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Cronaca

L’annuncio del ministro della cultura Alessandro Giuli

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L’annuncio del ministro della cultura Alessandro Giuli

La città di Subiaco è stata proclamata ‘Capitale italiana del libro 2025’ dal Ministro della cultura Alessandro Giuli, in seguito alla decisione della giuria presieduta da Gian Arturo Ferrari. Questo importante riconoscimento ha suscitato grande soddisfazione tra gli abitanti della storica cittadina, che riceverà un contributo di 500 mila euro. Subiaco, simbolo della Valle dell’Aniene a nord-est di Roma, è nota per la presenza dei Monasteri Benedettini, candidati Unesco e culla della Stampa Italiana.

Il riconoscimento

Il Monastero Benedettino di Santa Scolastica è il luogo in cui due chierici tedeschi impiantarono una tipografia nel 1465, stampando il primo libro a caratteri mobili in Italia. «Il progetto presentato da Subiaco», afferma la giuria, «offre un ventaglio accurato di proposte tutte volte alla valorizzazione e alla diffusione del progetto libro, partendo dal rilancio e dal restauro del grande patrimonio bibliotecario custodito nel suo territorio».

La commissione sublacense ha proposto una serie di eventi volti a valorizzare il patrimonio culturale della città, sfruttando anche moderne tecnologie. «Prossimamente – dichiara il sindaco di Subiaco, Domenico Petrini – presenteremo le nostre iniziative in una conferenza stampa al Ministero della Cultura che seguirà tutte le nostre attività». Tra gli eventi di rilievo per il 2025 si prevede la riproduzione, con tecnologie avanzate, di quanto avvenne nel 1465 nella tipografia fondata dai due chierici tedeschi, allievi di Gutenberg. «Unendo passato e presente», prosegue la giuria, «si potrà assistere alla realizzazione del primo libro stampato in Italia, proprio a Subiaco, nel 1465, di cui si è perso l’originale, permettendo di ricostruire materialmente la prima tipografia a caratteri mobili italiana».

Oggi, dove sorgeva quella tipografia, si trova una biblioteca nazionale gestita dai monaci benedettini, la quale ospita ben 100.000 volumi, 3.780 pergamene, 15.000 documenti cartacei dal 1500 in poi, oltre a 440 codici manoscritti e 213 incunaboli, tra cui un Lattanzio e due ‘De Civitate Dei’. «Siamo estremamente orgogliosi di essere stati scelti come Capitale Italiana del Libro – afferma il sindaco Domenico Petrini – questo titolo è infatti un’opportunità unica per promuovere la nostra cultura e la nostra identità. In effetti, Subiaco e il libro rappresentano un binomio indissolubile. Nella nostra Città è nata quella rivoluzione culturale che rappresenta una delle pagine più preziose del patrimonio identitario nazionale».

L’importanza di Subiaco nella storia della stampa è stata sottolineata anche dallo scrittore Umberto Eco nel 2015, in occasione del 550° anniversario del primo libro stampato in Italia. Eco tenne una ‘Lectio Magistralis’ dedicata al ‘De Oratore’ di Cicerone nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, ricordando come l’ispirazione del suo celebre romanzo ‘Il nome della Rosa’ sia derivata dalla visita alla biblioteca del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco.

Cronaca

Suor Genevieve, l’amica del Papa che bazzica tra giostrai e gay: “Ci pagava le bollette”

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Suor Genevieve, l’amica del Papa che bazzica tra giostrai e gay: “Ci pagava le bollette”

IncredibileViaggioDiFede: Una suora di 83 anni cammina per chilometri con uno zaino, vivendo in roulotte da 50 anni tra comunità LGBTQ+ e giostrai – scopri la sua storia straordinaria! 🏞️🙏

La Vita Straordinaria di una Religiosa Itinerante

Immaginate una donna di 83 anni che ha scelto di vivere in una semplice roulotte per oltre mezzo secolo, immersa nelle comunità LGBTQ+ e tra i giostrai del litorale romano. Questa “piccola sorella di Gesù” ha dedicato la sua esistenza a un cammino di solidarietà e vicinanza, attirando l’attenzione per il suo stile di vita unico e ispiratore. Non è solo una storia di fede, ma un’avventura che sfida le convenzioni e risveglia la curiosità su come si possa trovare pace in un’esistenza nomade.

Il Viaggio Inatteso verso San Pietro

Con uno zaino in spalla, questa instancabile religiosa ha affrontato un percorso da Ostia fino a San Pietro, motivata dal desiderio di stare vicina al Papa Francesco. Che cosa l’ha spinta a intraprendere un simile cammino a un’età così avanzata? È un gesto che evoca meraviglia e domande: è forse un simbolo di devozione pura o un richiamo a valori dimenticati? La sua presenza tra le folle vaticane ha già catturato l’immaginazione di molti, lasciando tutti a chiedersi quali segreti nasconda una vita così dedicata.

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Cronaca

Le mie corrispondenze con il Papa per sostenere gli “scartati”

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Le mie corrispondenze con il Papa per sostenere gli “scartati”

PapaFrancesco e il prete rivoluzionario: una storia di fede, inclusione e miracoli inaspettati che ti lascerà a bocca aperta! #Solidarietà #LGBTQ #Misericordia

MANI TESE

Immagina di uscire da una chiesa al mattino e trovarti di fronte a una fila infinita di 300 persone, tutte in silenzio, con le mani tese in un grido silenzioso di fame e disperazione. È successo a don Andrea Conocchia durante i primi giorni del lockdown in Italia, quando la pandemia aveva congelato tutto. In quel momento, il mondo di questo prete è cambiato per sempre. A Torvaianica, a pochi passi da Roma, ha iniziato a distribuire cibo e aiuto a centinaia di persone di ogni nazionalità, orientamento e background, trasformando la sua parrocchia in un rifugio per chi era stato dimenticato. Tra loro, storie strazianti di transgender argentine che hanno trovato in don Andrea non solo un pasto, ma una vera speranza. Come ha fatto un semplice prete a innescare una catena di eventi che ha coinvolto addirittura il Papa?

GLI INCONTRI

E se ti dicessimo che don Andrea è riuscito a far incontrare il Pontefice con persone emarginate, creando momenti che sembrano usciti da un film? Attraverso l’aiuto di suor Genevieve Jeanningros, amica fidata di Papa Francesco, ha organizzato udienze del mercoledì dove transgender, omosessuali e altri “scartati” hanno condiviso le loro storie con il leader della Chiesa. Immagina la scena: un ragazzo gay che confessa al Papa di essere stato rifiutato, e Francesco che risponde con un gesto di misericordia assoluta. O due uomini sposati civilmente che ricevono parole di incoraggiamento direttamente dal Pontefice. Don Andrea, commosso da questi incontri, ha continuato la sua missione, creando persino uno sportello d’ascolto per offrire supporto psicologico e sanitario. Sarà questa la rivoluzione che tutti aspettavamo? Una fede che abbraccia davvero tutti, senza eccezioni?

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