Attualità
Una madre malata di demenza viene uccisa e l’autrice del gesto finisce a processo: “Lasciata sola da tutti, ero disperata”

È finita a processo una donna di 39 anni accusata di omicidio volontario per aver ucciso sua madre, affetta da demenza senile, soffocandola. La donna, arrestata e attualmente in carcere da maggio 2024, ha raccontato in Aula la vita di assistenza che ha svolto per la madre, evidenziando l’assenza di aiuti da parte della famiglia e delle istituzioni.
La vita difficile dell’imputata
La madre, una sessantaseienne con demenza frontotemporale, richiedeva cure quotidiane, tra cui l’assunzione di farmaci e assistenza personale. In aula, l’imputata ha descritto un periodo di stress e sacrifici, esprimendo la sua frustrazione per non aver ricevuto supporto. Ha lanciato un appello alle istituzioni affinché non abbandonino coloro che si prendono cura di familiari malati.
I fatti del 9 maggio 2024
Il giorno della morte della madre, sembra che ci sia stata un’ennesima lite tra le due. Secondo le indagini, la donna ha afferrato il collo della madre fino a soffocarla. Successivamente, ha contattato le forze dell’ordine per confessare l’atto.
La testimonianza dell’imputata
In aula, l’imputata ha dichiarato: “Mia madre era tutto per me, era il mio mondo, la nostra quotidianità è diventata un incubo nel quale ho lottato incessantemente per vedere riconosciuta una malattia che sembrava tale solo ai miei occhi. In soli cinque mesi la persona più importante della mia vita era irriconoscibile e io mi sentivo sola e incompresa, abbandonata anche dai miei famigliari più stretti.” La donna ha anche menzionato che, nonostante le sue richieste di aiuto, il sistema sanitario le ha negato supporto, portandola a un profondo stato di disperazione.
Attualità
Arresto di padre e figlio trovati con 250mila euro falsi, una pistola e munizioni tenute illegalmente

Due uomini, un padre di 73 anni e un figlio di 48 anni, sono stati arrestati a Pomezia (Roma) per possesso di oltre 20mila euro in banconote false, unitamente a armi e munizioni detenute illegalmente.
Nella giornata di sabato 22 febbraio, i carabinieri della stazione di Torvaianica, in collaborazione con l’Aliquota operativa, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione dei due durante un’attività info-investigativa. Durante l’operazione, sono stati trovati 20.500 euro in banconote da cento euro, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e diverse munizioni, tra cui 28 a salve, sei cartucce calibro 22 e 60 cartucce calibro 12. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati poiché detenuti illegalmente.
I due arrestati, già noti alle forze dell’ordine, dovranno ora rispondere alle accuse di detenzione di monete contraffatte e di armi.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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