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La donna che ha salvato la compagna segregata in cantina per anni: “Non poteva ucciderla davanti a me”

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La donna che ha salvato la compagna segregata in cantina per anni: “Non poteva ucciderla davanti a me”

A Fanpage.it si racconta l’episodio di una passante, Alessandra, che ha salvato una donna vissuta per anni in una situazione di segregazione. “Ho visto che l’aggrediva, non volevo un omicidio davanti ai miei occhi. Così sono intervenuta”, ha dichiarato Alessandra.

Alessandra, la passante intervenuta per salvare la donna.

La donna era costretta a vivere chiusa in casa dal compagno, con possibilità di uscire solo per un’ora sotto il suo controllo. Le segnalazioni al 112 su un’aggressione hanno attivato i controlli della polizia. “L’ho visto che la tirava per i capelli e sono intervenuta: un omicidio davanti a me, no. Non ho pensato a niente, non avevo paura”, ha rivelato Alessandra.

La denuncia e l’aggressione

Alessandra ha descritto il momento dell’aggressione: “L’ha presa per i capelli, per un braccio. Lui mi ha risposto: Tu sei una lesbica di merda, fatti i cazzi tuoi perché sennò ti ammazzo anche a te“. La situazione ha attirato altre persone, alcune delle quali hanno allertato le autorità. “Era grosso, aveva gli occhi iniettati di sangue: avevano il veleno dentro”, ha aggiunto Alessandra, preoccupata più per la donna aggredita che per la sua sicurezza personale.

L’intervento della polizia

Appena arrivata la polizia, l’uomo scappò trascinando via la donna. Alessandra ha riferito: “Non pensavo che una persona che abita qui potesse arrivare a fare una cosa del genere”. L’intervento della polizia ha rivelato che la donna era stata privata del telefono e delle carte di credito. “Dobbiamo trovare il modo per non aver paura di uscire, di parlare, di stare sotto compagni o compagne, qualunque essi siano che insomma ci maltrattano”, ha concluso Alessandra, rivolgendo un appello per la denuncia della violenza.

Il signal for help.

Il signal for help.

Dopo l’aggressione, la donna ha iniziato a chiedere aiuto e ha utilizzato il Signal for help, un gesto maninoa che indica una richiesta di aiuto di fronte alla violenza di genere. “Spero che alla fine riesca a denunciare: lui l’ha manipolata, le ha tolto tutto”, ha affermato Alessandra, enfatizzando la necessità di parlare apertamente di violenza e di cercare aiuto.

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Rapporto Gimbe, quasi 2mila euro vengono spesi da ogni famiglia nel Lazio per spesa sanitaria privata

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Rapporto Gimbe, quasi 2mila euro vengono spesi da ogni famiglia nel Lazio per spesa sanitaria privata

Secondo il rapporto della Fondazione Gimbe sulla spesa sanitaria privata, il Lazio si conferma la regione con la spesa più alta, pari a 1.852,2 euro a famiglia all’anno, rispetto ai 998 euro della Sardegna, ultima in classifica. La spesa media nazionale per la salute è di 1.414 euro a famiglia. Inoltre, il 10,5 per cento dei cittadini del Lazio ha rinunciato alle cure nel 2023, contro una media nazionale del 7,6 per cento.

Spesa pro-capite

Il Lazio occupa il terzo posto nella spesa pro-capite con 852 euro, superiore alla media nazionale di 730 euro. Le regioni con la spesa pro-capite più alta sono l’Emilia Romagna (861 euro) e la Lombardia (1.032 euro), mentre le più virtuose sono Campania (431 euro), Calabria (416 euro) e Basilicata (377 euro).

Commenti degli esperti

Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, ha dichiarato che la spesa media pro-capite nel Lazio “è stata più alta rispetto alle altre Regioni perché chiaramente i tempi per fare una prestazione sono più lunghi, quindi i cittadini sono costretti a pagarsi la prestazione e il costo è più alto”. Inoltre, ha evidenziato che “il Sistema sanitario nazionale dovrebbe garantire dei tempi idonei a tutti i cittadini”, sottolineando che troppi cittadini si pagano le prestazioni per la difficoltà di accesso alle cure.

Secondo l’ex assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, “i dati in netto peggioramento rispetto agli anni precedenti” evidenziano un aumento delle disuguaglianze. D’Amato ha affermato che le persone in difficoltà economiche rinunciano alle cure, mentre quelle con risorse finanziarie fuggono dal sistema pubblico, incrementando la spesa privata. Ha avvertito che senza una riforma del sistema sanitario, il rischio è di compromettere l’uguaglianza e l’accessibilità alle cure garantite dalla Costituzione.

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Falso allarme bomba al Colosseo: uno zaino abbandonato viene aperto dagli artificieri

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Falso allarme bomba al Colosseo: uno zaino abbandonato viene aperto dagli artificieri

Uno zaino abbandonato vicino al Colosseo a Roma ha innescato un allarme bomba oggi, 18 febbraio, che si è poi rivelato falso. Gli artificieri della polizia di Stato hanno bonificato l’area dopo la segnalazione.

Allerta al Colosseo

La presenza dello zaino incustodito in via degli Annibaldi ha destato preoccupazione tra passanti e negozianti. Temendo che potesse contenere un ordigno, è stata effettuata una chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112, segnalando il bagaglio sospetto.

Intervento delle autorità

In seguito alla segnalazione, sono state attivate le procedure di sicurezza. Gli artificieri sono intervenuti sul posto, transennando l’area e allontanando i passanti, mentre avviavano le operazioni di bonifica. La strada è stata temporaneamente chiusa per consentire il lavoro delle forze dell’ordine.

Risultato delle operazioni

Le verifiche hanno rivelato che all’interno dello zaino non vi era alcun ordigno, ma solo oggetti personali, suggerendo che potrebbe essere stato dimenticato da un turista distratto. Una volta concluse le operazioni, l’allerta è rientrata e la strada è stata riaperta al traffico.

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