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La madre di Camilla Sanvoisin chiede un pensiero per lei dopo la morte per overdose in casa del fidanzato

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La madre di Camilla Sanvoisin chiede un pensiero per lei dopo la morte per overdose in casa del fidanzato

Camilla Sanvoisin è stata trovata priva di vita nell’abitazione del fidanzato, portando all’apertura di un’inchiesta per morte in conseguenza di altro reato. La giovane di 25 anni è deceduta a Roma giovedì scorso.

“Mi manchi amore mio, sto impazzendo.” Questo è l’ultimo post condiviso dalla madre di Camilla, che esprime il suo dolore. L’autopsia dovrà chiarire le cause del decesso, ma sembra che la ragazza sia morta per overdose, dopo aver consumato eroina e presumibilmente anche metadone. Il fidanzato della giovane ha confessato l’uso di droga e, in seguito all’episodio, è stato arrestato dalla polizia, sebbene sia stato rilasciato. Nella sua abitazione sono state trovate ricette del metadone, ma la quantità del farmaco superava quella indicata nelle prescrizioni mediche, portando all’arresto per droga e a un’analisi della sua posizione legale.

A comunicare la morte di Camilla è stata la madre, che ha scritto sui social: “Mia figlia Camilla è morta ieri. Vorrei avvisare tutti quelli che le volevano bene e chiedere un pensiero per lei.” Camilla era andata a casa del fidanzato, dove si presume abbiano consumato droga prima di coricarsi. Quando il 35enne si è svegliato, ha trovato la giovane esanime e ha chiamato il 112, ma i soccorritori, arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. La villa è stata sequestrata insieme al cellulare del fidanzato, che sarà oggetto di ulteriori accertamenti. Gli investigatori stanno cercando informazioni su chi abbia venduto la droga ai giovani.

Questa tragedia ricorda il caso di Maddalena Urbani, che è morta per overdose a casa di amici. In quel caso, i presenti si erano resi conto che stava male ma non avevano chiamato i soccorsi per timore di conseguenze legali, e entrambi sono stati condannati per omicidio colposo.

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Rapporto Gimbe, quasi 2mila euro vengono spesi da ogni famiglia nel Lazio per spesa sanitaria privata

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Rapporto Gimbe, quasi 2mila euro vengono spesi da ogni famiglia nel Lazio per spesa sanitaria privata

Secondo il rapporto della Fondazione Gimbe sulla spesa sanitaria privata, il Lazio si conferma la regione con la spesa più alta, pari a 1.852,2 euro a famiglia all’anno, rispetto ai 998 euro della Sardegna, ultima in classifica. La spesa media nazionale per la salute è di 1.414 euro a famiglia. Inoltre, il 10,5 per cento dei cittadini del Lazio ha rinunciato alle cure nel 2023, contro una media nazionale del 7,6 per cento.

Spesa pro-capite

Il Lazio occupa il terzo posto nella spesa pro-capite con 852 euro, superiore alla media nazionale di 730 euro. Le regioni con la spesa pro-capite più alta sono l’Emilia Romagna (861 euro) e la Lombardia (1.032 euro), mentre le più virtuose sono Campania (431 euro), Calabria (416 euro) e Basilicata (377 euro).

Commenti degli esperti

Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, ha dichiarato che la spesa media pro-capite nel Lazio “è stata più alta rispetto alle altre Regioni perché chiaramente i tempi per fare una prestazione sono più lunghi, quindi i cittadini sono costretti a pagarsi la prestazione e il costo è più alto”. Inoltre, ha evidenziato che “il Sistema sanitario nazionale dovrebbe garantire dei tempi idonei a tutti i cittadini”, sottolineando che troppi cittadini si pagano le prestazioni per la difficoltà di accesso alle cure.

Secondo l’ex assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, “i dati in netto peggioramento rispetto agli anni precedenti” evidenziano un aumento delle disuguaglianze. D’Amato ha affermato che le persone in difficoltà economiche rinunciano alle cure, mentre quelle con risorse finanziarie fuggono dal sistema pubblico, incrementando la spesa privata. Ha avvertito che senza una riforma del sistema sanitario, il rischio è di compromettere l’uguaglianza e l’accessibilità alle cure garantite dalla Costituzione.

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Falso allarme bomba al Colosseo: uno zaino abbandonato viene aperto dagli artificieri

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Falso allarme bomba al Colosseo: uno zaino abbandonato viene aperto dagli artificieri

Uno zaino abbandonato vicino al Colosseo a Roma ha innescato un allarme bomba oggi, 18 febbraio, che si è poi rivelato falso. Gli artificieri della polizia di Stato hanno bonificato l’area dopo la segnalazione.

Allerta al Colosseo

La presenza dello zaino incustodito in via degli Annibaldi ha destato preoccupazione tra passanti e negozianti. Temendo che potesse contenere un ordigno, è stata effettuata una chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112, segnalando il bagaglio sospetto.

Intervento delle autorità

In seguito alla segnalazione, sono state attivate le procedure di sicurezza. Gli artificieri sono intervenuti sul posto, transennando l’area e allontanando i passanti, mentre avviavano le operazioni di bonifica. La strada è stata temporaneamente chiusa per consentire il lavoro delle forze dell’ordine.

Risultato delle operazioni

Le verifiche hanno rivelato che all’interno dello zaino non vi era alcun ordigno, ma solo oggetti personali, suggerendo che potrebbe essere stato dimenticato da un turista distratto. Una volta concluse le operazioni, l’allerta è rientrata e la strada è stata riaperta al traffico.

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