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Incendio al commissariato di Albano, 15 auto della polizia distrutte con probabile pista anarchica

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Incendio al commissariato di Albano, 15 auto della polizia distrutte con probabile pista anarchica

Un incendio doloso ha devastato quindici automobili della polizia di Stato ad Albano Laziale all’alba di oggi, lunedì 24 febbraio. All’interno del parcheggio del commissariato si trovavano dieci auto di servizio e cinque vetture private degli agenti. Due poliziotti, uno della stradale e uno del commissariato, hanno riportato intossicazioni da fumo e sono attualmente in ospedale per accertamenti.

Indagini in corso

Le indagini, affidate alla Digos della questura di Roma, indicano un’origine dolosa dell’incendio, con la pista anarco-insurrezionalista considerata la più promettente. Telecamere di sicurezza hanno ripreso una persona incappucciata che, dopo aver scavalcato il muro di cinta, ha appiccato il fuoco. Secondo quanto riferito dal segretario del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, “è abbastanza evidente che dietro questo gesto ci siano esponenti dell’area anarco-insurrezionalista”.

Rischi per la sicurezza

Questo episodio si verifica a pochi giorni da un altro incendio simile, avvenuto presso il comando della Compagnia dei Carabinieri di Castel Gandolfo, che aveva già visto in pericolo la sicurezza delle forze dell’ordine. Anche in quell’occasione, una persona incappucciata era stata ripresa mentre tentava di appiccare un incendio.

Reazione delle autorità locali

Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha espresso “solidarietà e vicinanza agli agenti del commissariato locale” e ha confermato che “gli uffici comunali si sono attivati per quanto di nostra competenza”. A causa dell’incendio, la circolazione veicolare su via Appia e Borgo Garibaldi è stata temporaneamente chiusa, ma il traffico è stato successivamente riaperto in entrambi i sensi di marcia.

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Due turisti bloccati mentre un altro riesce a fare il bagno nella fontana di Trevi

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Due turisti bloccati mentre un altro riesce a fare il bagno nella fontana di Trevi

Il 23 febbraio, una notte di controlli intensificati, la Polizia Locale di Roma ha bloccato un gruppo di turisti intenti a entrare nella fontana di Trevi. Tra i tre uomini coinvolti, un turista neozelandese residente a Londra è riuscito parzialmente a bagnarsi, ma è stato immediatamente multato di 500 euro e allontanato secondo quanto stabilito dal Regolamento di Polizia Urbana.

Non sono noti i motivi per cui i turisti abbiano tentato di immergersi nel famoso monumento, ma la polizia ha intensificato le misure di vigilanza per prevenire episodi di questo tipo. Nonostante l’intervento tempestivo degli agenti, il neozelandese ha ignorato gli avvertimenti e ha danneggiato un sito che è già sotto attenta osservazione.

La frequente tentatività di ingresso nella fontana da parte di turisti non è una novità, sebbene i controlli abbiano reso tali comportamenti sempre più rari. Anche in situazioni in cui i trasgressori sfuggono al fermo immediato delle forze dell’ordine, come dimostra questo caso, le multe rimangono elevate e rappresentano un deterrente significativo.

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Il marchio Plasmon in vendita? Preoccupazioni per lo storico stabilimento di Latina

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Il marchio Plasmon in vendita? Preoccupazioni per lo storico stabilimento di Latina

Preoccupati per il futuro dei lavoratori e il passaggio di proprietà, i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno richiesto un incontro urgente con la direzione italiana del gruppo Heinz. Secondo Il Sole 24 Ore, la multinazionale starebbe considerando di vendere il marchio Plasmon, il cui principale stabilimento produttivo si trova a Latina.

Le richieste dei sindacati

Nella comunicazione diffusa, i sindacati hanno sottolineato che l’incontro è necessario per discutere le possibili ripercussioni sui livelli occupazionali e le attività produttive associate al marchio. “L’improvviso esplodere di questa notizia ha sollevato una forte preoccupazione tra le lavoratrici e i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali”, si legge nel comunicato. I rappresentanti hanno anche evidenziato “come Plasmon rappresenti il più importante gruppo italiano nel settore del baby food, espressione della qualità di produzioni certificate e sostenute anche dal Ministero della Sovranità Alimentare”. Pertanto, Fai-Flai-Uila chiederanno anche un coinvolgimento diretto del Governo.

Situazione attuale

Al momento, non ci sono conferme ufficiali riguardo alla vendita del marchio Plasmon. Fino ad ora, non si segnalano pericoli imminenti per i lavoratori dello stabilimento di Latina.

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