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Il processo scatta per la figlia piccola del compagno obbligata a pulire casa e a vivere isolata dai coetanei

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Il processo scatta per la figlia piccola del compagno obbligata a pulire casa e a vivere isolata dai coetanei

Un caso di maltrattamenti familiari ha portato a un processo per la compagna di un padre, accusata di costringere la figlia del compagno a vivere in condizioni di isolamento e privazione. La vittima, che ha subito abusi psicologici e fisici, ha denunciato la situazione non appena ha compiuto 18 anni.

Maltrattamenti ed isolamento

La vicenda è iniziata nel 2014, quando la ragazzina aveva circa nove anni. Dopo la morte della madre, il comportamento del padre e della sua compagna è diventato sempre più oppressivo. La giovane era costretta a chiamare la matrigna “mamma” e non le era permesso di contattare i parenti materni. Una volta trasferitasi definitivamente a casa del padre, la situazione è ulteriormente peggiorata. Divenuta un’esclusa tra gli amici e coetanei, era costretta a svolgere tutte le faccende domestiche, e qualsiasi inadempienza era segnata da insulti e violenze.

Minacce e aggressioni

La giovane poteva incontrare amici e compagni di scuola solo durante le ore scolastiche e le era vietato avere relazioni al di fuori di quelle. La situazione è degenerata ulteriormente quando la matrigna ha scoperto la sua relazione con un compagno di classe, costringendola a chiudere il rapporto. Un’aggressione fisica è avvenuta nel febbraio del 2022, quando la matrigna l’ha attaccata per aver ripreso contatti con il fidanzato, rubandole il cellulare e colpendola.

La denuncia e il processo

Nonostante i numerosi tentativi di aiuto da parte di amici e compagni di scuola, la giovane ha dovuto attendere di compiere 18 anni per denunciare i maltrattamenti. Dopo la denuncia, la matrigna e il padre hanno continuato a esercitare pressioni su di lei, chiudendo ogni rapporto. Il processo per la matrigna è ora in corso, accusata di maltrattamenti aggravati nei confronti della minorenne.

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Tragico incidente a La Rustica, schianto fra camion e moto: centauro di 56 anni deceduto

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Tragico incidente a La Rustica, schianto fra camion e moto: centauro di 56 anni deceduto

Un grave incidente ha avuto luogo questa mattina, mercoledì 19 febbraio 2025, a La Rustica, nella periferia di Roma, dove un camion e una moto sono entrati in collisione. Il centauro, un uomo di 56 anni, ha tragicamente perso la vita a causa delle ferite riportate.

La dinamica dell’incidente

Lo scontro si è verificato all’incrocio tra via Turano e via Guttuso, coinvolgendo un autocarro Opel Vivaro e uno scooterone Yamaha T-Max. Il cinquantaseienne in sella alla moto è stato sbalzato sull’asfalto in condizioni gravi. Il conducente del camion, un uomo di 55 anni, ha immediatamente allertato i soccorsi.

L’intervento dei soccorsi

Sul luogo dell’incidente, sono giunti rapidamente i soccorritori del pronto soccorso sanitario del 118, che hanno trasferito il centauro con urgenza all’ospedale Sandro Pertini. Purtroppo, nonostante i tentativi dei medici, è deceduto poco dopo l’arrivo a causa delle gravi ferite.

Indagini in corso

Le autorità stanno conducendo indagini approfondite: gli agenti del V Gruppo Casilino hanno sequestrato entrambi i veicoli e sono stati avviati i rilievi del caso. Il conducente del camion è stato trasportato in ospedale per verifiche su eventuali sostanze proibite nel sangue e potrebbe risultare indagato per omicidio stradale. Al momento, sono in corso verifiche anche sui filmati delle videocamere di sorveglianza nella zona.

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Intervento del vicario di Papa Francesco a Quarticciolo: “Si ascoltano associazioni e movimenti popolari”

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Intervento del vicario di Papa Francesco a Quarticciolo: “Si ascoltano associazioni e movimenti popolari”

Sull’emergenza Quarticciolo a Roma è intervenuto il cardinale vicario Baldassare Reina, rassicurando cittadini e istituzioni sulla presenza della Chiesa: “Bisogna prenderci per mano e camminare insieme”.

Il cardinale vicario Baldassare Reina e il Quarticciolo

Il cardinale Baldassare Reina, vicario generale della diocesi di Roma, ha affrontato la situazione al Quarticciolo, un quartiere segnato da aggressioni alle forze dell’ordine durante controlli antidroga. “La Chiesa è presente e accompagna il cammino che coinvolge le istituzioni e la comunità”, ha dichiarato. Inoltre, il governo Meloni sta valutando l’applicazione del “modello Caivano”, una possibile militarizzazione della zona, suscitando l’opposizione di cittadini e associazioni a favore della legalità.

Il cardinale Reina ha invitato al dialogo e alla collaborazione per affrontare le sfide del quartiere, sottolineando l’importanza della riqualificazione sociale: “Accanto all’azione importantissima delle forze dell’ordine per sradicare la criminalità organizzata occorre sostenere e incentivare la riqualificazione sociale, perché solo le relazioni di solidarietà e di fraternità riescono a sconfiggere sofferenza, esclusione, ingiustizie e stiamo provando a farlo”.

La comunità e la Chiesa

Reina ha descritto il Quarticciolo come “una storica borgata colpita con forza da sofferenza sociale, criminalità, paura dalle tensioni”, ma ha anche evidenziato “una luminosa presenza della comunità cristina, di associazioni e movimenti popolari” che si adoperano per i più poveri. “La Chiesa non è e non può essere indifferente a tutto questo”, ha affermato, sottolineando il suo mandato di operare affinché “tutte le persone si sentano amate”.

Interventi e iniziative

La Diocesi di Roma ha avviato iniziative per favorire il dialogo tra le realtà sociali e le istituzioni, cercando di rispondere ai bisogni degli abitanti. Sono stati organizzati incontri con le istituzioni, l’amministrazione di Roma Capitale, il Municipio e i movimenti popolari del Polo Civico Quarticciolo.

La situazione di emergenza

Negli ultimi tempi, Roma ha visto un’intensificazione dell’emergenza Quarticciolo, con aggressioni alle forze dell’ordine e arresti per spaccio. L’episodio più recente si è verificato il 12 febbraio, quando i carabinieri sono stati accerchiati mentre effettuavano controlli antidroga, con minacce da parte di un gruppo di persone. Anche in altri casi, gli agenti hanno dovuto fronteggiare situazioni simili, evidenziando l’alto grado di tensione nella zona.

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