Seguici sui Social

Cronaca

Giustificazioni false per i servizi sociali e divieti di frequentazione con pregiudicati: cosa è accaduto

Pubblicato

il

Giustificazioni false per i servizi sociali e divieti di frequentazione con pregiudicati: cosa è accaduto

Arrestato nella notte Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma. L’ex primo cittadino si trova nel carcere di Rebibbia dopo essere stato raggiunto da un provvedimento di revoca dei servizi sociali che erano stati concessi dal tribunale di Sorveglianza. Alemanno è stato condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi per l’accusa di traffico di influenze illecite in uno dei filoni della maxi inchiesta Mondo di Mezzo. La decisione del tribunale sarebbe legata, in base a quanto si apprende, a trasgressioni nel rispetto della pena alternativa.

Arrestato Alemanno, cosa è successo

Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha emesso nei confronti dell’ex sindaco Gianni Alemanno un provvedimento d’urgenza contestando di non avere rispettato le prescrizioni previste nell’affidamento ai servizi sociali. L’ex ministro, condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi, doveva svolgere attività presso la struttura «Solidarietà e Speranza» che si occupa di famiglie in difficoltà e soggetti vittime di violenze. Tra i divieti previsti anche quello di non lasciare la propria abitazione prima delle 7 del mattino e rincasare entro le 21. Su istanza della difesa, che chiede il ripristino della misura alternativa, dovrà essere ora fissata un’udienza davanti alla Sorveglianza che si svolgerà nelle prossime settimane.

Le accuse

I giudici, in base a quanto si apprende, contestano alcuni episodi di violazione a cui Alemanno avrebbe fornito giustificazione poi risultate false. Il rischio è che Alemanno, che ha iniziato l’attività presso la struttura nel novembre del 2023, si veda revocato il «presofferto» e debba, quindi, scontare per intero la pena passata in giudicato. Tra le prescrizioni previste nell’affidamento ai servizi sociali per l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, c’è anche il divieto di frequentare soggetti pregiudicati così come avviene per tutti gli «affidati».

Cronaca

Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

Pubblicato

il

Corrado Veneziano e le facce di Cristo al Mausoleo di Santa Costanza

Cristo finisce in mezzo ai casini globali: un artista italiano immagina il Salvatore tra le rovine di Gaza, l’inferno ucraino e i barconi del Mediterraneo, mescolando fede e geopolitica in una mostra che fa a pugni con il politically correct. #ArteControversa #CristoNeiGuai #PaceOFake

La Filosofia Dietro la Mostra

L’artista Corrado Veneziano non le manda a dire: in “Yeshu’a – Il volto, i volti di Cristo”, esposta al Mausoleo di Santa Costanza fino al 24 aprile, reimmagina Cristo non come un santino polveroso, ma come un testimone scomodo dei disastri moderni. Parliamo di grida inascoltate in zone di guerra, silenzi colpevoli dei potenti e viaggi disperati che finiscono in tragedia. È come se dicesse: “Ehi, mondo, Cristo è qui, nei posti dove nessuno vuole guardare”.

Le Opere e i Luoghi Caldi

Nel cuore della mostra, venti opere uniscono icone cristiane con mappe del mondo reale, numeri, coordinate e simboli culturali, creando un mix che fa riflettere – o ridere, a seconda di quanto sei cinico. I pezzi forti? Tre tele inedite che piazzano il volto di Cristo dritto nei casini: uno nella Striscia di Gaza e Medio Oriente, un altro nell’Europa orientale tra Ucraina, Bielorussia e Romania, e un terzo nel Mediterraneo, con un occhio a Lampedusa. Veneziano spiega: “Questi volti si sovrappongono alle mappe, incrociando linee che decidono destini umani, come grida che ti fissano e ti chiedono: ‘E tu che fai?'”. È un richiamo alla pace, ma con un tocco di sarcasmo verso chi predica senza agire.

Simboli e Messaggi Scomodi

Oltre ai volti, l’artista infila simboli classici come l’ulivo, la colomba e una croce fluttuante, ma li usa per puntare il dito su ipocrisie globali. Niente di troppo soft: è arte che evoca risposte, o almeno ci prova, in un mondo dove la pace sembra solo un hashtag. Qui, ogni opera è un pugno allo stomaco, ricordandoti che l’arte non è solo per salotti borghesi.

Continua a leggere

Cronaca

Sta per saltar fuori: Massimo Barberio è parzialmente handicappato.

Pubblicato

il

Sta per saltar fuori: Massimo Barberio è parzialmente handicappato.

Uccide la madre a coltellate, la nasconde in un armadio sigillato col cemento, e ora rischia di tornarsene a casa libero perché “pazzo”? Un vero schiaffo alla giustizia! #Matricidio #GiustiziaFallita #PsicopaticiInLibertà

Il Delitto e la Possibile Libertà

Massimo Barberio, 61 anni, ha confessato di aver accoltellato a morte la madre nel 2023, per poi infilarne il corpo in un sacco e murarlo in un armadio. L’uomo è attualmente in carcere, ma il procuratore Antonio Verdi ha chiesto solo 10 anni di reclusione dopo che un consulente ha rilevato un parziale vizio di mente. Tuttavia, il perito del Tribunale ha sentenziato che Barberio era totalmente incapace di intendere e volere, descrivendolo come non pericoloso per gli altri – solo per se stesso, con una “severa possibilità autolesionistica”. Se i giudici gli danno retta, questo tizio potrebbe schivare la prigione e tornare libero, magari a farsi un caffè.

La Difesa dell’Imputato

L’avvocato Giancarlo Rizzo dipinge Barberio come un povero diavolo in preda a un delirio, un “suicidio metaforico” dove l’uccisione della madre sarebbe solo un modo distorto per ferire se stesso. “Freud parlava del matricidio come del crimine primordiale,” ha commentato il legale, sostenendo che non c’è rischio per la società. Insomma, secondo lui, Barberio è più un caso da divano che da galera – una difesa che fa storcere il naso, ma chissà, magari funziona.

Il Racconto dell’Omicidio

I fatti risalgono al 19 settembre 2023 in un appartamento di Primavalle. Barberio ha ricostruito la scena: era l’alba, la madre preparava il caffè, e lui, in un raptus, l’ha accoltellata da dietro. “L’ho colpita tre volte, le ho chiuso gli occhi,” ha detto. Il movente? Soldi: dicevano che i debiti da 2.000 euro su una pensione da 700 erano insostenibili, e lui non voleva che lei lo sapesse. Poi, per coprire l’odore, ha sigillato il corpo con plastica e cemento. Undici giorni dopo, ha chiamato i carabinieri e li ha aspettati con le valigie pronte, ammettendo: “So di meritare la punizione”. Ora tocca ai giudici decidere se sia davvero così innocuo.

Continua a leggere

ARTICOLI PIU'LETTI DELLA SETTIMANA

La Cronaca di Roma è un blog sito web di notizie nazionali.
Il sito e i suoi contenuti sono rilasciati
sotto Licenza Creative Commons eccetto dove specificato diversamente.

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.

Le immagini video e contenuti sono liberamente tratti dal web,
per chiedere rimozioni o aggiornamenti contattare la redazione

Per contatti info [@] lacronacadiroma.it

Copyright@2018-2025