Attualità
Aggressore arrestato dopo il massacro a bastonate di Vittorio Rapisarda, in corso la caccia ai mandanti

Lo scorso 4 ottobre, Vittorio Rapisarda, Provveditore per le opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, è stato aggredito nell’androne della sua abitazione in via delle Carrozze, a pochi passi da Piazza di Spagna, nel centro di Roma.
Arresto dell’aggressore
Le forze dell’ordine hanno già arrestato l’aggressore e stanno attualmente indagando su possibili mandanti dietro l’episodio violento.
Gli inquirenti seguono diverse piste per chiarire i motivi dell’attacco e la possibile connessione con altre persone.
Attualità
21enne accoltellato sulla pancia durante una rissa a Roma, trasporto d’urgenza in ospedale

Paura a Roma, nella periferia est della capitale, per una rissa nella notte: ad avere la peggio un ragazzo di 21 anni sulla pancia.
Durante la notte tra venerdì 7 e sabato 8 marzo, una rissa è avvenuta a Torre Angela, in via di Torrenova, dove cinque persone sono rimaste coinvolte. Il giovane di 21 anni ha subito ferite gravi, essendo stato accoltellato alla pancia.
I fatti della rissa
La rissa è scoppiata intorno alle 4 del mattino, coinvolgendo cinque ragazzi in strada. Il ragazzo di 21 anni ha riportato ferite gravi sia alla pancia che al braccio a seguito dell’aggressione.
L’arrivo dei soccorsi
Subito dopo l’allerta, sono intervenuti gli operatori del pronto soccorso sanitario del 118. Dopo aver fornito le prime cure, il ventunenne è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso del policlinico Tor Vergata, dove è stato accolto con un codice rosso. Fortunatamente, non si troverebbe in pericolo di vita.
Indagini in corso
Oltre ai soccorritori, sul luogo sono giunti anche gli agenti del distretto Casilino e della Squadra Mobile di Roma. Al loro arrivo, i partecipanti alla rissa erano già fuggiti. Le indagini sono attualmente in corso.
Attualità
La moglie è stata abusata per venti anni: “Se ti uccido non mi fanno niente e le tue figlie restano orfane”

Una donna ha denunciato il marito, un ex poliziotto della penitenziaria, dopo venti anni di minacce e violenze. Il processo si è concluso con una condanna a quattro anni di reclusione per l’uomo, che non ha rispettato gli arresti domiciliari.
Minacce e violenze
“Ti uccido e le tue figlie restano orfane”, diceva alla moglie, sottoposta a continui abusi. Secondo le ricostruzioni, tutto è iniziato nel 2001 con la nascita della prima figlia. L’uomo insultava la moglie, si appropriava del suo stipendio e tornava a casa sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La situazione, ben presto, è diventata insostenibile.
Un episodio drammatico
Le violenze fisiche si sono cronicizzate, culminando in un episodio in cui l’uomo ha sferrato un calcio al ventre della moglie incinta, causando un aborto. La donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito solo dopo essere assistita dall’avvocato Francesco Missori, portando l’uomo a processo.
Minacce dopo la denuncia
In seguito alla denuncia, il marito ha intensificato le minacce, promettendo di ucciderla se non avessero riallacciato i rapporti. Non rispettando gli arresti domiciliari, ha tentato di contattarla ripetutamente, il che ha portato al suo trasferimento in carcere.
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