Cronaca
16enne in condizioni critiche dopo lite per 60 euro

Un grave episodio di violenza si è verificato a Frascati, dove un giovane di quasi 17 anni, Matteo, è stato accoltellato da un compagno di scuola di 14 anni, il quale, armato di un coltello da cucina di 20 centimetri, ha colpito il ragazzo al cuore durante una colluttazione. Il momento critico è arrivato dopo alcune spinte e schiaffi tra i due, culminando in un solo colpo fatale. Nonostante il giovane inizialmente non si sia reso conto della gravità della situazione, il dolore è diventato insopportabile dopo pochi istanti.
I SOCCORSI
Una dottoressa di passaggio sulla viale Annibal Caro ha giocato un ruolo cruciale nel soccorso di Matteo, riuscendo a tenerlo in vita per 15 minuti in attesa dell’ambulanza. Trasportato al policlinico romano di Tor Vergata, il giovane ha subito un arresto cardiaco e ora è in condizioni critiche. L’aggressore, poco più giovane, ha confessato di aver accoltellato Matteo e ha dichiarato di aver trovato il coltello per strada; tuttavia, gli investigatori non hanno creduto alla sua versione, poiché l’arma è stata recuperata da lui stesso nei pressi del luogo dell’aggressione. Il minore è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
LA DINAMICA
La dinamica dell’aggressione è stata ricostruita grazie ai video di sorveglianza e testimonianze. Intorno le 20.30, Matteo e i suoi amici erano sui “Vialoni” quando l’aggressore, insieme alla fidanzata, lo ha chiamato. Dopo un breve scambio di parole, è iniziata la colluttazione. Durante il confronto, il 14enne ha estratto il coltello e colpito Matteo, provocandogli danni gravissimi. Segue la fuga dell’aggressore, che abbandona il coltello e si rifugia a casa della fidanzata, non coinvolta nell’accaduto. Il ragazzo è stato rintracciato e arrestato poche ore dopo l’aggressione.
Le famiglie dei due minorenni stanno vivendo un momento di sgomento, denunciando la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni verso i luoghi di ritrovo giovanile, evidenziando come tali eventi possano essere il risultato di comportamenti deviati. La comunità è in apprensione, mentre Matteo continua la sua lotta per la vita e attorno a lui crescono le speranze e le preghiere dei famigliari.
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Come è scoppiata la violenza in piena notte?
Due giovani italiani, appena conosciuti, avevano deciso di passare una serata speciale durante Pasqua, passeggiando per le vie del centro storico. Ma quella che doveva essere una notte romantica si è trasformata in un incubo: sono stati brutalmente aggrediti e derubati da tre nordafricani, solo per essersi mostrati affettuosi. Immaginate la scena: abbracciati mentre camminano, quando improvvisamente insulti omofobi esplodono dall’ombra, trasformando un momento innocente in un’esplosione di violenza.
I testimoni raccontano l’orrore: cosa è successo davvero?
L’attacco è avvenuto sotto gli occhi attoniti di passanti, lungo via dei Fori Imperiali, poco dopo le sei del mattino del 20 aprile. I tre aggressori – un tunisino e due egiziani, uno dei quali minorenne – hanno iniziato con urla come “Vergognatevi!”, passando rapidamente a calci, pugni e persino spray al peperoncino. Uno dei ragazzi è caduto a terra, stordito, e i malviventi ne hanno approfittato per rubargli il borsello con soldi, carte e documenti. Ma ecco il colpo di scena: diversi testimoni, tra cui una turista ucraina di 18 anni, hanno filmato tutto con il cellulare, fornendo prove cruciali per l’arresto.L’inseguimento e la cattura: i colpevoli sono stati fermati?
Le forze dell’ordine sono state allertate da passanti preoccupati, che hanno chiamato i soccorsi descrivendo la scena come “indemoniata”. I carabinieri sono intervenuti rapidamente, bloccando i tre aggressori mezz’ora dopo l’attacco, lungo via Manin. Grazie alle descrizioni delle vittime e al video della turista, i sospettati – residenti a Latina – sono stati identificati e perquisiti, con la refurtiva trovata addosso. Un arresto che potrebbe rivelare molto di più su questi raid improvvisi.
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Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
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