Attualità
Accetti riconosciuto dal barista Orlandi-Gregori, l’avvocato della sorella di Mirella esprime sorpresa

Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi
Nuove rivelazioni emergono nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori. Dopo l’audizione di Giuseppe Calì, barista del locale dei De Vito, l’avvocato Nicodemo Gentile, rappresentante della sorella di Mirella, Maria Antonietta, ha commentato: “Un dettaglio inedito quello di Accetti e De Pedis. Ma io lo terrei lontano dalla scomparsa di Mirella Gregori”.
Dettagli sull’audizione di Giuseppe Calì
Calì, che lavorava nel 1983 al bar della migliore amica di Mirella, ha fornito informazioni che sollevano interrogativi. Ha rivelato: “Giuseppe Calì sicuramente è una persona che ha cercato sempre in buona fede di contribuire all’accertamento dei fatti sulla scomparsa di Mirella Gregori”. Durante la sua audizione, haanche ricordato di aver visto, per la prima volta, Marco Accetti e Enrico De Pedis nel bar. L’avvocato Gentile ha espresso riserve riguardo a queste affermazioni, richiamando l’attenzione sul fatto che Calì precedentemente aveva descritto un’altra persona.
Nuove informazioni e riserve
Le dichiarazioni di Calì, considerato uno degli ultimi a vedere Mirella, hanno attirato l’attenzione. “Le sue dichiarazioni hanno sempre creato molta attenzione… E cita anche De Pedis”, ha detto Gentile, sottolineando funziona di cautela davanti a nuove testimonianze. L’avvocato ha evidenziato la necessità di verificare alcuni dettagli, in particolare riguardo agli orari forniti da Fabio De Rosa, fidanzato di Sonia De Vito, che risultano in contraddizione con le affermazioni di Calì sulla temporizzazione della scomparsa della ragazza.
Quest’ultimo sviluppo indica che, nonostante il passare del tempo, la ricerca della verità sulla scomparsa di Mirella Gregori continua a rimanere complessa e intricata.
Attualità
Omicidio di Serena Mollicone: l’assoluzione dei Mottola è stata annullata dalla Cassazione

Ci sarà un nuovo appello bis per l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto 24 anni fa ad Arce. La questione centrale rimane la presenza della ragazza nella caserma.
La Corte di Cassazione ha disposto un nuovo processo di appello bis riguardante l’omicidio di Serena Mollicone, trovata morta nel giugno 2001 nel bosco di Fontecupa, in provincia di Frosinone. Questo sviluppo segue l’assoluzione della famiglia Mottola in primo e secondo grado, ripristinando l’interesse sul caso. Le motivazioni della Cassazione saranno comunicate entro novanta giorni. Tuttavia, il punto cruciale che potrebbe determinare l’identità dell’assassino pare essere nuovamente quello della caserma.
Il nodo della caserma
Secondo i giudici di primo e secondo grado, non ci sono prove che Serena Mollicone sia entrata nella caserma di Arce il primo giugno 2001, allora comandata da Franco Mottola. Tuttavia, i carabinieri del Ris sostengono che Serena sia stata uccisa nella caserma e il suo cadavere successivamente trasportato nel bosco. È possibile che la Cassazione non abbia considerato sufficienti le motivazioni presentate da precedenti giudici riguardo all’assenza di prove sulla presenza della ragazza nella caserma.
Difesa dei Mottola
“Il pool di difesa della famiglia Mottola attende serenamente le motivazioni di questo rinvio per vedere quali punti devono ancora essere discussi e approfonditi in fase di appello – ha dichiarato il consulente della famiglia Mottola e criminologo Carmelo Lavorino. – Gli avvocati faranno di tutto per far assolvere nuovamente i nostri assistiti. Se la Corte chiede nuovi approfondimenti, ci saranno senza nessun problema. L’annullamento della sentenza dice solo che deve essere motivata meglio, aspettiamo cosa dice la Cassazione”. I Mottola, secondo il criminologo, sono “tranquilli e sereni” nonostante i ritardi che potrebbero compromettere la ricerca del vero assassino.
Il vicebrigadiere Santino Tuzi
A collocare Serena Mollicone all’interno della caserma era stato il brigadiere Santino Tuzi, deceduto per suicidio sette anni dopo l’omicidio. Qualche giorno prima della sua morte, Tuzi aveva affermato che la ragazza era entrata nella caserma. La procura sostiene che Serena sia stata uccisa dalla famiglia Mottola per la sua intenzione di denunciare Marco Mottola, accusato di spaccio. Tuttavia, i giudici avevano ritenuto non attendibile la testimonianza di Tuzi, il che portò all’assoluzione degli imputati, ora a rischio di condanna nel nuovo processo.
Attualità
Ricercatori precari partecipano a un flash mob alla CRUI: “In migliaia perderanno il lavoro per i tagli del Governo”

Una mobilitazione dei precari delle università romane ha avuto luogo questa mattina, in risposta ai tagli del Governo al Fondo di finanziamento ordinario. Gli studenti e i dottorandi hanno chiesto alla Crui di prendere una posizione chiara sulla questione.
Un gruppo di partecipanti, provenienti da Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre, ha organizzato un flash mob presso la sede della Conferenza dei rettori delle università italiane. Hanno denunciato il “consistente definanziamento dell’università” che metterà a rischio diversi posti di lavoro e avrà un impatto negativo sulla qualità della ricerca e dell’offerta formativa pubblica.
Richiesta di sostegno ai rettori
“Chiediamo ai rettori e alle rettrici di stare dalla parte dei precari, dei dottorandi e degli studenti,” hanno affermato i lavoratori. Hanno evidenziato che con il taglio di “1,2 miliardi al Fondo di Finanziamento Ordinario, circa 2/3 delle/dei 30 mila precarie/precari dell’Università pubblica italiana rischiano di essere disoccupati” nel breve termine. La somma di 37 milioni per il bando sui Contratti di Ricerca è stata definita “briciole”, considerando l’ampio numero di precari in scadenza e dottorandi in attesa di lavorare nel settore della ricerca.
Lettera alla rettrice Iannantuoni
Durante l’evento è stata consegnata una lettera alla rettrice Giovanna Iannantuoni, chiedendo un intervento decisivo per prevenire la perdita imminente di posti di lavoro tra gli assegnisti di ricerca, con tagli significativi previsti per il 2024 e oltre. “Con speranza avevamo accolto le dichiarazioni critiche sui tagli,” è stato riportato nella lettera, lamentando la scarsa considerazione riservata al problema nei recenti Stati generali dell’Università.
Gli studenti hanno poi annunciato una nuova mobilitazione per il 20 marzo, in occasione della giornata nazionale dell’Università, ribadendo la loro richiesta per un’“Università pubblica forte, senza precariato né sfruttamento.”
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