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Minaccia di morte la moglie e il figlio maggiore con parole violente

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Minaccia di morte la moglie e il figlio maggiore con parole violente

Una donna di 43 anni ha testimoniato in Tribunale le violenze subite dal marito, affermando: “Ha minacciato di farmi fare una fine peggiore di della donna uccisa a coltellate a Sutri nel 2014”. Il caso, emerso durante l’udienza presso il Tribunale di Viterbo, evidenzia una grave spirale di violenza domestica.

Minacce e violenze in famiglia

Il marito ha rivolto minacce alla moglie e ai loro due figli, affermando: “Fai sesso con tua madre, te la fai con lei, vi ammazzo”. I maltrattamenti sono stati così gravi che in alcune occasioni la donna e i bambini sono stati costretti a dormire in auto, essendo stati cacciati di casa. La donna ha descritto come, il 18 dicembre 2022, il marito la minacciasse con un coltello di 15 centimetri.

Indagini e denunce

Come riportato dalla testata locale Tuscia Web, la donna ha deciso di denunciare il marito dopo diversi episodi di violenza. La coppia, dopo 23 anni di relazione, ha vissuto un vero e proprio incubo, con l’uomo che continuava a minacciare e insultare la moglie, arrivando anche a picchiarla. In un episodio, la donna è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Belcolle a causa delle percosse ricevute.

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Un inseguimento sul Gra è avviato dopo che un 17enne sperona l’auto della polizia.

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Un inseguimento sul Gra è avviato dopo che un 17enne sperona l’auto della polizia.

Un diciassettenne è stato denunciato e multato dopo essere stato sorpreso alla guida senza patente. Gli agenti della polizia locale di Roma Capitale lo hanno bloccato in seguito a un inseguimento avvenuto a Tor Bella Monaca e sul Grande Raccordo Anulare, dove il giovane non si è fermato all’alt.

Inseguimento e manovre pericolose

L’episodio si è verificato martedì 18 febbraio nel pomeriggio. Durante un servizio di controllo del territorio, una pattuglia ha notato una Fiat Panda condotta da un minorenne che stava eseguendo manovre pericolose. Nonostante l’invito a fermarsi, l’autista ha accelerato, tentando di allontanarsi verso il Raccordo, dando inizio a un inseguimento caratterizzato da sorpassi azzardati e invadenza della corsia d’emergenza.

Fuga e arresto

La situazione si è intensificata quando il giovane ha tentato di speronare l’auto della polizia locale. Gli agenti sono riusciti a fermarlo all’altezza di viale Marisa Bellisario. Il minorenne, assieme a due passeggeri, è stato portato nel comando di zona, dove un genitore è intervenuto. È stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio, e ha ricevuto sanzioni per guida senza patente e per le manovre pericolose effettuate durante la fuga.

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Aggressori riconosciuti con attenuanti dopo il pestaggio a Monti, che ha causato la morte di un musicista

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Aggressori riconosciuti con attenuanti dopo il pestaggio a Monti, che ha causato la morte di un musicista

Carmine D’Alise, Christian Perozzi, Gaetano Brian Bottigliero e Massimiliano Di Perna sono stati condannati a pene da nove a undici anni di carcere per omicidio volontario in relazione alla morte di Alberto Bonanni, un musicista aggredito a Monti il 26 giugno 2011.

Dettagli del caso

Inizialmente accusati di tentato omicidio, i quattro uomini hanno affrontato un nuovo processo dopo la morte di Bonanni, avvenuta tre anni dopo l’aggressione, durante un coma irreversibile. I giudici della Corte di Assise d’Appello hanno ridotto le condanne: Carmine D’Alise, Christian Perozzi e Gaetano Brian Bottigliero a undici anni e otto mesi, mentre Massimiliano Di Perna a nove anni e otto mesi. Tutti e quattro avevano già scontato parte delle loro pene per tentato omicidio.

L’aggressione

L’aggressione a Bonanni è avvenuta mentre tornava a casa con amici, in un contesto di apparente serenità. Di Perna gli avrebbe intimato di allontanarsi, seguito dall’intervento di D’Alise, Perozzi e Bottigliero, che hanno brutalmente picchiato il musicista. Alberto Bonanni, colpito con calci e pugni anche a terra, non si è mai ripreso dall’aggressione.

Dopo diversi interventi chirurgici, nonostante gli sforzi dei familiari, non vi è stata possibilità di recupero, portando alla sua tragica morte dopo tre anni. Questo evento ha avuto un impatto devastante sulla sua famiglia.

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