Cronaca
Tony Effe al concerto di Capodanno: l’invito a rinunciare per i testi sessisti e l’incognita Sanremo
Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno di Roma. È questa la decisione presa dal Campidoglio per affrontare la polemica emersa attorno alla partecipazione del rapper romano, noto per i suoi testi considerati sessisti e misogini. L’artista, che avrebbe dovuto esibirsi il 31 dicembre al Circo Massimo insieme a Mahmood e Mara Sattei, è stato invitato dal Comune di Roma a rinunciare alla sua esibizione. Il Comune ha sottolineato che l’evento “non deve essere un’occasione divisiva per la città”. Il rapper, di nome Nicolò Rapisarda, ha risposto a queste polemiche affermando, tramite una storia su Instagram: «rispetto e amo tutte le donne e mi dispiace che qualcuno ancora pensi il contrario», mentre ribadiva: «Roma, ci vediamo a Capodanno».
Le Reazioni
A sollevare le contestazioni è stata la politica, con critiche bipartisan, e le associazioni femministe, a cominciare da Differenza Donna, che hanno chiesto al Campidoglio di escludere il rapper dall’evento. I testi di canzoni come “Sesso e samba” e “Taxi sulla luna”, oltre a brani controversi come “Boss” e “Dopo le 4”, hanno attirato l’attenzione e la critica. Le polemiche si erano già intensificate nei giorni scorsi all’indomani dell’annuncio del cast da parte del sindaco di Roma, e il dissing con Fedez dello scorso settembre ha ulteriormente alimentato i dibattiti sui social, aprendo la strada a future dispute durante il Festival di Sanremo.
Il Contesto Musicale
La partecipazione di Tony Effe al Festival di Sanremo, previsto dall’11 al 15 febbraio, è anticipata da forti polemiche. Con un cast di 30 artisti, di cui 12 legati al mondo del rap, ci si aspetta che emergano ulteriori discussioni. Critiche sono state sollevate anche da rappresentanti di Azione e Fratelli d’Italia, evidenziando la correlazione tra i testi del rapper e la normalizzazione di comportamenti violenti nei confronti delle donne. La ricerca di un sostituto per Tony Effe si annuncia complicata, poiché il rap continua a dominare il panorama musicale italiano e si teme che altri artisti emergenti possano avere alle spalle similari controversie.