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Vigilantes uccidono ladro su via Cassia con un colpo di pistola che lo centra in piena fronte

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Vigilantes uccidono ladro su via Cassia con un colpo di pistola che lo centra in piena fronte

Antonio Ciurciumel è morto sul colpo: il proiettile esploso dalla guardia giurata ora indagata per omicidio colposo, lo ha raggiunto in piena fronte per poi uscire dalla nuca. Il risultato dell’autopsia.

La sera del 6 febbraio, Anton Ciurciumel, 24 anni, è stato colpito mortalmente da un solo colpo di pistola alla fronte. La pallottola è entrata dalla fronte per uscire dalla nuca, uccidendolo sul colpo. Il giovane stava scappando dopo un furto in un appartamento situato in via Cassia, quando è stato raggiunto dai proiettili sparati da Antonio Micarelli, 57 anni, guardia giurata, che ha esploso oltre dieci colpi contro i ladri in fuga. Micarelli è stato iscritto al registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario, e ora le indagini dovranno chiarire se possa sostenere di aver agito in legittima difesa.

Ciurciumel e i suoi complici, attualmente irreperibili, avevano fatto irruzione nell’abitazione di un professionista per tentare di aprire la cassaforte. Una volta all’interno, hanno trovato una donna ucraina, domestica del professionista, il cui trambusto ha allarmato i vicini, spingendo i ladri a fuggire senza riuscire a portare a termine il furto. Micarelli si è quindi lanciato all’inseguimento dei ladri fino al cortile.

Il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e il pubblico ministero Fabio Santoni ora dovranno chiarire la dinamica della sparatoria. Si dovrà stabilire a che distanza si trovasse la guardia giurata rispetto ai ladri e se questi stessero scappando verso la strada o minacciassero il vigilantes. Inoltre, il fatto che il colpo abbia colpito Ciurciumel frontalmente e che il corpo sia stato trovato nel cortile de “l’Ulivo”, segnalerebbe che i ladri si stavano già allontanando. È previsto per oggi l’interrogatorio del vigilantes, che fornirà la sua versione dei fatti agli inquirenti.

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Marito e figlia di Luciana Fiocco vengono accompagnati in banca e scomparsa della donna: ricerche con cani e droni

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Marito e figlia di Luciana Fiocco vengono accompagnati in banca e scomparsa della donna: ricerche con cani e droni

Preoccupazione crescente per Luciana Fiocco, 50enne scomparsa da Amaseno, in provincia di Frosinone. Le ricerche, avviate dalle forze dell’ordine, sono in corso con l’ausilio di cani e droni per setacciare il territorio.

Luciana è scomparsa nella mattinata di lunedì 17 febbraio. Secondo le ricostruzioni, si trovava in auto con marito e figlia, che sono scesi in banca mentre lei attendeva fuori. Al loro ritorno, però, non l’hanno trovata e il suo telefono risultava spento.

I famigliari hanno sporto denuncia ai carabinieri, ma al momento le indagini proseguono per allontanamento volontario, senza che siano stati resi noti i motivi. È stato lanciato un appello dal Comune di Villa Santo Stefano tramite Facebook: “Chiunque abbia informazioni o l’abbia vista è pregato di contattare immediatamente le autorità competenti”.

L’identikit di Luciana Fiocco

Luciana Fiocco è di Villa Santo Stefano e, al momento della scomparsa, aveva capelli corti legati. Indossava pantaloni verde chiaro, un giubbotto nero e scarpe blu-grigie. Le zone di maggiore interesse per le ricerche sono Amaseno e Villa Santo Stefano, ma non si esclude che possa essersi spostata altrove, utilizzando mezzi pubblici. Chiunque abbia avvistamenti o informazioni su di lei è invitato a contattare le forze dell’ordine al Numero Unico delle Emergenze 112.

Ogni dettaglio può risultare prezioso per il suo ritrovamento.

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Colleghi al Gemelli vengono aggrediti da un medico: “Vi farò uccidere dalla ‘ndrangheta”

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Colleghi al Gemelli vengono aggrediti da un medico: “Vi farò uccidere dalla ‘ndrangheta”

È avvenuto un grave episodio di violenza al Policlinico Gemelli di Roma, dove un giovane medico di 32 anni ha minacciato e aggredito i colleghi. Il medico, proveniente da Messina, accompagnava un paziente in ambulanza per ricevere cure specialistiche.

La situazione è degenerata dopo un iniziale confronto con i colleghi sul trattamento del paziente. Insoddisfatto delle cure, il medico ha cominciato a proferire violenze verbali e minacce, fino a tentare di aggredire fisicamente i sanitari. In particolare, il 32enne ha vantato rapporti con i clan della ‘ndrangheta, minacciando di far uccidere i presenti. Mentre un medico e un infermiere si sono rinchiusi in una stanza per proteggersi, sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.

Al momento dell’arrivo della polizia, il medico ha tentato di aggredire anche un agente, venendo infine arrestato. Durante il periodo di detenzione, ha continuato a comportarsi in modo aggressivo, insultando gli agenti e danneggiando gli uffici. Secondo quanto riportato, avrebbe detto: “Adesso sono fatti vostri. io sono di Lamezia Terme e conosco i boss della zona. Ora diverrete un loro bersaglio. Vi farò uccidere tutti”.

Di fronte al giudice, ha riconosciuto di aver “esagerato” e ha chiesto scusa, ma l’arresto è stato confermato. Il medico dovrà rispondere di diversi reati, tra cui resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.

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