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Mancanza di un sondino causa la morte del paziente in clinica a Roma: anestesista a processo

Un anestesista di una clinica romana è stato rinviato a giudizio dopo aver dimenticato di applicare un sondino nasogastrico su un paziente, il cinquantottenne Stefano Biscioni, prima di un intervento chirurgico. Il paziente è deceduto a causa di complicazioni derivanti dalla mancanza di questo dispositivo, specificamente per aver inalato liquido gastrico che ha provocato una polmonite “ab ingestis”.

Dettagli dell’intervento e del decesso

Il tragico evento è avvenuto lo scorso maggio, quando Biscioni era stato ricoverato nella clinica Villa Margherita per un’operazione di occlusione intestinale. L’intervento, previsto durare fra le due e le cinque ore, necessitava dell’applicazione del sondino nasogastrico per svuotare lo stomaco prima di procedere. Tuttavia, sembra che l’anestesia sia stata induzione senza seguire il protocollo richiesto.

Accuse e processo

Secondo le autorità, l’anestesista non avrebbe preso le misure necessarie per proteggere le vie aeree del paziente. La mancanza di precauzioni ha portato all’inalazione di liquido gastrico, causando “insufficienza respiratoria acuta”. In base a queste evidenze, l’anestesista è stato rinviato a giudizio e il processo avrà inizio nei prossimi mesi.

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