Cronaca
La spesa media delle famiglie sale a Natale. Tutti i rincari, dalla frutta al caffè. Si arriva a spendere fino a 14 euro per un panettone

Poco caffè, limitare i dolci al cioccolato e non eccedere con l’utilizzo dell’olio. No, non è una dieta consigliata per perdere peso o tenere d’occhio la pressione arteriosa. Ma semplicemente un modo per evitare i rincari più consistenti nel carrello della spesa, specie in vista del Natale, con pranzi e cenoni connessi. Se l’inflazione, nell’ultimo anno, non ha raggiunto le vette del 2022 e della prima metà del 2023, i prezzi al consumo a Roma sono comunque cresciuti a ritmo sostenuto soprattutto per alcuni prodotti, con un incremento medio del 2,9 per cento per quanto riguarda alimentari e bevande analcoliche (rispetto all’1,5 per cento totale di tutti i beni e servizi monitorati). A scattare la fotografia della situazione è l’ultima rilevazione dell’indice comunale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), con le elaborazioni dell’ufficio Statistica del dipartimento Trasformazione digitale del Campidoglio sulla base dei dati Istat.
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IL TREND
Tra i prodotti alimentari spicca l’incremento dei prezzi di caffè, tè e cacao, con un incremento annuo del 12 per cento, seguito da quello di oli e grassi (più 11,5 per cento). In crescita anche i prezzi medi di vegetali (più 7,1 per cento), frutta (più 3,5), carni (più 1,7), acque minerali, bevande analcoliche e succhi di frutta (più 1,6), pane e cereali (più 1,2), zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (più 1), latte, formaggi e uova (più 0,1). Trend in ascesa anche per il settore bevande alcoliche e tabacchi (più 2,6 per cento) e per ristoranti, bar e altri pubblici esercizi (più 3,1). Per il pranzo o il cenone di Natale secondo un’indagine di Facile.it il budget medio sarà di 83 euro, per una spesa complessiva stimata di oltre 3,5 miliardi di euro. «I rincari maggiori riguardano i prezzi dei beni di prima necessità, come pasta, olio, riso, farina e pane, con incrementi che vanno fino all’84 per cento rispetto al 2014», si legge nel report.
I DOLCI
Caso a parte quello dei tradizionali dolci natalizi, colpiti soprattutto dall’impennata mondiale delle quotazioni del cacao. Nel dettaglio, i prezzi di panettoni e pandori industriali – un mercato che in Italia vale circa 700 milioni di euro l’anno – sono aumentati mediamente del 4 per cento rispetto allo scorso anno, secondo un’indagine del Codacons: adesso nelle principali catene di supermercati il costo oscilla tra i 5 e i 7 euro, con punte che arrivano a 14 euro per le varianti di alta gamma. Occorre considerare, inoltre, che nel precedente biennio i rincari, anche per effetto del caro-energia, erano già stati particolarmente consistenti. Ben più elevati i prezzi per i panettoni artigianali, che vanno dai 30 ai 35 euro, ma arrivano anche a 60 euro se firmati da chef famosi. Situazione peggiore per i dolci al cioccolato: se per le varianti di pandoro e panettone – glassati, con creme al cacao o altro – gli aumenti sono mediamente del 12,5 per cento, a registrare la variazione più significativa tocca ai torroni, con i prezzi delle principali marche in crescita del 30 per cento, con punte fino al 53 per cento.
GLI ADDOBBI
Per le feste i rincari riguardano anche le decorazioni a tema. Nel 2023, la spesa media per decorare un albero di Natale tradizionale – considerando albero, luci e addobbi – era stimata intorno ai 233,33 euro. Quest’anno la cifra è salita a circa 270 euro per un albero simile, con un incremento di circa il 16 per cento, ovvero 37 euro in più rispetto a dodici mesi fa.
Cronaca
Sapienza, occupato il tetto di Villa Mirafiori. No ai tagli, vogliamo la magistrale

