Attualità
Scuole occupate, Valditara dichiara: “Teppisti tra gli studenti”. La replica di Virgilio: “I danni erano già presenti”

Il dibattito sulle occupazioni nell’istruzione continua a infiammarsi, con il ministro Valditara che ha affermato: “Non è lotta politica, è teppismo”, commentando le recenti occupazioni scolastiche. In risposta, il collettivo studentesco del Virgilio ha sottolineato: “Bene che si aggiustino i danni, ma erano presenti già prima dell’occupazione”.
Le polemiche al liceo Virgilio
Nonostante la conclusione dell’occupazione, le polemiche persistono al liceo Virgilio. Il clima di repressione instillato dalla preside continua a sollevare preoccupazioni, con sanzioni disciplinari che si preannunciano più severe rispetto agli anni passati. Gli studenti temono che questa atteggiamento serva a dissuadere future mobilitazioni e proteste.
Le dichiarazioni del ministro e la risposta degli studenti
Il ministro Valditara ha messo in evidenza le conseguenze delle occupazioni, affermando: “Ridurre in queste condizioni una scuola non è lotta politica, è teppismo, a danno degli studenti e dei cittadini. Chi rompe deve pagare”. A stretto giro, il Collettivo Virgilio ha contestato questa narrativa, affermando che molti dei danni segnalati erano preesistenti all’occupazione e che la situazione attuale non corrisponde a quanto descritto dalle autorità.
Condizioni della scuola e gestione dei danni
In una nota diffusa, gli studenti hanno comunicato che la dirigenza sta effettuando delle “visite guidate” per documentare i danni. “Sebbene sia sporca in alcune parti, le condizioni del plesso non rispecchiano la narrazione tragica che ne è stata data fino ad ora”, sostengono. Inoltre, spiegano che i danni all’allarme antincendio erano noti, essendo da tempo non funzionante, e che diversi disagi emersi nei bagni richiederebbero l’intervento di ditte specializzate.
Nel frattempo, i docenti hanno informato gli studenti che le lezioni si svolgeranno online e il rientro in aula non avverrà prima di mercoledì prossimo, richiamando l’attenzione sulle condizioni della scuola e sul fatto che la responsabilità dei danni non dovrebbe essere associata all’occupazione.
Attualità
Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca
A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.
Situazione Igienica Allarmante
Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.
Reazione dei Cittadini
I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.
Intervento delle Autorità
Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.
Attualità
Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione
Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.
La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.
La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.
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