Attualità
Indagini sulla dinamica e velocità dell’incidente sulla Salaria in cui è morta Andreea Mart
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La Polizia Locale è attivamente impegnata nell’indagine riguardante l’incidente che ha coinvolto un’Audi A3 sulla circonvallazione Salaria, che ha portato due ragazze a schiantarsi contro un pilone e successivamente sul guardrail.
Le immagini del grave sinistro, avvenuto la mattina del 13 febbraio, mostrano un’auto distrutta, con il motore che si è staccato a diversi metri di distanza. Le due ragazze erano in condizioni disperate al momento dell’intervento dei soccorsi. Una delle ragazze era cosciente, mentre l’altra, identificata probabilmente come Andreea Mart, era già incosciente. Entrambe sono state trasportate in ospedale in condizioni gravissime: una al Policlinico Umberto I e l’altra al San Giovanni. Sfortunatamente, Andreea Mart è deceduta dopo ore di agonia a causa delle ferite riportate, mentre l’amica continua a combattere per la vita nel reparto di rianimazione.
Indagini in corso
Gli agenti della Polizia Locale del Gruppo Sapienza stanno conducendo indagini dettagliate per stabilire le cause esatte dell’incidente. L’auto, intestata a una società, è stata sequestrata e sono in corso accertamenti per determinare la velocità al momento dell’impatto, che ha distrutto il veicolo. Tra le ipotesi si valuta che la giovane alla guida abbia perso il controllo dell’auto a causa dell’asfalto bagnato, con la possibilità che la velocità elevata abbia avuto un impatto decisivo sulla gravità dello schianto. Un altro aspetto in esame è se le ragazze avessero indossato le cinture di sicurezza, poiché una di loro è stata trovata all’esterno dell’abitacolo, segno di un possibile ribaltamento durante l’impatto.
Autopsia e test tossicologici
È stata disposta l’autopsia sul corpo di Andreea Mart, mentre la ragazza sopravvissuta è stata sottoposta ai test tossicologici e alcolemici, procedure standard in caso di incidenti mortali, per chiarire le condizioni in cui si trovavano durante l’incidente.
Attualità
49enne abbandonato in fin di vita dopo essere stato massacrato di botte sulla Prenestina
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La polizia di Stato ha avviato un’indagine per tentato omicidio in relazione al violento pestaggio di un 49enne, un pluripregiudicato, che è stato aggredito in strada davanti a un bar sulla Prenestina a Roma. L’uomo, in fin di vita, è stato successivamente abbandonato davanti al Policlinico Casilino.
L’incidente è avvenuto il 14 febbraio nella zona di Colli Monfortani, nelle periferie est della Capitale, nei pressi di Torre Angela. Gli agenti del Commissariato Casilino e della Squadra Mobile stanno lavorando sotto la direzione della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Le indagini sono in corso per identificare i responsabili del pestaggio, che al momento non sono stati ancora rintracciati.
Secondo le ricostruzioni, il 49enne è stato aggredito da un gruppo di sconosciuti, che sono usciti da un’automobile mentre si trovava all’esterno del bar. Dopo l’aggressione, l’uomo presentava segni di violenza, tra cui un viso tumefatto e denti rotti. Le sue condizioni si sono rivelate gravissime, così è stato trasferito al Policlinico Umberto I, dove sono state riscontrate fratture a cranio, naso e zigomi, con una prognosi di quarantacinque giorni. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha dichiarato di non conoscere i motivi dell’aggressione. Gli investigatori stanno esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per cercare di identificare i colpevoli.
Attualità
La poetessa Gemma Bracco subisce una truffa e una rapina di 3 milioni di euro: “Ti scaraventiamo dalla finestra”
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La poetessa romana Gemma Bracco è stata vittima di una truffa culminata in rapina, durante la quale due malviventi sono riusciti a sottrarre tre milioni di euro in contanti, oggetti preziosi e lingotti d’oro. Gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato un 35enne originario di Napoli, mentre è in corso la ricerca del complice.
La truffa durata sei ore
La truffa, avvenuta il 4 ottobre 2024, si è protratta per circa sei ore e si è svolta attraverso una messinscena che ha visto il coinvolgimento di un finto avvocato e di un finto maresciallo dei carabinieri. Il primo ha contattato telefonicamente Bracco, dicendole: “Si sieda perché le devo darle una brutta notizia”. “Sua figlia è stata fermata e portata presso una caserma dei Carabinieri di Venezia, perché ha investito una donna”, ha affermato, chiedendo immediatamente 6500 euro per la sua tutela legale.
Consegnati lingotti d’oro e argenteria
Preoccupata per le sorti della figlia, la poetessa ha seguito i consigli dell’avvocato truffatore e ha pagato la somma richiesta, consegnando anche alcuni oggetti d’oro. Ignara di quanto stesse realmente accadendo, Bracco ha continuato a ricevere chiamate e visite, che l’hanno portata a svuotare la cassaforte e consegnare lingotti d’oro e argenteria a chi si spaccia per autorità. Sotto lo stress e la pioggia, ha riempito una borsa e si è recata a consegnare i beni.
La rapina e le minacce
La situazione è degenerata quando uno dei truffatori ha fatto irruzione nella sua casa e l’ha minacciata fisicamente, affermando: “Ti scaraventiamo dalla finestra”. Dopo aver chiesto aiuto alla figlia, Bracco è riuscita a contattare la polizia. Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, gli investigatori sono riusciti a identificare e arrestare uno dei due rapinatori, mentre la ricerca del complice continua.
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