Il pm Francesco Cascini ha chiesto 148 anni di carcere complessivi per 24 dei 63 inquisiti nell’inchiesta Assedio coordinata dalla DDA di Roma, che lo scorso luglio ha portato a due maxi operazioni tra Roma e Latina. In manette tra gli altrianche Vincenzo Senese, figlio del boss della camorra Michele Senese, recentemente raggiunto da una nuova condanna in carcere, e Antonio Nicoletti, figlio di Enrico Nicoletti considerato il cassiere della Banda della Magliana e figura di spicco della criminalità romana. Le accuse variano da estorsione a usura, porta abusivo di armi da fuoco, e poi reati finanziari come l’intestazione fittizia intestazione di beni, il riciclaggio e l’autoriciclaggio. A tutti è stata contesto di far parte di un’associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa. Secondo gli inquirenti l’inchiesta avrebbe messo in un luce un sistema in essere e in divenire in cui i clan di camorra e ‘ndrangheta si spartivano gli affari e la capacità di riciclaggio nella capitale. Dalle carte emergono i nomi di imprenditori e uomini delle forze dell’ordine, elementi delle organizzazioni criminali ma anche i tentativi di entrare nel business del cinema e altri affari “puliti”. L’inchiesta fotografa in particolare fatti avvenuti tra il 2018 e il 2020, subito prima e subito dopo l’omicidio di Fabrizio.
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La gente con i soldi rimane sulle panchine a Roma: processo della generazione dei figli dei boss.
