Cronaca
L’inquilina abusiva è stata fermata. «Perché i vicini non hanno notato nulla?»
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Un appartamento situato tra Casal Bertone e il Tiburtino, a Roma, è stato occupato abusivamente durante l’assenza della proprietaria, una donna di 78 anni al momento ricoverata in ospedale per accertamenti medici. La situazione è stata scoperta quando i vicini, insospettiti dai rumori provenienti dall’abitazione, hanno allertato i carabinieri.
LA SEGNALAZIONE
Al rientro nell’appartamento, i carabinieri, accompagnati dalla figlia dell’anziana proprietaria, hanno trovato gli effetti personali della donna già pronti per essere rimossi. La figlia, sconvolta, ha espresso incredulità per l’accaduto, rendendosi conto della mancanza di segnali da parte dei vicini fino a quel momento. Gli agenti hanno identificato l’occupante abusiva come una giovane romana di 25 anni, incensurata, che ha dichiarato di essere incinta, rifiutando però il successivo controllo medico.
LE INDAGINI
Le indagini hanno portato alla luce il sospetto che la giovane non fosse sola, ipotizzando la presenza di un complice al momento dell’occupazione. Gli investigatori stanno cercando di comprendere chi potrebbe aver fornito dettagli sull’appartamento vuoto e se la 25enne sia parte di un sistema più complesso di occupazioni abusive. La comunità dei residenti, interrogata dalle autorità, ha riferito di non aver notato nulla di sospetto fino al giorno della scoperta.
L’ironia vuole che l’allerta sia scattata proprio a seguito della notifica del cambio di intestazione delle utenze domestiche ricevuta dalla figlia, che ha intensificato l’attenzione dei vicini dinanzi ai rumori insoliti provenienti dalla casa. La questione resta aperta con molti elementi ancora da chiarire, mentre gli indagati continuano a ricostruire i dettagli del caso, tentando di identificare eventuali complici e motivi nascosti dietro l’azione.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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