Cronaca
Torna la figura dell’addetto agli ingressi, così i costi del business crescono.
Negli ultimi tempi, la presenza nelle strade del centro storico, e non solo, di individui dediti ai check-in presso b&b e affittacamere sembra essersi ridotta notevolmente. Si tratta spesso di immigrati, pagati tra i 10 e i 15 euro l’ora, prevalentemente con compensi non dichiarati, per effettuare il check-in “in presenza” degli ospiti, consegnando le chiavi e raccogliendo documenti da inviare ai gestori per la registrazione sul portale della polizia di Stato. Tuttavia, questo ruolo professionale potrebbe riemergere a seguito della recente limitazione sull’uso delle keybox.
Le soluzioni
Secondo le nuove direttive, non sono più consentite modalità di check-in a distanza tramite strumenti telematici o piattaforme social. Nel contesto attuale, chi gestisce tali operazioni spesso si appoggia a personale poco qualificato che lavora “a cottimo” per diversi stabilimenti nella stessa area, con una conseguente crescita dei costi di gestione per chi affitta le stanze sul mercato degli alloggi brevi.
I problemi
La difficile gestione del check-in online, e pertanto delle keybox, potrebbe avere un impatto significativo sui bilanci di queste strutture ricettive. I gestori esprimono dubbi anche sotto il profilo della sicurezza, poiché l’identificazione, pur essendo in linea con le normative per gli alberghi, non garantisce che le persone che soggiornano siano quelle effettivamente registrate. Restano, inoltre, preoccupazioni sulla possibilità di presentare documenti falsi, difficilmente verificabili dai gestori dei b&b.
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