Attualità
Aggressione di 5 operatori del Grassi di Ostia da parte del figlio di una paziente: “Non riuscivamo a fermarlo”

Ennesima aggressione al personale sanitario romano, stavolta al pronto soccorso del Grassi di Ostia. Il figlio di una paziente ha picchiato cinque operatori con prognosi di 15 giorni.
Foto di repertorio
Il famigliare di una paziente ha aggredito cinque operatori del pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia a Roma. L’episodio, avvenuto il 15 febbraio, ha coinvolto quattro infermieri e un operatore socio-sanitario, tra cui due donne. L’aggressore è stato denunciato per lesioni e, nonostante l’accaduto, i cinque operatori hanno continuato a lavorare fino alla fine del turno prima di sporgere denuncia in caserma.
Dettagli dell’aggressione
Secondo le prime informazioni, l’uomo si trovava in pronto soccorso per accompagnare sua madre. Dopo che un’infermiera gli ha chiesto di spostarsi, ha reagito violentemente, colpendola con calci e pugni, e si è scagliato anche contro altri quattro operatori intervenuti in suo aiuto. Nonostante l’arrivo della vigilanza e dei carabinieri, l’uomo, descritto come particolarmente robusto e violento, ha provocato ferite ai cinque operatori, che necessitano di un periodo di guarigione di quindici giorni.
Il supporto alle vittime
La Direzione Aziendale della Asl Roma 3 ha dichiarato la propria solidarietà e vicinanza ai cinque operatori aggrediti, promettendo supporto psicologico e legale per affrontare la vicenda e migliorare la sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha commentato: “Queste violenze devono finire, non smetteremo mai di dirlo a gran voce e di fare tutto il possibile per arginare l’odioso e insensato fenomeno”.
Recentemente, si è registrata un’altra aggressione ai danni del personale sanitario, avvenuta al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata, dove un paziente ha sferrato un calcio a un infermiere, provocandogli la rottura del naso.
Attualità
Derby Lazio-Roma: scontri tra tifosi fuori dall’Olimpico, lancio di oggetti contro la polizia

Una serata incandescente a Roma: scontri tra tifosi prima del derby Lazio-Roma. Fuori dall’Olimpico, i supporter si sono fronteggiati con "il lancio di oggetti contro la polizia". Le tensioni si sono infiammate, mostrando ancora una volta come lo sport possa diventare terreno di scontro politico. #Roma #Derby #Scontri #Politica
Durante il tanto atteso derby tra Lazio e Roma, la tensione è esplosa fuori dallo stadio Olimpico. I tifosi delle due squadre, mai realmente amichevoli, hanno trasformato la serata in un campo di battaglia urbano. Il lancio di oggetti contro la polizia ha segnato uno dei momenti più critici della serata, dimostrando come il calcio, in Italia, sia spesso più di un semplice gioco.
Scontri fuori dall’Olimpico
I disordini sono iniziati quando gruppi di tifosi, armati di bottiglie, pietre e altro, hanno deciso di sfidare non solo i rivali sportivi ma anche le forze dell’ordine. La polizia, già pronta per gestire le consuete tensioni di un derby, si è trovata a fronteggiare una situazione di vera e propria guerriglia urbana. Le immagini dei tafferugli hanno rapidamente fatto il giro del web, mostrando un paese dove il calcio è ancora una metafora della divisione sociale e politica.
La risposta delle autorità
Le autorità hanno prontamente risposto con cariche di alleggerimento e l’uso di lacrimogeni per disperdere la folla. Nonostante gli sforzi, la situazione è rimasta tesa per buona parte della serata, con alcuni agenti leggermente feriti e diversi tifosi fermati. La questione solleva inevitabilmente un dibattito sulla gestione della sicurezza durante eventi sportivi di massa e sul ruolo che il calcio gioca nella società italiana.
Sport e Politica: un binomio inevitabile
Il calcio in Italia non è solo un gioco, ma un riflesso delle dinamiche sociali e politiche. Gli scontri di ieri sera non sono solo una questione di rivalità sportiva, ma anche di identità e appartenenza politica. La frase il lancio di oggetti contro la polizia diventa, in questo contesto, un simbolo di una frustrazione più profonda, che va oltre il semplice risultato di una partita.
Le immagini e i video degli scontri, diffusi rapidamente sui social media, hanno mostrato ancora una volta come il calcio possa essere un terreno fertile per tensioni sociali, con i tifosi che spesso portano avanti battaglie che vanno oltre i confini del campo da gioco.
Attualità
Roma, uomo trova ladri in camera da letto: imbraccia il fucile e spara ai malviventi

#Roma #Cronaca #Ladri Un cittadino romano trova dei ladri che rovistano nella sua camera da letto, prende il fucile e spara. L’incredibile vicenda ha scatenato un acceso dibattito sulla legittima difesa. Ecco i dettagli dell’accaduto.
Un cittadino di Roma ha vissuto momenti di puro terrore quando ha sorpreso dei ladri mentre rovistavano nella sua camera da letto. La risposta dell’uomo è stata immediata: ha imbracciato il fucile e sparato contro i malviventi. L’episodio, che ricorda sempre più una scena da film western, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni sulla legittima difesa.
L’incidente è avvenuto in un contesto di crescente insicurezza percepita dai cittadini, che si sentono sempre meno protetti dalle forze dell’ordine. La reazione dell’uomo è stata definita da alcuni come un atto di legittima difesa, mentre altri criticano la violenza della risposta. La questione è stata ulteriormente alimentata da commenti come quello di un vicino che ha dichiarato: "Meglio un ladro morto che un cittadino derubato", commento che, seppur politicamente scorretto, riflette un sentimento diffuso di frustrazione e paura.
Le autorità stanno indagando sull’accaduto per capire se ci siano gli estremi per l’applicazione della legittima difesa o se si sia trattato di un eccesso di difesa. Intanto, il dibattito pubblico continua a infiammare i social, con opinioni che vanno da chi sostiene che "la giustizia deve fare il suo corso" a chi pensa che "la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto".
L’episodio solleva questioni importanti su come la società e le leggi debbano bilanciare il diritto alla sicurezza personale con la prevenzione della giustizia fai-da-te.
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