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Lancio del sasso e inseguimento: due donne fermano i malintenzionati in un Suv bianco

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Lancio del sasso e inseguimento: due donne fermano i malintenzionati in un Suv bianco

Un tentativo di truffa è stato sventato nei giorni scorsi sulla via Aurelia, all’altezza di Malagrotta, direzione Civitavecchia. Una donna, vittima di un inganno ben noto, è riuscita a riconoscere il raggiro e ha immediatamente contattato le forze dell’ordine. La coppia di malfattori, a bordo di un Suv bianco, stava tentando di mettere in atto la truffa dello specchietto retrovisore, una tecnica frequentemente segnalata nella Capitale.

Il racconto della vittima

La donna ha descritto l’accaduto in un post sui social, dichiarando: «Vi volevo informare che stasera, alle 20.50 circa, un’Audi Bianca Q3 (targata Gw) mi ha prima affiancata (io ero sulla corsia di destra – poi si è posizionata davanti a me e teneva un’andatura molto lenta)». Ha proseguito spiegando che l’auto viaggiava tra i 40 e i 50 km/h e spesso frenava. «Fino all’uscita di Castel di Guido/Testa di Lepre dopo aver messo la freccia facendomi credere volesse girare», ha aggiunto. Quando ha tentato di sorpassare i malfattori, questi hanno messo in atto il loro piano.

«Nel momento in cui provo a superarlo – prosegue ancora il racconto – mi lancia un sasso sulla mia macchina e inizia a seguirmi suonando il clacson, lampeggiando facendo segno di fermarmi». Nonostante la situazione, la donna ha mantenuto la calma e ha subito avvisato i carabinieri. «Hanno mandato una pattuglia e mi hanno detto di aver fatto a non fermarmi perchè era un chiaro tentativo di furto/rapina».

Un episodio simile

Qualche giorno prima, un incidente simile era stato segnalato lungo la stessa strada. Un’altra conducente ha raccontato di essere stata avvicinata da un’auto identica, descritta come un Suv Audi bianco, mentre si trovava all’altezza di un negozio di giocattoli. Anche in questo caso, i truffatori hanno cercato di metterla nelle condizioni di fermarsi, ma la donna ha prontamente contattato il numero unico di emergenza, costringendo così i malfattori a darsi alla fuga.

Le autorità invitano i cittadini a restare vigili e a segnalare tempestivamente simili episodi per prevenire ulteriori raggiri.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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