L’arrabbiatura di Tony Effe per la collana censurata al Festival di Sanremo ha suscitato discussioni, sollevando interrogativi sulla natura del suo disappunto. Prima di salire sul palco, il trapper ha dichiarato che la collana, una prestigiosa creazione in oro giallo della collezione HardWear by Tiffany del valore di 71mila euro, gli è stata tolta dalla Rai per motivi di ‘censura’, legati alla volontà di non mostrare marchi e oggetti riconoscibili. In diretta su Radio Due, ha detto con toni infuocati: “Non puoi togliere la collana a Tony Effe, è come se togli l’abbronzatura a Carlo, è come se tagli i capelli a Sansone”. Successivamente, ha scherzato: “Se stasera mi levano i gioielli sali tu (Carlo Conti ndr.) a cantare”.
La passione di Tony Effe per i gioielli è supportata dalla sua formazione familiare. Suo padre, Salvatore Rapisarda, possiede un’oreficeria nel rione Monti a Roma, chiamata Esserre Preziosi. Anche la bisnonna era nel settore, come conferma Tony Effe: “Conosco le pietre buone, dove stanno, mio padre le prende allo stesso posto”. Questa eredità familiare ha alimentato il suo interesse per i gioielli, che per lui non sono solo simbolo di ricchezza, ma anche una vera e propria passione.
Dopo il diploma, Tony Effe ha mosso i primi passi nel mondo dell’oreficeria lavorando con il padre, dove ha imparato diverse tecniche, pur ammettendo di avere poca pazienza per l’incastonatura, un lavoro di alta precisione. La sua dedizione lo ha portato a frequentare un corso per certificare le pietre, vincendo un viaggio ad Anversa per visitare il Banco dei diamanti. Quando si tratta di acquistare gioielli, la sua risposta rimane: “Sempre” chiedo consiglio a mio padre.