Attualità
Aggressori riconosciuti con attenuanti dopo il pestaggio a Monti, che ha causato la morte di un musicista
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Carmine D’Alise, Christian Perozzi, Gaetano Brian Bottigliero e Massimiliano Di Perna sono stati condannati a pene da nove a undici anni di carcere per omicidio volontario in relazione alla morte di Alberto Bonanni, un musicista aggredito a Monti il 26 giugno 2011.
Dettagli del caso
Inizialmente accusati di tentato omicidio, i quattro uomini hanno affrontato un nuovo processo dopo la morte di Bonanni, avvenuta tre anni dopo l’aggressione, durante un coma irreversibile. I giudici della Corte di Assise d’Appello hanno ridotto le condanne: Carmine D’Alise, Christian Perozzi e Gaetano Brian Bottigliero a undici anni e otto mesi, mentre Massimiliano Di Perna a nove anni e otto mesi. Tutti e quattro avevano già scontato parte delle loro pene per tentato omicidio.
L’aggressione
L’aggressione a Bonanni è avvenuta mentre tornava a casa con amici, in un contesto di apparente serenità. Di Perna gli avrebbe intimato di allontanarsi, seguito dall’intervento di D’Alise, Perozzi e Bottigliero, che hanno brutalmente picchiato il musicista. Alberto Bonanni, colpito con calci e pugni anche a terra, non si è mai ripreso dall’aggressione.
Dopo diversi interventi chirurgici, nonostante gli sforzi dei familiari, non vi è stata possibilità di recupero, portando alla sua tragica morte dopo tre anni. Questo evento ha avuto un impatto devastante sulla sua famiglia.
Attualità
Barche dall’Albania e pullman di linea fino a Roma trasportavano tonnellate di droga
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L’operazione Tibus ha svelato un complesso sistema di traffico e spaccio di droga in Italia, con connessioni significative tra diversi gruppi criminali. La droga proveniva dall’Albania, raggiungendo le coste pugliesi su barche e successivamente trasportata a Roma con veicoli a intestazione fittizia, inclusi pullman di compagnie private ignare delle attività illecite. “La stazione Tibus, vicino alla Tiburtina, fungeva da centro di smistamento nazionale e internazionale”.
I carabinieri hanno arrestato 147 persone in flagranza di reato per spaccio e detenzione di stupefacenti, sequestrando circa 900 chili di marijuana, 10 chili di hashish e diverse dosi di eroina, oltre a 90mila euro in contanti. Le indagini, avviate nel 2018 e condotte tra il 2019 e il 2021, hanno rivelato un’organizzazione transnazionale, con i nigeriani incaricati di reperire e distribuire la marijuana in Italia e in Europa.
Reclutamento nei centri migranti
I soggetti coinvolti nel traffico erano per lo più giovani incensurati reclutati nei centri di prima accoglienza. In particolare, il centro Sprar di via della Riserva Nuova al Villaggio Prenestino è emerso come un punto di stoccaggio e reclutamento per migranti nigeriani. Gli albanesi, dal canto loro, si occupavano dell’importazione della droga in Italia, compiendo anche estorsioni nei confronti dei clienti nigeriani per ritardi nei pagamenti, con il sospetto che utilizzassero armi da guerra.
Operazione internazionale
Grazie all’operato dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Parioli, coordinati dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga, sono state svolte operazioni in Italia, Spagna e Albania. Queste azioni giuridiche hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, con 27 arresti, di cui 20 in carcere e 7 agli arresti domiciliari.
Attualità
Du botti sono stati sparati da lui: Manuela Petrangeli uccisa con un fucile, no all’abbreviato per Molinaro
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La Corte d’Assise di Roma aprirà il processo il 1° aprile 2024 nei confronti di Gianluca Molinaro, accusato di aver ucciso la sua ex compagna Manuela Petrangeli il 4 luglio 2023. La richiesta di rito abbreviato presentata dalla difesa è stata respinta, e l’uomo rischia l’ergastolo.
I Dettagli del Delitto
Il femminicidio si è verificato in via Orseolo, nei pressi della clinica dove lavorava Petrangeli. Mentre la donna si trovava con un’amica e si dirigeva verso la sua auto, Molinaro, in evidente stato di ebbrezza, è uscito dalla sua vettura armato di un fucile e ha aperto il fuoco. Il delitto è stato pianificato, come dimostrano messaggi inviati a un amico poco prima dell’azione fatale.
Comportamento Precedente e Confessione
Molinaro era noto per il suo comportamento violento e per aver maltrattato precedentemente altre relazioni. Poco prima di compiere l’omicidio, aveva scritto a un amico: ‘oggi forse prendo due piccioni con una fava’. Dopo il delitto, in un altro messaggio aveva affermato: ‘gli ho sparato du botti’. Nonostante il suo gesto, Molinaro non ha mai mostrato segni di pentimento. Dopo l’omicidio, ha contattato la sua ex compagna confessando l’accaduto e seguendo la sua indicazione di costituirsi ai carabinieri.
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