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La salma di Camilla Sanvoisin non è ancora stata consegnata alla famiglia per i funerali.

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La salma di Camilla Sanvoisin non è ancora stata consegnata alla famiglia per i funerali.

La famiglia di Camilla Sanvoisin attende il nulla osta dalla procura di Roma per organizzare il funerale della 25enne, trovata morta in un appartamento nella zona Giustiniana, dove viveva con il compagno, Giacomo Celluprica. Le autorità stanno indagando sull’ipotesi di un’overdose. I risultati dell’autopsia, eseguita all’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica sotto la direzione del professor Antonio Oliva, saranno fondamentali per confermare la causa del decesso.

Indagini in corso

Attualmente, gli inquirenti stanno cercando di stabilire se Camilla abbia assunto droga la notte prima della sua morte, come riferito dal compagno. Sono in corso verifiche su tabulati e messaggi per identificare il pusher che potrebbe aver fornito l’eroina. Si ipotizza che la sostanza sia stata “tagliata male”, portando alla tragedia. Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo guida l’inchiesta, che al momento non ha indagati e resta aperta per “morte in conseguenza di altro reato”.

Testimonianza di una vicina

Una testimonianza potrebbe complicare ulteriormente la situazione. Una vicina ha dichiarato al Messaggero che Camilla era visibilmente in difficoltà già nel pomeriggio: “barcollava, non si reggeva in piedi. Si contorceva e diceva di avere i conati di vomito”. Le condizioni della giovane sono state notate da diverse persone, inclusa la donna delle pulizie, che si trovava nei pressi quando è arrivata l’ambulanza. La testimonianza solleva interrogativi sulla possibile mancanza di aiuto da parte di chi la incontrava.

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

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Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano

È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.

Il ruolo dell’avvocato Minna

Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.

Altre presunte vittime e sequestro di beni

Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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La salma di Camilla Sanvoisin non è ancora stata consegnata alla famiglia per i funerali.

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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