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Cronaca

Possibili ospiti al concerto del 31: Mahmood e Mara Sattei dichiarano di no al Circo Massimo

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Possibili ospiti al concerto del 31: Mahmood e Mara Sattei dichiarano di no al Circo Massimo

Non sarà solo. Tony Effe annuncia sui social che il concerto del 31 dicembre al Palazzo dello Sport all’Eur sarà una festa e coinvolgerà altri artisti. Tra i possibili ospiti, secondo l’Adnkronos, ci sarebbero Mahmood e Mara Sattei, i due artisti che avrebbero dovuto esibirsi il 31 dicembre con il rapper al Circo Massimo e che si sono poi sfilati dall’evento dopo lo stop del Comune alla partecipazione di Tony Effe.

L’evento al Circo Massimo a rischio

A cinque giorni dallo stop del Campidoglio a Tony Effe, il palco del Circo Massimo è ancora vuoto. Non è stato trovato un sostituto per intrattenere il pubblico del Capodanno a Roma, e il Comune sta valutando diverse opzioni, tra cui un ospite straniero, un dj set o, in ultima istanza, l’annullamento del concerto.

Il sindaco Roberto Gualtieri ha confermato la decisione di escludere Tony Effe, basata su una lettera ricevuta da donne che gestiscono i centri antiviolenza comunali, che hanno espresso preoccupazione per il linguaggio violento e sessista del trapper. «Abbiamo difficoltà a fare il nostro lavoro contro il linguaggio violento e sessista – hanno scritto al sindaco – se poi con i soldi pubblici il Campidoglio fa cantare esattamente le cose che noi diciamo essere sbagliate». Gualtieri ha riconosciuto l’errore e ha affermato: «non voglio mettere in difficoltà le persone che sul campo lavorano contro la violenza sulle donne».

Tale decisione ha riscontrato consenso anche da politici di opposta fazione, come Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, che ha dichiarato: «Solo i cretini non cambiano idea. […] perchè le parole offensive e volgari di quel cantante non meritano di essere pagate con i soldi di tutti i romani». Nonostante ciò, Tony Effe mantiene il suo biglietto per il Festival di Sanremo e ha programmato un contro-concerto di Capodanno al Palaeur, dove ha dichiarato: «I biglietti stanno volando, mi raccomando ragazzi affrettatevi che è arrivato l’arrotino».

Intanto, il Campidoglio ha ribattuto alle accuse di censura, ribadendo la volontà di garantire libertà di espressione, ma ha specificato: «preferiamo avere un altro tipo di contenuti» per il concerto pubblico.

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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