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La madre viene minacciata e aggredita dal pusher, che viene arrestato dopo la chiamata ai carabinieri.

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La madre viene minacciata e aggredita dal pusher, che viene arrestato dopo la chiamata ai carabinieri.

Una donna di Testaccio ha chiamato i carabinieri per chiedere aiuto dopo essere stata minacciata e picchiata dal figlio, un 45enne spacciatore. Nella sua drammatica telefonata, la donna ha dichiarato: “Aiutatemi, mi sta massacrando, mi ha presa per i capelli”.

Gli agenti della stazione di Roma Aventino sono intervenuti tempestivamente e hanno arrestato l’uomo in flagranza di reato. Il quarantacinquenne, già noto alle forze dell’ordine, è accusato di maltrattamenti nei confronti della madre convivente e di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti.

Dettagli dell’intervento

La chiamata è pervenuta nel pomeriggio, durante la quale la donna ha riferito ai militari: “Aiutatemi, mi sta picchiando, mi tira i capelli”. In quel momento, i carabinieri hanno potuto sentire le urla dell’uomo e le minacce che rivolgeva alla madre, giustificando così un intervento immediato.

Scoperta della droga

Durante la perquisizione dell’abitazione, i carabinieri hanno trovato 130 grammi di marijuana, due bilancini di precisione, un coltello con tracce di stupefacenti e materiale per il confezionamento. Trovati anche manette prive di matricola, ulteriori evidenze a carico dell’uomo. Successivamente, il Tribunale ha convalidato l’arresto e disposto l’obbligo di presentarsi in caserma.

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.

Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.

Minacce di morte e aggressioni

L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

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Vandalismo al liceo Manara con striscione contro gli anti-fascisti e stella di David sul muro

Nella notte, è stato affisso uno striscione sul muro del liceo Manara di Roma, contenente la scritta: “Collettivo manariota antifascista? Hai reso la scuola ‘Judenfrei”, accompagnata da una stella di David. I vandali hanno inoltre ostacolato l’apertura dei cancelli della scuola, inserendo della schiuma nelle serrature. I carabinieri sono stati chiamati dalla preside per indagare sull’accaduto e identificare i responsabili.

L’Osa: “Attacco sionista”

L’Opposizione studentesca d’alternativa (Osa) ha descritto l’azione come un “attacco sionista”. In un comunicato, hanno affermato: “Usare stelle di David fatte sui muri per rivendicare questa azione squadrista è un’infamia. Tutta la nostra solidarietà agli studenti del Manara”. L’Osa ha denunciato precedenti minacce e intimidazioni contro gli studenti in solidarietà al popolo palestinese, definendo gli aggressori “veri estremisti e violenti”.

Il ministro Giuli: “Atto inverecondo”

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha commentato la situazione dicendo: “Chiunque utilizzi qualsiasi simbolo per esercitare forme di violenza e sopraffazione compie un atto inverecondo. Nel caso della Stella di Davide, rappresenta una identità profonda e indiscutibilmente lontano da qualsiasi forma di sopraffazione”. Giuli ha sottolineato l’importanza di educare i giovani sulla verità storica e scoraggiare qualsiasi forma di strumentalizzazione.

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