Cronaca
Raffica di furti nei negozi a Roma, coinvolti anche ladri provenienti dal Bolognese
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Dal Centro alla periferia, l’emergenza dei furti commerciali continua a preoccupare. Negli ultimi giorni, diverse attività, tra cui supermercati, bar e ristoranti, sono state colpite da bande di ladri, causando danni significativi e rubando gli incassi.
GLI EPISODI
Due furti si sono verificati nella notte tra sabato e domenica, poco dopo le 4, entrambi in pieno Centro. I malviventi hanno preso di mira “Dal Bolognese”, storico ristorante affacciato su piazza del Popolo, e “Il Caffè del Corso”, un bar in via omonima. Il titolare del ristorante ha dato l’allarme dopo aver scoperto l’intrusione, ma i carabinieri, giunti sul posto, non hanno trovato traccia dei ladri. A terra sono stati rinvenuti solo i vetri della vetrina rotta per accedere al locale, da cui sono stati rubati contanti stimati in diverse centinaia di euro. L’attività ha, tuttavia, continuato a operare regolarmente durante il weekend. Le forze dell’ordine stanno ora analizzando le immagini di videosorveglianza per indagare se si tratti di un singolo ladro o di una banda organizzata.
Situazione analoga per “Il Caffè del Corso”, dove il proprietario ha trovato vetri rotti e la cassa aperta al suo arrivo. Anche in questo caso sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti tra i due furti.
LA BANDA DEL FURGONE
Nei quartieri come Centocelle, i colpi risultano più organizzati. Diversi negozi sono stati svaligiati da una banda che ha sfondato le vetrine con un furgone. L’ultimo furto risale al 26 dicembre, quando i ladri hanno colpito un negozio di abbigliamento in via dei Castani, portando via un ingente bottino di capi costosi. Le telecamere di sicurezza del negozio hanno ripreso tutto e le forze dell’ordine stanno ora indagando.
IL MARKET
Due tunisini di 20 e 30 anni sono stati fermati dalla polizia dopo un tentativo di furto nel supermercato Gros di via Tiburtina. I malviventi sono entrati minacciando clienti e personale e sembrano aver tentato di svaligiare le casse, ma sono stati bloccati dal direttore del negozio, che ha subito violenze.
Le forze dell’ordine continuano a monitorare la situazione e ad indagare su questi reiterati episodi di furto che alimentano il crescente allarme nella comunità.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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