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Le ricerche di Alphaville alla Marcigliana continuano: anche il suo telefono è scomparso

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Le ricerche di Alphaville alla Marcigliana continuano: anche il suo telefono è scomparso

Continuano le ricerche di Alphaville Pedrosa De Melo, il trentunenne scomparso da Roma il 31 dicembre 2024. Gli operatori stanno scandagliando la Marcigliana, zona a nord-est della capitale, cercando indizi sul giovane. Dopo il ritrovamento della sua automobile all’ingresso dell’area, sono stati richiesti permessi per svolgere ricerche approfondite anche nelle zone più impervie, dove droni, videocamere di sicurezza e cani da ricerca non sono riusciti ad arrivare.

Le ricerche, come comunicato da Penelope Lazio, si sono concluse ieri sera, 11 febbraio 2025, intorno alle 18. “Siamo qui con la madre, personale del commissariato Viminale, Polizia scientifica con apparecchiature specifiche e vigili del fuoco a bonificare un’area ristretta,” hanno informato. Tuttavia, al termine delle operazioni, non è stata trovata alcuna traccia del trentunenne. “Al momento neanche il cellulare è stato trovato con le apparecchiature messe in campo dalla Polizia Scientifica,” hanno specificato.

Le ricerche si concentrano sulla possibilità di ritrovare il telefono del giovane, che potrebbe contenere risposte a diverse domande sulla sua scomparsa. La madre di Alphaville teme che il figlio possa essere finito in un brutto giro, alimentando la necessità di trovare il telefonino, per ottenere ulteriori informazioni.

Da quando sono iniziate le ricerche, non sono mancati avvistamenti e indizi, compreso un presunto avvistamento alla Bufalotta e, successivamente, il ritrovamento della sua auto. Pertanto, oggi gli operatori e inquirenti continueranno a setacciare l’area, anche in luoghi difficili da raggiungere, dove precedenti tentativi non hanno dato risultati.

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

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Roma: blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina, chiuse due tavole calde

Access Denied: A Roma chiusura di due tavole calde dopo l’invasione di blatte e topi. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina hanno scatenato l’intervento delle autorità. #Roma #Sanità #Cronaca

A Roma, due tavole calde sono state costrette alla chiusura a seguito di un’invasione di blatte e topi. Le condizioni igieniche erano talmente precarie che le autorità non hanno avuto altra scelta se non quella di intervenire immediatamente. La scoperta di blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina ha suscitato un’ondata di indignazione tra i cittadini.

Situazione Igienica Allarmante

Le ispezioni hanno rivelato una situazione igienica allarmante, con la presenza di blatte e topi che hanno infestato gli spazi dove vengono preparati i cibi. Questo ha sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica.

Reazione dei Cittadini

I cittadini romani, già stressati dalle numerose problematiche urbane, hanno reagito con rabbia e delusione. In molti si chiedono come sia possibile che tali condizioni siano state permesse di esistere fino a questo punto. Blatte ed escrementi di topi sugli attrezzi da cucina è una frase che ha fatto il giro dei social, diventando virale e alimentando il dibattito sulla gestione della sanità pubblica.

Intervento delle Autorità

Le autorità hanno immediatamente chiuso i locali coinvolti, ma la questione non si ferma qui. Ora si pone l’interrogativo su come prevenire futuri episodi simili e se ci sia stata una qualche negligenza da parte degli enti preposti al controllo. La situazione richiede un’azione decisa e trasparente per garantire che la sicurezza alimentare non venga mai più compromessa in questo modo.

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

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Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro scatena polemiche religiose

Il caso del prete di Viterbo che vende assoluzioni e confessioni per 50 euro ha scatenato un putiferio sui social, con commenti che vanno dal sarcastico all’indignato. #Chiesa #Viterbo #Corruzione

Un recente scandalo ha colpito la comunità di Viterbo, dove un prete è stato accusato di vendere “assoluzioni e confessioni per 50 euro”. La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del web, ha sollevato un vespaio di polemiche e discussioni, mettendo in luce una pratica che molti considerano non solo eticamente discutibile, ma anche profondamente contraria ai principi della Chiesa Cattolica.

L’immagine che accompagna l’articolo mostra un messaggio di errore di accesso al sito di Fanpage.it, dove l’articolo originale era stato pubblicato. Il messaggio recita: "Access Denied. You don’t have permission to access ‘http://www.fanpage.it/roma/il-caso-del-prete-di-viterbo-che-vende-assoluzioni-e-confessioni-per-50-euro/‘ on this server. Reference #18.556fdd58.1744451943.8723" e rimanda a un link di errore: https://errors.edgesuite.net/18.556fdd58.1744451943.8723.

La reazione del pubblico è stata immediata e variegata. Alcuni utenti hanno commentato con ironia, chiedendosi se fosse possibile acquistare pacchetti famiglia o sconti per le festività, mentre altri hanno espresso un’indignazione più seria, sottolineando come la sacralità dei sacramenti non possa essere ridotta a una transazione commerciale.

La Chiesa locale non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito, ma la vicenda continua a suscitare dibattito, con molti che si chiedono quali saranno le conseguenze per il prete coinvolto e se questo episodio possa portare a una riflessione più ampia sulle pratiche religiose e la loro gestione.

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