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Sanremo 2025, il blitz femminista alla Rai contro Fedez e Masini: “Festival sessista, brutti stro*zi”

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Sanremo 2025, il blitz femminista alla Rai contro Fedez e Masini: “Festival sessista, brutti stro*zi”

Un gruppo di femministe del Collettivo Donne di classe ha protestato ieri sotto la sede della Rai, definendo Fedez, Marco Masini e Tony Effe come “brutti stronzi” in relazione alla loro esibizione al Festival di Sanremo con il brano “Bella stronza”. Durante la prima serata del festival, le attiviste hanno criticato l’assenza di sensibilità verso tematiche legate alla violenza di genere.

Le attiviste hanno spostato il loro presidio verso piazza Mazzini per raggiungere un pubblico più ampio, argomentando: “È un luogo frequentatissimo da persone a piedi e in macchina: ci interessava di più sensibilizzare qualcunə piuttosto che rivolgerci direttamente ai vertici RAI”. Riguardo alla scelta di interpretare “Bella stronza”, hanno osservato che i testi delle canzoni di Fedez e di Tony Effe “denotano una concezione machista e violenta nei confronti della donna”.

Tony Effe durante la prima esibizione a Sanremo martedì 11 febbraio.

Il Collettivo Donne di classe ha aggiunto che “nei testi delle sue canzoni le donne sono considerate come proprietà maschile” e che frasi come “Ti uso come un joystick” rappresentano “espressione della peggiore violenza maschile sulle donne”. La protesta si oppone anche ai direttori artistici del festival, accusati di privilegiare l’audience a scapito dei messaggi trasmessi al pubblico.

Marco Masini (ph Cosimo Buccolieri)

Le attiviste hanno criticato la Rai per consentire la trasmissione di testi considerati inaccettabili nel contesto delle battaglie contro la violenza di genere, chiedendosi: “Come si può accettare un testo come Bella stronza, in cui l’uomo colpevolizza la donna?”. In un contesto in cui artisti come Marco Masini e Tony Effe continuano ad avere successo, le attiviste concludono che è fondamentale una maggiore responsabilità da parte dei media e una sensibilizzazione culturale contro la violenza maschile.

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Marito e figlia di Luciana Fiocco vengono accompagnati in banca e scomparsa della donna: ricerche con cani e droni

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Marito e figlia di Luciana Fiocco vengono accompagnati in banca e scomparsa della donna: ricerche con cani e droni

Preoccupazione crescente per Luciana Fiocco, 50enne scomparsa da Amaseno, in provincia di Frosinone. Le ricerche, avviate dalle forze dell’ordine, sono in corso con l’ausilio di cani e droni per setacciare il territorio.

Luciana è scomparsa nella mattinata di lunedì 17 febbraio. Secondo le ricostruzioni, si trovava in auto con marito e figlia, che sono scesi in banca mentre lei attendeva fuori. Al loro ritorno, però, non l’hanno trovata e il suo telefono risultava spento.

I famigliari hanno sporto denuncia ai carabinieri, ma al momento le indagini proseguono per allontanamento volontario, senza che siano stati resi noti i motivi. È stato lanciato un appello dal Comune di Villa Santo Stefano tramite Facebook: “Chiunque abbia informazioni o l’abbia vista è pregato di contattare immediatamente le autorità competenti”.

L’identikit di Luciana Fiocco

Luciana Fiocco è di Villa Santo Stefano e, al momento della scomparsa, aveva capelli corti legati. Indossava pantaloni verde chiaro, un giubbotto nero e scarpe blu-grigie. Le zone di maggiore interesse per le ricerche sono Amaseno e Villa Santo Stefano, ma non si esclude che possa essersi spostata altrove, utilizzando mezzi pubblici. Chiunque abbia avvistamenti o informazioni su di lei è invitato a contattare le forze dell’ordine al Numero Unico delle Emergenze 112.

Ogni dettaglio può risultare prezioso per il suo ritrovamento.

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Colleghi al Gemelli vengono aggrediti da un medico: “Vi farò uccidere dalla ‘ndrangheta”

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Colleghi al Gemelli vengono aggrediti da un medico: “Vi farò uccidere dalla ‘ndrangheta”

È avvenuto un grave episodio di violenza al Policlinico Gemelli di Roma, dove un giovane medico di 32 anni ha minacciato e aggredito i colleghi. Il medico, proveniente da Messina, accompagnava un paziente in ambulanza per ricevere cure specialistiche.

La situazione è degenerata dopo un iniziale confronto con i colleghi sul trattamento del paziente. Insoddisfatto delle cure, il medico ha cominciato a proferire violenze verbali e minacce, fino a tentare di aggredire fisicamente i sanitari. In particolare, il 32enne ha vantato rapporti con i clan della ‘ndrangheta, minacciando di far uccidere i presenti. Mentre un medico e un infermiere si sono rinchiusi in una stanza per proteggersi, sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.

Al momento dell’arrivo della polizia, il medico ha tentato di aggredire anche un agente, venendo infine arrestato. Durante il periodo di detenzione, ha continuato a comportarsi in modo aggressivo, insultando gli agenti e danneggiando gli uffici. Secondo quanto riportato, avrebbe detto: “Adesso sono fatti vostri. io sono di Lamezia Terme e conosco i boss della zona. Ora diverrete un loro bersaglio. Vi farò uccidere tutti”.

Di fronte al giudice, ha riconosciuto di aver “esagerato” e ha chiesto scusa, ma l’arresto è stato confermato. Il medico dovrà rispondere di diversi reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.

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