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Aggressione a un vigilante alla fermata Jonio della Metro B: “Sono stato colpito da tre ragazzini”

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Aggressione a un vigilante alla fermata Jonio della Metro B: “Sono stato colpito da tre ragazzini”

Una guardia giurata di 60 anni è stata aggredita alla fermata Jonio della Metro B di Roma durante un’intervento per placare un gruppo di giovani che stava creando disordini. Nella notte tra sabato e domenica, l’uomo ha chiesto ai ragazzi di smettere di disattivare le scale mobili, ma ha subito un attacco.

La sua testimonianza è stata riportata dal quotidiano La Repubblica: “Stavano disattivando tutte le scale mobili, sono intervenuto per chiedergli di uscire. Mi hanno dato un pugno sul viso e quando ero in terra mi hanno riempito di calci in testa”. Soccorso poco dopo l’aggressione, la guardia giurata è stata portata al policlinico Umberto I, dove è in attesa di possibili interventi chirurgici per una frattura al braccio sinistro e ha subito diversi traumi al volto.

I carabinieri del nucleo radiomobile sono intervenuti sul luogo per raccogliere informazioni e avviare le indagini. La vittima ha descritto i responsabili come giovanissimi: “Erano giovanissimi, sembravano italiani, forse minorenni, ma non sono sicuro, perché avevano tutti la testa coperta dal cappuccio della felpa, non ho avuto modo di parlarci”. Al momento, i tre aggressori non sono stati identificati e le forze dell’ordine stanno analizzando i filmati delle telecamere di sicurezza per rintracciarli.

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Maestro di chitarra condannato a 4 anni di reclusione per aver convinto allieva 13enne a inviargli foto intime

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Maestro di chitarra condannato a 4 anni di reclusione per aver convinto allieva 13enne a inviargli foto intime

I giudici di primo grado hanno condannato a quattro anni di reclusione un 30enne maestro di chitarra, accusato di pornografia minorile. L’imputato ha convinto una ragazzina di 13 anni, alla quale avrebbe dovuto insegnare musica, a inviargli foto intime.

La dinamica degli eventi

Il processo si è svolto con rito abbreviato e la sentenza è stata emessa dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo. La madre della ragazza, assistita dall’avvocato Fabio Clementi, si è costituita parte civile. Secondo quanto riportato da La Repubblica, l’adolescente aveva manifestato l’intenzione di imparare a suonare la chitarra, spingendo i genitori a contattare l’imputato.

Le indagini

Durante le indagini, gli inquirenti hanno ricostruito vari scambi di messaggi tra il maestro e l’allieva. L’uomo, dopo aver guadagnato la fiducia della giovane, l’avrebbe persuasa a scattarsi foto intime da inviargli. La situazione è venuta alla luce grazie ai sospetti della madre, che ha notato un comportamento anomalo nella figlia e ha denunciato l’accaduto. La condanna è quindi scaturita dalla gravità delle accuse di pornografia minorile a carico dell’istruttore.

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Antonio Micarelli è stato arrestato dopo aver ucciso un ladro che tentava di scappare, considerata la non legittima difesa.

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Antonio Micarelli è stato arrestato dopo aver ucciso un ladro che tentava di scappare, considerata la non legittima difesa.

Antonio Micarelli, un vigilante a Roma, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario dopo aver ucciso un ladro, Antonio Ciurciumel, lo scorso febbraio. La custodia cautelare è stata disposta dal gip del tribunale di Roma, basandosi su un video che dimostrerebbe la mancanza di legittima difesa.

Il Delitto in Via Cassia

La vicenda risale al 6 febbraio, quando Ciurciumel è stato colpito mortale alla testa mentre cercava di fuggire dopo una rapina in un condominio di via Cassia. Due ladri, insieme ad altri complici, avevano preso in ostaggio una badante per sottrarre beni da un’abitazione, ma, al rientro di Micarelli, la situazione è degenerata. Il vigilante ha aperto il fuoco verso i malviventi, colpendo Ciurciumel, che è deceduto alcune ore dopo in ospedale.

La Questione della Legittima Difesa

Secondo gli avvocati di Micarelli, “nel caso in cui una persona spari ad un ladro in fuga, come quanto accaduto sulla Cassia, non si configura la difesa legittima in quanto viene a mancare il primo principio elencato sopra, ossia quello di pericolo attuale.” La giurisprudenza ha già stabilito che un ladro in fuga rappresenta “un pericolo ormai passato”, escludendo la possibilità di legittima difesa, ma si precisano anche “particolari situazioni che vanno valutate caso per caso”.

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