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L’associazione di Di Battista protesta contro lo stadio della Roma e a favore del bosco di Pietralata.

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L’associazione di Di Battista protesta contro lo stadio della Roma e a favore del bosco di Pietralata.

Le associazioni che si oppongono alla costruzione dello stadio della Roma, tra cui ‘Schierarsi’ di Alessandro Di Battista, hanno effettuato una piantumazione di alberi nell’area di Pietralata designata per il nuovo impianto sportivo. Questa iniziativa è stata un’azione di protesta per sostenere la tutela del verde.

Dettagli dell’azione di protesta

Gli attivisti hanno condiviso sui social che sono stati piantati lecci, frassini, olmi e bagolari “dove il Comune vorrebbe autorizzare la cementificazione per costruire un inutile stadio”. I comitati affermano che l’area è caratterizzata da un bosco che meriterebbe protezione, contrariamente alla posizione del Comune, che non considera questa area verde da tutelare e che propone un grande parco urbano come compensazione per il progetto dello stadio.

La posizione delle associazioni

Secondo le associazioni, “è una zona soggetta a ondate di calore e a bombe d’acqua”, evidenziando i rischi legati al cambiamento climatico. Anonima Riforestazione ha risposto alla richiesta dei comitati per la riforestazione dell’area e hanno espresso la loro opposizione alla cementificazione, sottolineando l’importanza di opere che rispondano ai bisogni reali dei quartieri, come l’edilizia popolare e gli ospedali. “Il nostro modo di opporci è piantare alberi”, hanno dichiarato, insistendo sulla necessità di alberi e spazi verdi adeguatamente mantenuti.

Impegno per la difesa del verde

Infine, gli attivisti hanno affermato: “Difenderemo il bosco e le nuove piante dalle minacce degli speculatori”, invitando la comunità a unirsi alla loro causa e a contribuire alla mobilitazione prevista per il 1 marzo. Il confronto legale sul destino degli alberi continuerà, e le associazioni si preparano a difendere l’area con fermezza.

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Urna funeraria abbandonata sulla spiaggia di Ostia con una targhetta che riporta il nome della defunta

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Urna funeraria abbandonata sulla spiaggia di Ostia con una targhetta che riporta il nome della defunta

Un urna funeraria è stata abbandonata sulla spiaggia Limone di Ostia, attirando l’attenzione dei cittadini. L’oggetto riporta una targhetta in oro con il nome della defunta e le date di nascita e morte. I passanti hanno scattato delle foto e le hanno condivise nel gruppo Facebook “Ostia Informa”.

Misterioso ritrovamento

L’urnadalla forma particolare è stata trovata semi-nascosta nella sabbia, con la parte alta esposta. Già sono emerse varie ipotesi riguardo al motivo della presenza dell’urna sulla spiaggia. Si pensa che i familiari della defunta possano averla portata per un ultimo saluto al mare, ma non è chiaro se contenga ancora le ceneri o se sia stata svuotata.

Le reazioni degli utenti

La pubblicazione ha suscitato numerosi commenti, con utenti sconcertati per la situazione. Alcuni hanno espresso l’opinione che i familiari avrebbero dovuto gestire l’urna in modo più appropriato, piuttosto che lasciarla sulla spiaggia. Un utente ha notato: “Potrebbe e dico ‘potrebbe’ essere stata gettata in mare e poi arrivata a riva”, mentre un altro ha riflettuto sulle circostanze dietro questo gesto, dicendo: “Chissà cosa ha portato il parente a fare un gesto simile…”.

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Giuseppe Pignatone convocato in commissione per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: chi è e quali sono i suoi legami

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Giuseppe Pignatone convocato in commissione per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: chi è e quali sono i suoi legami

C’è grande attesa per l’audizione di Giuseppe Pignatone, convocato da Don Vergari e dalla vedova di De Pedis, che lo ha definito ‘procuratore nostro’. Questa audizione si inserisce nell’ambito della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Pignatone, che dieci anni fa ha chiesto e ottenuto l’archiviazione delle indagini sul caso Orlandi per mancanza di prove, risulta al centro delle indagini attuali.

Legami e indagini chiuse

Tra gli indagati all’epoca figuravano esponenti della banda della Magliana e monsignor Pietro Vergari. Le affermazioni di Don Vergari, che ha definito Pignatone ‘procuratore nostro’, sollevano interrogativi sul possibile legame tra i due. Il dottore Pignatone, presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano fino alla fine del 2024, ha avuto una carriera segnata da indagini significative, inclusa Mafia Capitale. È importante sottolineare che, nonostante la mancanza di prove consistenti, le motivazioni per la chiusura delle indagini sul caso Orlandi rimangono oggetto di discussione.

Il ruolo di Sabrina Minardi

La riapertura delle indagini sul caso di Emanuela Orlandi è stata innescata dalle dichiarazioni di Sabrina Minardi nel 2006, partner di Enrico De Pedis. Minardi ha affermato che Emanuela sarebbe stata rapita per ordine di figure religiose e sarebbe stata nascosta prima di essere lasciata ad un prete. Queste rivelazioni hanno portato a nuove inchieste, coinvolgendo diversi indagati.

Le parole di Pietro Orlandi

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha commentato la situazione attuale, sottolineando quanto sia complessa la vicenda legata alla scomparsa della sorella e come le indagini siano state influenzate nel tempo. Il suo coinvolgimento, insieme all’auspicio di maggiore chiarezza, rappresenta il desiderio di giustizia e verità per una storia che dura da decenni. La commissione d’inchiesta ha ascoltato vari testimoni, e l’audizione di Pignatone è vista come un passo cruciale nel riaccendere l’attenzione su un caso irrisolto.

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