Attualità
Aggredisce la compagna incinta e provoca l’aborto con pugni allo stomaco: “Questo non è figlio mio”
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Un uomo è attualmente a processo per maltrattamenti e procurato aborto dopo aver picchiato la sua compagna incinta. “Sei sicura che questo bambino sia mio?”, le ha urlato prima di aggredirla, provocando l’aborto. Rischia una pena di quattro anni di carcere, come chiesto dal pubblico ministero.
Maltrattamenti e umiliazioni
Secondo la testimonianza della vittima, gli abusi sono iniziati nell’estate del 2023 e sono proseguiti fino a febbraio 2024. La donna subiva costantemente violenze: il compagno la costringeva a indossare abiti coprenti “per non attirare l’attenzione degli uomini”, le aveva rotto il cellulare per impedirle di comunicare con la madre e l’umiliava anche in pubblico.
Pestaggi frequenti e conseguenze
Le aggressioni sono aumentate quando la donna era incinta di tre mesi. In uno dei suoi racconti, ha riferito che dopo uno schiaffo iniziale, il compagno ha continuato a picchiarla con calci e pugni, anche sulla pancia, fino a procurarle un aborto. Successivamente, dopo una nuova gravidanza, la donna ha sporto denuncia, assistita dall’avvocata Flavia Colavita della cooperativa Be Free, e le sue ferite sono state refertate con una prognosi di 30 giorni.
Attualità
Marito e figlia di Luciana Fiocco vengono accompagnati in banca e scomparsa della donna: ricerche con cani e droni
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Preoccupazione crescente per Luciana Fiocco, 50enne scomparsa da Amaseno, in provincia di Frosinone. Le ricerche, avviate dalle forze dell’ordine, sono in corso con l’ausilio di cani e droni per setacciare il territorio.
Luciana è scomparsa nella mattinata di lunedì 17 febbraio. Secondo le ricostruzioni, si trovava in auto con marito e figlia, che sono scesi in banca mentre lei attendeva fuori. Al loro ritorno, però, non l’hanno trovata e il suo telefono risultava spento.
I famigliari hanno sporto denuncia ai carabinieri, ma al momento le indagini proseguono per allontanamento volontario, senza che siano stati resi noti i motivi. È stato lanciato un appello dal Comune di Villa Santo Stefano tramite Facebook: “Chiunque abbia informazioni o l’abbia vista è pregato di contattare immediatamente le autorità competenti”.
L’identikit di Luciana Fiocco
Luciana Fiocco è di Villa Santo Stefano e, al momento della scomparsa, aveva capelli corti legati. Indossava pantaloni verde chiaro, un giubbotto nero e scarpe blu-grigie. Le zone di maggiore interesse per le ricerche sono Amaseno e Villa Santo Stefano, ma non si esclude che possa essersi spostata altrove, utilizzando mezzi pubblici. Chiunque abbia avvistamenti o informazioni su di lei è invitato a contattare le forze dell’ordine al Numero Unico delle Emergenze 112.
Ogni dettaglio può risultare prezioso per il suo ritrovamento.
Attualità
Colleghi al Gemelli vengono aggrediti da un medico: “Vi farò uccidere dalla ‘ndrangheta”
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È avvenuto un grave episodio di violenza al Policlinico Gemelli di Roma, dove un giovane medico di 32 anni ha minacciato e aggredito i colleghi. Il medico, proveniente da Messina, accompagnava un paziente in ambulanza per ricevere cure specialistiche.
La situazione è degenerata dopo un iniziale confronto con i colleghi sul trattamento del paziente. Insoddisfatto delle cure, il medico ha cominciato a proferire violenze verbali e minacce, fino a tentare di aggredire fisicamente i sanitari. In particolare, il 32enne ha vantato rapporti con i clan della ‘ndrangheta, minacciando di far uccidere i presenti. Mentre un medico e un infermiere si sono rinchiusi in una stanza per proteggersi, sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.
Al momento dell’arrivo della polizia, il medico ha tentato di aggredire anche un agente, venendo infine arrestato. Durante il periodo di detenzione, ha continuato a comportarsi in modo aggressivo, insultando gli agenti e danneggiando gli uffici. Secondo quanto riportato, avrebbe detto: “Adesso sono fatti vostri. io sono di Lamezia Terme e conosco i boss della zona. Ora diverrete un loro bersaglio. Vi farò uccidere tutti”.
Di fronte al giudice, ha riconosciuto di aver “esagerato” e ha chiesto scusa, ma l’arresto è stato confermato. Il medico dovrà rispondere di diversi reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
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