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Sei tifosi portoghesi arrestati per aggressione agli steward allo Stadio Olimpico durante Roma-Porto

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Sei tifosi portoghesi arrestati per aggressione agli steward allo Stadio Olimpico durante Roma-Porto

Sei tifosi portoghesi sono stati arrestati in flagranza differita dagli agenti della Polizia di Stato dopo la partita Roma-Porto, tenutasi giovedì 20 febbraio allo Stadio Olimpico a Roma. Gli arresti sono avvenuti a seguito di un’aggressione nei confronti degli steward, che sono stati colpiti mentre tentavano di bloccare i tifosi portoghesi intenti a scavalcare la vetrata della tribuna Montemario dopo il secondo gol della Roma.

Intervento della Polizia

Durante il match, i poliziotti di servizio nello stadio sono intervenuti prontamente per riportare l’ordine nelle tribune. Il Gruppo Operativo per la Sicurezza ha acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che hanno documentato l’aggressione e permesso di identificare i responsabili. Al termine della partita, sei tifosi sono stati fermati mentre lasciavano lo stadio e successivamente portati negli uffici di polizia per gli accertamenti. Per loro è scattato l’arresto per violenza o minaccia contro gli addetti ai controlli.

Denunce di tifosi romanisti

Inoltre, due tifosi della Roma sono stati denunciati dopo il match per aver acceso fumogeni nel settore Monte Mario. A entrambi è stato imposto un provvedimento di Daspo di un anno. Un terzo tifoso romanista è stato anch’esso denunciato, poiché trovato in possesso di un fumogeno prima dell’ingresso allo stadio.

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

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Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte

La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.

Dettagli sulla sera della morte

Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.

Testimonianze e sviluppi delle indagini

La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.

Senza segni di violenza

I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

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Minacciata di morte dalla moglie: “Ti do ai miei amici e ti faccio prostituire”

Un uomo di 47 anni è stato condannato a tre anni e tre mesi di carcere dal Tribunale di Roma per maltrattamenti e stalking nei confronti della moglie. L’uomo è stato ritenuto responsabile di una serie di violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte e comportamenti ossessivi.

Tra le azioni più gravi, l’imputato minacciava la donna dicendole: “Ti do gratis ai miei amici, che ti fanno prostituire”. La vittima, come riportato dal Corriere della Sera, ha subito una spirale di violenze che includevano aggressioni fisiche, umiliazioni e pedinamenti. Numerosi episodi di violenza sono stati documentati in sede processuale.

Minacce di morte e aggressioni

L’imputato, accusando la moglie di tradimenti, l’ha minacciata con frasi come: “Se mi lasci ti ammazzo”. Le aggressioni comprendevano pugni e schiaffi, oltre a tentativi di controllo sulla sua vita, come il clonare il telefonino della donna. La situazione é degenerata quando lui stesso ha contattato i carabinieri, affermando: “Venite, altrimenti ammazzo mia moglie o la faccio ammazzare da qualcun altro”. L’intervento delle forze dell’ordine, seguito dalla denuncia della vittima, ha avviato le indagini che hanno portato al processo e alla conseguente condanna dell’uomo.

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