Attualità
Aggressione di 5 operatori del Grassi di Ostia da parte del figlio di una paziente: “Non riuscivamo a fermarlo”

Ennesima aggressione al personale sanitario romano, stavolta al pronto soccorso del Grassi di Ostia. Il figlio di una paziente ha picchiato cinque operatori con prognosi di 15 giorni.
Foto di repertorio
Il famigliare di una paziente ha aggredito cinque operatori del pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia a Roma. L’episodio, avvenuto il 15 febbraio, ha coinvolto quattro infermieri e un operatore socio-sanitario, tra cui due donne. L’aggressore è stato denunciato per lesioni e, nonostante l’accaduto, i cinque operatori hanno continuato a lavorare fino alla fine del turno prima di sporgere denuncia in caserma.
Dettagli dell’aggressione
Secondo le prime informazioni, l’uomo si trovava in pronto soccorso per accompagnare sua madre. Dopo che un’infermiera gli ha chiesto di spostarsi, ha reagito violentemente, colpendola con calci e pugni, e si è scagliato anche contro altri quattro operatori intervenuti in suo aiuto. Nonostante l’arrivo della vigilanza e dei carabinieri, l’uomo, descritto come particolarmente robusto e violento, ha provocato ferite ai cinque operatori, che necessitano di un periodo di guarigione di quindici giorni.
Il supporto alle vittime
La Direzione Aziendale della Asl Roma 3 ha dichiarato la propria solidarietà e vicinanza ai cinque operatori aggrediti, promettendo supporto psicologico e legale per affrontare la vicenda e migliorare la sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha commentato: “Queste violenze devono finire, non smetteremo mai di dirlo a gran voce e di fare tutto il possibile per arginare l’odioso e insensato fenomeno”.
Recentemente, si è registrata un’altra aggressione ai danni del personale sanitario, avvenuta al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata, dove un paziente ha sferrato un calcio a un infermiere, provocandogli la rottura del naso.
Attualità
Incidente su via Tiburtina: un 33enne muore dopo aver colpito un semaforo, una giovane risulta gravemente ferita.

Un grave incidente si è verificato all’alba di oggi, domenica 23 febbraio, su via Tiburtina, nel quartiere Rebibbia. Verso le 4.00, un’auto diretta verso il Grande Raccordo Anulare ha perso il controllo, schiantandosi contro un semaforo. L’incidente sembra essersi verificato a causa dell’alta velocità.
Un uomo di 33 anni, di nazionalità rumena e conducente della Mazda 6 coinvolta, è deceduto sul colpo. Il personale del 118, giunto sul posto, ha confermato il decesso. Altri due passeggeri, un uomo e una giovane di 28 anni, sono stati trasportati in codice rosso agli ospedali Sandro Pertini e Policlinico Umberto I a causa delle gravi ferite riportate.
Sul luogo dell’incidente, gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale hanno chiuso via Tiburtina all’altezza di via Furio Cicogna per facilitare le operazioni di soccorso.
Reazioni alle stragi stradali
Marco Milani, Segretario Romano del Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), ha commentato l’incidente: “Ennesima vittima sulle strade romane che va ad aggiungersi a quelle che vengono ormai definite stragi del sabato sera. La polizia locale, già carente di importanti risorse deve tornare al suo ruolo intensificando i servizi autovelox ed i rilievi etilometrici.” Ha poi aggiunto: “Solo una vera e propria guerra all’alta velocità e al consumo di sostanze alteranti, maggiori cause della gran parte di morti su strada, può riportare la sicurezza delle strade romane, agli standard delle altre Capitali europee.”
Attualità
L’ultimo messaggio del prof Giovanni Scambia ai giovani medici è di non smettere di meravigliarsi.

Si sono svolte oggi le esequie di Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Gemelli e primario di ginecologia. L’ultimo messaggio del medico, registrato poco prima della sua scomparsa avvenuta il 20 febbraio a causa di un tumore al pancreas, è dedicato ai giovani medici e agli studenti di medicina.
Il video, condiviso da Scambia, esprime il suo desiderio di ispirare le nuove generazioni. “Il nostro viaggio nel passato e nel presente della ginecologia ostetricia del Policlinico Gemelli si conclude qui – spiega Scambia nel video – Faccio un ultimo messaggio, che voglio lasciare ai giovani che dovranno costruire il futuro della nostra scuola e della nostra clinica. Ed è quello di meravigliarsi dei progressi e delle conquiste così come mi meraviglio ancora io oggi di dove siamo arrivati”.
In un personale e toccante augurio, Scambia afferma: “Quando iniziai non avrei mai pensato di poter dire a una donna con un tumore che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino. Eppure oggi è così. Per chi scriverà la nostra storia, il mio augurio è di attraversare ancora tante scoperte e tante vittorie, magari con una squadra meravigliosa come la nostra. Grazie a tutti”.
Giovanni Scambia ha dedicato la sua vita alla medicina e alla formazione, lasciando un’importante eredità come ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e come Direttore Scientifico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, contribuendo significativamente alla ricerca medica e alla crescita della struttura.
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