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Cronaca

Assegni circolari come veicolo per presunte tangenti

A seguito di un lungo processo legato a presunti illeciti nella società Axsoa, Raffaella Bigozzi, conosciuta come Raffaella Bergè, è stata condannata a cinque anni di reclusione per riciclaggio. Le accuse riguardano l’utilizzo di assegni circolari per occultare denaro proveniente da un presunto giro di tangenti, collegate alla società di certificazione in cui operava il marito, che rilasciava attestazioni d’idoneità per gare d’appalto pubbliche.

IL PROCESSO

Le indagini della procura e del Nucleo speciale tutela mercati della Finanza su Axsoa hanno fatto emergere un sistema illecito in cui, secondo la Procura, l’azienda avrebbe offerto autentiche attestazioni per oltre 700mila euro, consentendo la partecipazione a gare pubbliche senza i requisiti legali. Nel 2013, Raffaella Bergé e il marito, Mario Calcagni, furono tra i nove arrestati. La gip Simonetta D’Alessandro ha descritto un “collaudato e organizzato sistema” all’interno di Axsoa, mentre la maggior parte degli imputati ha visto le accuse cadere in prescrizione. Alla fine, solo Bergé è stata condannata per riciclaggio, mentre quattro altre persone sono state assolte.

L’ASSEGNO

Secondo i documenti processuali, Raffaella Bergè, “risultando beneficiaria di un assegno circolare di 200mila euro, compiva operazioni atte ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa”. L’attrice, nata a Roma 55 anni fa, ha guadagnato notorietà con il ruolo di Marina Kroger nella soap opera CentoVetrine e ha continuato a lavorare in diverse produzioni televisive. Insieme a Calcagni, è stata tra gli assolti della vicenda, ma il caso potrebbe riaprirsi per bancarotta fraudolenta, dato il fallimento della Axsoa.