini dei carabinieri del Nas. L’ipotesi principale è che la giovane abbia subito uno shock anafilattico dopo aver consumato un piatto di gnocchi in un ristorante.

I Fatti

La giovane vittima si trovava in un locale all’interno di un centro commerciale a Torre Spaccata, quando ha iniziato a manifestare sintomi di un grave shock allergico, tra cui un forte rash cutaneo e difficoltà respiratorie. Nonostante l’intervento immediato con Ventolin, adrenalina e le manovre di rianimazione eseguite dal personale sanitario del 118, la piccola è purtroppo deceduta alcune ore più tardi presso il Policlinico Gemelli.

Le Dichiarazioni

La madre della bambina, in preda alla disperazione, ha raccontato di aver chiesto ai cuochi di controllare attentamente il pacco degli gnocchi per assicurarsi che non contenesse allergeni. "Siamo sempre stati attenti, non so cosa sia successo", ha affermato al Corriere della Sera. Il proprietario del ristorante, visibilmente scosso dall’accaduto, ha spiegato che il locale dispone di due cucine separate per gestire al meglio le esigenze dei clienti con intolleranze alimentari.

Le Investigazioni

Attualmente, sono in corso verifiche da parte dei carabinieri del Nas per determinare se siano state rispettate tutte le norme igienico-sanitarie, in particolare le disposizioni riguardanti gli allergeni. Gli investigatori analizzeranno la possibile contaminazione tra diversi tipi di alimenti, dato che la bambina era celiaca e presentava varie allergie, compresa quella al frumento. Inoltre, le cartelle cliniche della giovane saranno sequestrate per ulteriori accertamenti.

Quella mattina, la bambina aveva effettuato alcune visite mediche insieme alla madre, tra cui una spirometria. Dopo i controlli, si erano recate a mangiare presso il ristorante del centro commerciale. Poco dopo il ritorno a casa, la piccola ha cominciato a sentirsi male, purtroppo senza potersi riprendere.

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Arrestato il re delle truffe Marco Mouly, la sua storia ha ispirato un documentario Netflix: ecco i retroscena della sua carriera criminale

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Arrestato il re delle truffe Marco Mouly, la sua storia ha ispirato un documentario Netflix: ecco i retroscena della sua carriera criminale

#Roma #Truffa #Netflix Arrestato il re delle truffe Marco Mouly. La sua incredibile storia di inganni e raggiri ha ispirato un documentario su Netflix. La notizia ha scatenato un fiume di commenti online, con molti che si chiedono come sia possibile che un singolo individuo abbia potuto sfuggire alla giustizia per così tanto tempo. Ecco tutti i dettagli.


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Marco Mouly, conosciuto come il re delle truffe, è stato arrestato a Roma. La sua storia, piena di colpi di scena e inganni, ha catturato l’attenzione di Netflix, che ne ha tratto un documentario. È incredibile come un uomo solo abbia potuto orchestrare una serie di truffe così sofisticate da attirare l’interesse di una piattaforma globale. Commento: "Ma come fanno questi geni del crimine a non finire in galera prima?"


L’arresto di Mouly ha sollevato un dibattito acceso sui social media. Molti si chiedono se il sistema giudiziario sia davvero efficace nel combattere la criminalità bianca. La domanda che tutti si pongono è: quanti altri Marco Mouly ci sono là fuori? Commento: "Forse dovremmo iniziare a guardare più documentari su Netflix per capire meglio chi ci circonda."

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Caso di meningite nel carcere di Regina Coeli: detenuto in coma allo Spallanzani, scoppia il caos sanitario

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Caso di meningite nel carcere di Regina Coeli: detenuto in coma allo Spallanzani, scoppia il caos sanitario

Caso di meningite nel carcere di Regina Coeli: un detenuto è in coma allo Spallanzani 🚨 #Meningite #ReginaCoeli #SalutePubblica

Un detenuto del carcere di Regina Coeli a Roma è stato colpito da meningite e si trova attualmente in coma presso l’ospedale Spallanzani. La notizia ha sollevato preoccupazioni sulla gestione sanitaria all’interno delle strutture carcerarie, con molti che si chiedono se le misure preventive siano adeguate. Il detenuto è in coma allo Spallanzani e le autorità stanno cercando di contenerne la diffusione. Commento: Perché ci vuole sempre un’emergenza per farci svegliare?

Le autorità sanitarie stanno monitorando la situazione per evitare ulteriori contagi, ma la vicenda ha già scatenato un dibattito acceso sui social media riguardo alla qualità delle cure mediche riservate ai detenuti. Il detenuto è in coma allo Spallanzani e la tensione è alta, sia tra i detenuti che tra il personale penitenziario. Commento: Quando la salute pubblica si scontra con la giustizia penale, chi ci rimette?

Prevenzione e Misure di Contenimento

Le misure di contenimento includono la somministrazione di profilassi antibiotica a chi è entrato in contatto con il detenuto malato. Tuttavia, la situazione ha sollevato critiche sulla lentezza e l’efficacia delle risposte istituzionali. Il detenuto è in coma allo Spallanzani, e mentre si cerca di gestire l’emergenza, la società si interroga su come si possa migliorare la prevenzione in ambienti così chiusi. Commento: Prevenzione o reazione? Ecco il vero dilemma.

L’immagine del detenuto in condizioni critiche ha fatto il giro del web, aumentando la pressione sulle autorità per una risposta rapida e trasparente. La vicenda, oltre a sollevare questioni di salute pubblica, mette in luce le condizioni di vita all’interno delle carceri italiane, spesso al centro di polemiche per la loro gestione.

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