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Centro migranti di Roma utilizzato come base di stoccaggio e reclutamento dei pusher, con la droga che viaggiava sui mezzi pubblici

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Centro migranti di Roma utilizzato come base di stoccaggio e reclutamento dei pusher, con la droga che viaggiava sui mezzi pubblici

Un’operazione dei carabinieri ha rivelato un vasto traffico di droga tra Albania e Roma, con un centro di accoglienza utilizzato come base per lo stoccaggio e il reclutamento di spacciatori. Il blitz, avvenuto mercoledì 19 febbraio, ha portato all’arresto di 27 persone, 20 delle quali sono state condotte in carcere e 7 agli arresti domiciliari, in risposta a un’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica.

Traffico di sostanze stupefacenti

Le persone coinvolte sono gravemente indiziate di ‘associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti’, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione, porto di armi da fuoco e intestazione fittizia di beni. L’operazione ha avuto effetti in Italia, Albania e Spagna.

Utilizzo del Centro Sprar per il reclutamento

Il centro Sprar di via della Riserva Nuova ha fungito da ‘stoccaggio della droga’ proveniente dall’Albania, dove veniva poi smistata in Europa. In particolare, è emerso un reclutamento di spacciatori tra i migranti nigeriani ospiti del centro, in attesa del loro status di rifugiati.

Accertamenti e collaborazioni internazionali

Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Parioli e dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga, hanno rivelato che un gruppo di cittadini albanesi importava marijuana da Valona, con l’assistenza di organizzazioni nigeriane per la distribuzione in Italia e in Europa, anche tramite mezzi pubblici. Arresti sono stati effettuati anche in Albania e Spagna in collaborazione con le autorità locali.

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Incendio in casa sulla Circonvallazione Gianicolense: una donna è deceduta e la figlia è rimasta gravemente intossicata

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Incendio in casa sulla Circonvallazione Gianicolense: una donna è deceduta e la figlia è rimasta gravemente intossicata

Un tragico incendio è avvenuto la scorsa notte sulla Circonvallazione Gianicolense a Roma, provocando la morte di una donna di novant’anni e gravi intossicazioni per sua figlia. L’episodio si è verificato all’interno di un appartamento situato all’ultimo piano di un palazzo intorno alle ore 4:20.

Intervento dei soccorsi

Il personale sanitario è intervenuto con diversi mezzi di soccorso, trasportando la figlia, che era riuscita a uscire dall’edificio, in codice rosso a causa delle intossicazioni da fumo. Purtroppo, la madre è stata trovata priva di vita nella camera da letto. Le cause dell’incendio non sono ancora chiare.

Operazioni dei vigili del fuoco

Dopo la segnalazione, i vigili del fuoco sono intervenuti con diverse squadre, tra cui l’autoscala e il carro autoprotettori, procedendo a spegnere le fiamme che avevano già distrutto l’appartamento. Una volta domato il rogo, l’abitazione è stata posta sotto sequestro per facilitare le indagini delle forze dell’ordine, che hanno già inviato un’informativa in Procura.

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“Morte di Camilla Sanvoisin, una vicina riferisce che nessuno ha soccorso durante le ore in cui stava male prima di prendere la droga”

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“Morte di Camilla Sanvoisin, una vicina riferisce che nessuno ha soccorso durante le ore in cui stava male prima di prendere la droga”

La tragica morte di Camilla Sanvoisin, una venticinquenne trovata senza vita a Roma, solleva interrogativi e preoccupazioni sulle circostanze della sua scomparsa. La proprietaria del consorzio in cui Camilla viveva in affitto ha rivelato che la giovane stava male già dal pomeriggio precedente alla sua morte, evidenziando: “Barcollava e aveva conati, ma nessuno l’ha soccorsa”.

Stare male prima della tragedia

Secondo il racconto dell’ottantaduenne, Camilla sarebbe stata vista barcollare in strada, lamentandosi di nausea, poco prima della sera in cui il fidanzato, Giacomo Celluprica, ha dichiarato che la giovane ha assunto eroina prima di andare a letto. La proprietaria ha posizionato temporalmente l’episodio intorno alle ore 16 o 17, aggiungendo che, durante questo periodo, Camilla è passata davanti a un’ambulanza impegnata a soccorrere un’altra persona, senza ricevere aiuto.

Indagini in corso

L’assenza di soccorso da parte del fidanzato e la decisione di assumere droga nonostante le condizioni di salute sollevano ulteriori domande agli inquirenti. Gli agenti del Commissariato Flaminio Nuovo, coordinati dalla Procura della Repubblica, sono attualmente impegnati a chiarire se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare la vita della giovane.

Risultati attesi

Sarà cruciale attendere i risultati degli esami istologici e tossicologici per ricostruire le cause precise del decesso di Camilla. L’autopsia ha escluso segni di violenza e fori da iniezione, ma non si esclude l’assunzione di eroina attraverso il fumo. Le attese indicano un possibile arresto cardiocircolatorio legato a un’overdose, confermando l’importanza di tali esami per la comprensione dell’accaduto.

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