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Don Coluccia fu tentato di essere investito a Tor Bella Monaca: Sergio Del Prete condanna a 3 anni di carcere.

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Don Coluccia fu tentato di essere investito a Tor Bella Monaca: Sergio Del Prete condanna a 3 anni di carcere.

Sergio Del Prete, protagonista di un episodio di violenza avvenuto ad agosto 2023, è stato condannato a tre anni di carcere per lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata. L’episodio ha visto Del Prete tentare di investire Don Antonio Coluccia, noto come il prete “anti spaccio”.

Dettagli dell’episodio

Il tentativo di investimento si è verificato durante una delle ‘passeggiate della legalità’ in via dell’Archeologia a Tor Bella Monaca. Inizialmente accusato di tentato omicidio, l’imputazione è stata poi derubricata a lesioni personali, mantenendo però le altre accuse. Durante l’aggressione, Del Prete è stato ferito a un braccio da un colpo di pistola sparato da un agente della scorta di Don Coluccia, dopo di che è stato portato al Policlinico Casilino per le cure e poi arrestato. A causa dei suoi precedenti penali, è stato trasferito in carcere.

Precedenti penali

Sergio Del Prete non è un volto nuovo per le forze dell’ordine. Ha un lungo elenco di precedenti penali, che include un arresto avvenuto due mesi dopo l’aggressione contro Don Coluccia, quando ha aggredito due agenti di polizia locale sorpreso a rubare biciclette. In un altro episodio, residenti di un condominio al Prenestino lo hanno trovato mentre cercava di forzare l’entrata di un appartamento, venendo picchiato dai condomini fino all’intervento della polizia.

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Identificato il pusher che ha venduto l’eroina a Camilla Sanvoisin, morta a 25 anni per overdose.

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Identificato il pusher che ha venduto l’eroina a Camilla Sanvoisin, morta a 25 anni per overdose.

Gli agenti della Polizia di Stato hanno identificato il pusher che ha venduto l’eroina a Camilla Sanvoisin e al suo fidanzato. La giovane è morta nel sonno per una probabile overdose.

Camilla Sanvoisin

È stato identificato il pusher che avrebbe venduto delle dosi di eroina a Camilla Sanvoisin, la ragazza di 25 anni morta per overdose a Roma nell’abitazione che condivideva con il fidanzato alla Giustiniana. Gli investigatori della polizia sono risaliti a lui dall’analisi dei tabulati telefonici sul telefono della giovane e del fidanzato, il 35enne Giacomo Celluprica. Quest’ultimo ha spiegato agli agenti di aver acquistato l’eroina, poi consumata con la fidanzata nella serata di mercoledì, da uno spacciatore a Tor Bella Monaca. Che adesso avrebbe un volto e un nome. Non è escluso un arresto già nelle prossime ore.

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Intervento per un tumore alla mascella che non ha permesso la crescita della mia fiducia nella figlia, esprime la sua furia.

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Intervento per un tumore alla mascella che non ha permesso la crescita della mia fiducia nella figlia, esprime la sua furia.

Un grave errore diagnostico ha colpito Fabrizio (nome di fantasia, ndr), portandolo a subire un intervento chirurgico e chemioterapia per un tumore che in realtà non aveva mai. Il referto è stato confuso con quello di un’altra persona realmente malata, causando una serie di conseguenze drammatiche per la sua salute e per la sua famiglia.

La scoperta dell’errore

Fabrizio si è sottoposto a un intervento all’ospedale Umberto I, dove, dopo il trattamento, si è accorto che non vi era traccia di cancro. Insospettito, ha fatto analizzare il suo DNA presso un laboratorio dell’Università Cattolica di Roma, scoprendo così lo scambio di campioni: “Con la diagnosi ci è caduto il mondo addosso… Non pensavo fosse possibile un errore di questo genere”, ha dichiarato.

Conseguenze e reazioni

La diagnosi errata ha portato a un periodo difficile per Fabrizio e la sua famiglia. “Mia moglie non dormiva più ed io avevo paura di non veder crescere mia figlia”, ha raccontato. La scoperta dell’errore inizialmente lo ha sollevato, ma la rabbia è emersa presto: “È stata rovinata la serenità della mia famiglia”. I danni fisici, dovuti all’operazione, sono stati gravi: “Ora ha mezzo volto paralizzato”, ha spiegato il suo avvocato, Giacomo Gaudenzi.

La lotta per la riabilitazione

Fabrizio sta affrontando una dura battaglia per recuperare la funzionalità del volto. “La paresi non accenna a risolversi… Sono in attesa di un nuovo intervento chirurgico ricostruttivo che mi spaventa molto”, ha affermato. Nonostante le difficoltà, Fabrizio si sente fortunato grazie al supporto delle persone a lui care e desidera tornare alla normalità, mentre cerca di far luce su quanto accaduto.

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