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Abbandonati al cimitero dalla madre, la figlia e il fratellino di 4 anni lasciati per strada

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Abbandonati al cimitero dalla madre, la figlia e il fratellino di 4 anni lasciati per strada

Cinque figli hanno denunciato la loro madre per presunti maltrattamenti, costituendosi parte civile nel processo. Le violenze denunciate comprendono episodi di aggressività fisica e psicologica. L’avvocato dei ragazzi ha confermato che la madre è stata riviata a giudizio per maltrattamenti aggravati.

Episodi di Maltrattamento

Uno degli episodi più gravi raccontati dai ragazzi riguarda il figlio di quattro anni, che sarebbe stato abbandonato dalla madre in mezzo alla strada come punizione. La madre, in un altro caso, avrebbe minacciato una delle figlie, portandola al cimitero e promettendole che avrebbe dovuto dormire tra le tombe se non avesse obbedito.

Condizioni Attuali dei Fratelli

I cinque fratelli, attualmente affidati al padre dopo un periodo in una casa famiglia, stanno cercando di riprendere una vita normale. L’avvocato Balzani ha dichiarato: “I ragazzi sono sereni, vanno bene a scuola, cercano di vivere una vita tranquilla come tutti gli altri ragazzi della loro età.”

La Violenza e il Processo

Le violenze avrebbero iniziato a manifestarsi quando la relazione tra i genitori si era deteriorata. Sono riportati diversi episodi, tra cui schiaffi e abbandoni, con la madre che avrebbe anche lanciato un sandalo contro una delle figlie. L’udienza del processo è fissata per gennaio 2026. “Dal processo – conclude l’avvocato Balzani – mi aspetto che si faccia luce su quanto successo e sui danni che hanno subito i cinque figli e il marito dell’imputata”.

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.

Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.

Minacce di morte e aggressioni

L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

Nella notte, è stato affisso uno striscione sul muro del liceo Manara di Roma, contenente la scritta: “Collettivo manariota antifascista? Hai reso la scuola ‘Judenfrei”, accompagnata da una stella di David. I vandali hanno inoltre ostacolato l’apertura dei cancelli della scuola, inserendo della schiuma nelle serrature. I carabinieri sono stati chiamati dalla preside per indagare sull’accaduto e identificare i responsabili.

L’Osa: “Attacco sionista”

L’Opposizione studentesca d’alternativa (Osa) ha descritto l’azione come un “attacco sionista”. In un comunicato, hanno affermato: “Usare stelle di David fatte sui muri per rivendicare questa azione squadrista è un’infamia. Tutta la nostra solidarietà agli studenti del Manara”. L’Osa ha denunciato precedenti minacce e intimidazioni contro gli studenti in solidarietà al popolo palestinese, definendo gli aggressori “veri estremisti e violenti”.

Il ministro Giuli: “Atto inverecondo”

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha commentato la situazione dicendo: “Chiunque utilizzi qualsiasi simbolo per esercitare forme di violenza e sopraffazione compie un atto inverecondo. Nel caso della Stella di Davide, rappresenta una identità profonda e indiscutibilmente lontano da qualsiasi forma di sopraffazione”. Giuli ha sottolineato l’importanza di educare i giovani sulla verità storica e scoraggiare qualsiasi forma di strumentalizzazione.

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