Attualità
Al San Filippo Neri è stato impiantato un ‘orecchio bionico’ di ultima generazione
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All’ospedale San Filippo Neri di Roma è stato effettuato un complesso intervento chirurgico dall’equipe di Otorinolaringoiatria, che ha riguardato l’impianto cocleare multielettrodo di ultima generazione, noto come “orecchio bionico”, e il trattamento di otite medica cronica in un paziente con sordità profonda bilaterale.
L’operazione è stata condotta dal team del dottor Ruscito, primario di Otorinolaringoiatria, insieme a medici e specialisti di alto calibro. L’impianto sarà attivato tra circa 20 giorni; i medici spiegano che il dispositivo permetterà di ripristinare la funzionalità uditiva stimolando elettricamente il nervo acustico dei pazienti che hanno quasi completamente perso la capacità uditiva.
“Una grande soddisfazione per tutti noi, con questo delicatissimo intervento di grande complessità, che unisce professionalità ed alta tecnologia, rendiamo la nostra offerta diagnostica ancora più ampia, un unicum nella nostra Regione a vantaggio di cittadini anche non residenti nel Lazio – sono oltre il 30% dei pazienti da noi sottoposti ad otochirurgia – e questo rende l’ospedale San Filippo Neri e la Azienda ancora più attrattiva, per questo ringrazio il Primario Dott. Ruscito e tutta la sua l’équipe di altissimo livello”, ha dichiarato il Direttore Generale, Giuseppe Quintavalle.
Attualità
Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte
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La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.
Dettagli sulla sera della morte
Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.
Testimonianze e sviluppi delle indagini
La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.
Senza segni di violenza
I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.
Attualità
Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”
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Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.
Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.
Minacce di morte e aggressioni
L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.
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