Cronaca
Adolf Neumeier, mistero sulla morte del musicista a Roma e la sua eredità milionaria

La riapertura delle indagini sulla morte di Adolf Neumeier, il musicista trovato deceduto il 9 aprile scorso, si è fatta sempre più concreta con la richiesta dei legali del cugino, che include la riesumazione del corpo e l’analisi di prove non ancora esaminate. L’autopsia iniziale aveva concluso che l’uomo, di 93 anni, era morto per cause naturali, e il decesso sarebbe avvenuto tra le due e le sette di mattina. Tuttavia, dettagli riguardanti l’ambiente in cui è stato trovato il corpo hanno sollevato sospetti tra i legali.
I SOSPETTI
I legali hanno fatto notare particolarità inquietanti, come il letto perfettamente rifatto e il fatto che Neumeier fosse vestito con le scarpe. Inoltre, il mobile bianco, sul quale sarebbe caduto, non presentava segni di sangue. Nonostante non ci fossero segni di effrazione, l’ordine trovato in casa è considerato strano, soprattutto perché il materasso era a terra e richiederebbe uno sforzo significativo per essere sistemato. L’analisi suggerisce che la vittima fosse stata svegliata intorno alle sei, e che il letto potesse essere stato sistemato da qualcun altro, potenzialmente l’autore dell’aggressione. A supporto di questa teoria, sul corpo sono state rinvenute altre lesioni, tra cui un grosso ematoma allo stomaco e costole fratturate.
LE RICHIESTE
Tra le richieste presentate dai legali c’è anche l’analisi di presunti schizzi di sangue rinvenuti sulla scatola vicina al corpo e il sequestro dell’abitazione per ulteriori prove. Inoltre, si prevede una nuova audizione delle due badanti che hanno scoperto il corpo. Un elemento di complicazione è che una di queste badanti aveva una relazione con la vittima e possedeva un testamento datato 2001, che lo renderebbe erede dei beni di Neumeier. Si è appreso che il badante aveva chiesto di trasferirsi nella casa del musicista, che al momento non abitava più, ma di cui deteneva ancora le chiavi.
Cronaca
Via libera in arrivo dal Consiglio dei Ministri

Una capitale, sulla carta. Una Regione nei fatti. Il governo sta accelerando sulla riforma di Roma, con Giorgia Meloni che intende mantenere la promessa di trasformare la Capitale in un ente amministrativo dotato di poteri equivalenti a quelli di una Regione, escluse alcune funzioni come la Sanità.
Il Vertice
Nelle prossime settimane, un disegno di legge costituzionale che riscrive i poteri di Roma sarà presentato al Consiglio dei ministri. La riunione di governo di ieri mattina ha avuto lo scopo di finalizzare i dettagli e dare il via libera politico alla riforma. A partecipare sono stati i ministri Roberto Calderoli ed Elisabetta Casellati, insieme a rappresentanti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre la premier Meloni segue a distanza.
Il DDL
Il disegno di legge nasce da una bozza di Forza Italia, con alcune novità. La Capitale avrà poteri tipici di una Regione, eccetto per alcune funzioni specificate nell’articolo 117 della Costituzione, tra cui la Sanità. Una novità rilevante concerne l’autonomia finanziaria dei municipi, che potranno redigere bilanci autonomi.
Il Segnale
Meloni intende inviare un segnale politico, promettendo di attivare il primo semaforo verde al Consiglio dei ministri nelle prossime settimane, mirando a un’approvazione della riforma entro le elezioni per il Campidoglio del 2027, un punto cruciale per il futuro della Capitale.
Cronaca
Roma si trasforma: il Giubileo e il Pnrr rilanciano la città tra attrattività e competitività

Roma si presenta al Mipim, il Marché international des professionnels de l’immobilie, come una città “Open to the future”, pronta a lanciare una sfida ai potenziali investitori. Il sindaco, Roberto Gualtieri, ha illustrato la trasformazione attualmente in atto e le nuove opportunità per investimenti nel settore del real estate e delle infrastrutture.
Progetti e opportunità
Gualtieri ha sottolineato che i “progetti di rigenerazione di piazze, strade, parchi, infrastrutture” avviati l’anno scorso sono già diventati realtà, ma è fondamentale continuare a lavorare. Ha dichiarato che la presenza di Roma al Mipim è raddoppiata rispetto all’anno precedente, presentando una serie di progetti in fase di realizzazione mai visti prima. “Ci presentiamo come uno dei luoghi più interessanti in cui partecipare a progetti pubblico-privati di trasformazione della città”, ha affermato il sindaco, evidenziando l’importanza della riqualificazione degli spazi urbani abbandonati.
Modelli di trasformazione
Gualtieri ha affrontato la necessità di un “nuovo modello, innovativo e competitivo” per garantire trasparenza e efficienza nei rapporti con gli investitori. Ha messo in evidenza l’importanza di avere “tempi certi e obiettivi ambiziosi” per raggiungere risultati significativi nella trasformazione urbana. Il sindaco ha riconosciuto che un passo cruciale è lo sblocco delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale, che potrebbe rappresentare un “fortissimo volano per una grande operazione di rigenerazione urbana nel segno della sostenibilità”.
Futuro di Roma
Gualtieri ha concluso parlando della necessità di un approccio chiaro riguardo alle aspettative degli investitori, garantendo risposte tempestive e definite ai progetti che possono realizzarsi. Ha espresso fiducia che la presenza di Roma al Mipim condurrà a obiettivi sempre più ambiziosi, non solo nel settore dell’hotellerie, ma anche nelle aree residenziale, servizi, logistica, industriale e nei data center.
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