Gli universitari della Sapienza hanno occupato il tetto di Villa Mirafiori per protestare contro i tagli ai corsi di laurea magistrale. "Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale" recita lo striscione. La colpa? Fondi Pnrr sprecati e politica di austerity. #Sapienza #Protesta #Università
Gli Studenti Scalano i Tetti
Gli universitari della Sapienza occupano il tetto della sede di Villa Mirafiori. «Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale», si legge sullo striscione che scende giù dalla facoltà di Filosofia del primo ateneo romano, che si trova nell’edificio al Nomentano.
Il motivo? «Qui da settimane – spiegano gli universitari di Cambiare Rotta – gli studenti si organizzano e sono scesi in piazza nel grande sciopero del 4 aprile, contro i tagli in corso all’università e il futuro di precarietà che ci viene riservato.
In particolare le lauree magistrali dei corsi di Filosofia e intelligenza artificiale e di Scienze matematiche per l’intelligenza rischiano di non essere avviate, lasciando gli studenti che hanno frequentato tre anni di triennale senza una prospettiva per il futuro».
Fondi Sprechi e Tagli all’Università
Ma qual è la ragione? «È per colpa dell’esaurimento dei fondi Pnrr, finiti in sprechi e regali a università, aziende e studentati privati, e usati per finanziare corsi che ora saranno interrotti senza soluzioni per chi ha scelto di frequentarli. Ma è anche a causa di una politica di tagli all’università che abbiamo contestato alla Ministra Bernini, e che la rettrice Sapienza Antonella Polimeni si appresta ad eseguire alla Sapienza».
Gli studenti non si fermano qui. Chiedono un incontro alla rettrice Polimeni per dopodomani, 16 aprile, perché «I soldi ci sono – aggiungono quelli di Cambiare Rotta – vengono spesi in progetti come il Technopole, progetti in collaborazione con le industrie militari; vengono spesi, in tutta l’Unione Europea, per il riarmo invece che per la formazione e per il nostro futuro! Mercoledì saremo al rettorato per contestare la responsabilità della rettrice, a cui abbiamo già inviato una lettera per chiedere un incontro immediato».
Cronaca
Villa Ada, il presidio degli ambientalisti contro il passaggio carrabile dai Parioli

In via San Filippo Martire ai Parioli, un gruppo di associazioni ambientaliste si è radunato per protestare contro la decisione del Comune di aprire un ingresso carrabile a Villa Ada, minacciando la biodiversità di uno dei luoghi più selvaggi di Roma. #VillaAda #Ambiente #Protesta
La "breccia di Villa Ada" sotto accusa
"Nessuna strada nei boschi di Villa Ada". I rappresentanti di un plotone di associazioni ambientaliste, dall’Osservatorio Sheerwood a Carteinregola, dal Wwf agli Amici di Villa Ada, tutti schierati oggi in via San Filippo Martire ai Parioli, dove dopo più di un secolo il Comune ha deciso di aprire un ingresso ufficiale al posto di quella storica "breccia di Villa Ada" , da cui da sempre gli abitanti del quartiere entrano nel parco, da quando nel 1921 un giardiniere, Filippo anche lui, per amore di una dama della villa aveva creato segretamente questa apertura per incontrarla di nascosto.
Un sentiero di incontri clandestini e storie d’amore, perfetto anche per chi cercava un ingresso alternativo e una passeggiata romantica nella storia romana.
Ma a far scatenare la polemica è il progetto dell’assessorato all’Ambiente di aprire oltre a un ingresso pedonale, anche uno carrabile. E così ecco la ragione di un vero e proprio presidio.
"Associazioni e Comitati" hanno detto "chiedono che in via di San Filippo Martire sia unicamente regolarizzato e sistemato un passaggio pedonale, perché attualmente c’è una scomoda ‘breccia’ , esprimendo invece assoluta contrarietà alla realizzazione di un varco carrabile che prefigurerebbe lo stravolgimento di una delle zone più delicate e più ricche di biodiversità e wilderness di tutta Villa Ada".
"La Sovrintendenza Capitolina" affermano gli ambientalisti "ha dato parere favorevole all’intervento, ma con la prescrizione che sia realizzato solo un ‘varco a utilizzo pedonale’ mentre il progetto prevede un cancello carrabile più due accessi laterali pedonali. La prescrizione della Sovrintendenza Capitolina sembra dunque essere stata ignorata nelle conclusioni della Conferenza dei Servizi.
E ancora: "Nel parere della Soprintendenza speciale archeologia si prescrive, tra l’altro, che ‘le opere necessarie non dovranno recare danno all’apparato radicale delle essenze arboree presenti nell’area d’intervento’ , cosa praticamente impossibile considerata l’esistenza di una fitta zona boschiva subito al di là del muro perimetrale del parco". Da qui l’appello a rivedere il progetto già appaltato per un importo di 88 mila euro.
Non solo: "Il non rispetto delle prescrizioni dovrebbe diventare oggetto di un esposto alla magistratura. E nei prossimi giorni sarà lanciata infine una petizione popolare con raccolta di firme per fermare questa grave minaccia per il parco".
Si muove anche la politica. "Villa Ada è una delle ultime foreste urbane d’Europa, un’area unica da un punto di vista naturalistico e boschivo e dunque, a maggior ragione, da tutelare. Consentire ai mezzi motorizzati di accedervi rappresenterebbe un intervento estremamente invasivo e rischioso sia per la vegetazione che per la fauna selvatica presente" affermano Flavia De Gregorio, Antonio De Santis e Marinella Inguscio, rispettivamente capogruppo e consigliere di Azione in Campidoglio e capogruppo in II Municipio.
Attaccano anche Daniele Diaco, consigliere capitolino M5S e Vicepresidente della Commissione Ambiente, e Elisabetta Gagliassi, capogruppo M5S in II Municipio: "Le strade restino fuori da Villa Ada".
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