Attualità
Crollo dell’ascensore a Roma Termini: condizioni dell’operaio di 20 anni precipitato

Un grave incidente si è verificato ieri pomeriggio alla stazione Termini di Roma, dove un ascensore è crollato, causando ferite a un giovane operaio di 20 anni. Il ragazzo, originario di Acerra, è attualmente in condizioni critiche presso l’ospedale Umberto I.
Dettagli dell’incidente
Il crollo è avvenuto intorno all’ora di pranzo del 20 febbraio 2025. Secondo alcuni colleghi, l’operaio si era recato all’ascensore per prendere un martello necessario per il suo lavoro: “Ci serviva un martello ed è andato a prenderlo.” Una volta entrato nella cabina, è precipitato per circa due piani, dallo zero al -2. Immediatamente attivato l’allarme, i vigili del fuoco e il personale sanitario sono giunti sul luogo per estrarlo e trasportarlo d’urgenza in ospedale.
Stato di salute del giovane
All’arrivo al policlinico Umberto I, il giovane è stato immediatamente assistito dai medici. Ha riportato gravi lesioni, tra cui una frattura vertebrale che richiederà un intervento chirurgico, oltre a fratture all’omero e al femore. Secondo le informazioni fornite dall’ospedale, “il quadro resta complesso e la prognosi riservata”, ma non è in pericolo di vita.
Indagini in corso
Subito dopo l’incidente, sono state avviate indagini per determinare le circostanze del crollo. Ciò che preoccupa è che il giovane avrebbe manifestato malessere prima dell’incidente, comunicando ai colleghi di avere mal di testa. Ancora da verificare la posizione della cabina dell’ascensore al momento dell’incidente e le cause che hanno portato al suo crollo. Il tutto è ora oggetto di indagine da parte degli agenti della Polfer.
Attualità
Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.
Dettagli sulla sera della morte
Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.
Testimonianze e sviluppi delle indagini
La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.
Senza segni di violenza
I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.
Attualità
Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.
Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.
Minacce di morte e aggressioni
L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.
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