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Arrestata una coppia di strozzini per aver prestato soldi agli ‘amici’ con tassi d’interesse al 350%

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Arrestata una coppia di strozzini per aver prestato soldi agli ‘amici’ con tassi d’interesse al 350%

Una coppia di usurai romani è stata arrestata dai poliziotti del distretto Fidene Serpentara con l’accusa di concorso in usura ed estorsione. I due, marito e moglie, prestavano soldi a “amici e conoscenti in difficoltà economiche”, imponendo tassi d’interesse del 350% su prestiti che inizialmente sembravano accessibili. Questo ha portato a debiti insostenibili per persone già in difficoltà economica, aggravati da minacce rivolte alla vittime e alle loro famiglie.

Indagini e Scoperte

Le indagini sono iniziate a giugno dopo il ritrovamento di cinque bossoli in un palazzo a Val Melaina, di cui uno inesploso, e la successiva incendio dell’auto dell’usuraia. Gli agenti hanno potuto così collegare i fatti e scoprire il giro di estorsione creato dalla coppia, che generava “una piccola fortuna” grazie alla paura e alla manipolazione.

Casi di Estorsione

Un esempio eclatante riguarda un amico della coppia che, dopo aver chiesto un prestito di 6mila euro, si è visto costretto a restituire 30mila euro sotto minacce costanti. Anche dopo l’estinzione del debito, ha dovuto versare ulteriori 15mila euro per evitare ulteriori ritorsioni. Un’altra vittima ha ricevuto minacce di perdere la propria casa se non avesse saldato i debiti. Le transazioni avvenivano sempre “in contanti o tramite una carta prepagata, in modo da non essere tracciabili”.

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.

Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.

Minacce di morte e aggressioni

L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

Nella notte, è stato affisso uno striscione sul muro del liceo Manara di Roma, contenente la scritta: “Collettivo manariota antifascista? Hai reso la scuola ‘Judenfrei”, accompagnata da una stella di David. I vandali hanno inoltre ostacolato l’apertura dei cancelli della scuola, inserendo della schiuma nelle serrature. I carabinieri sono stati chiamati dalla preside per indagare sull’accaduto e identificare i responsabili.

L’Osa: “Attacco sionista”

L’Opposizione studentesca d’alternativa (Osa) ha descritto l’azione come un “attacco sionista”. In un comunicato, hanno affermato: “Usare stelle di David fatte sui muri per rivendicare questa azione squadrista è un’infamia. Tutta la nostra solidarietà agli studenti del Manara”. L’Osa ha denunciato precedenti minacce e intimidazioni contro gli studenti in solidarietà al popolo palestinese, definendo gli aggressori “veri estremisti e violenti”.

Il ministro Giuli: “Atto inverecondo”

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha commentato la situazione dicendo: “Chiunque utilizzi qualsiasi simbolo per esercitare forme di violenza e sopraffazione compie un atto inverecondo. Nel caso della Stella di Davide, rappresenta una identità profonda e indiscutibilmente lontano da qualsiasi forma di sopraffazione”. Giuli ha sottolineato l’importanza di educare i giovani sulla verità storica e scoraggiare qualsiasi forma di strumentalizzazione.

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