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Carlo Calenda ci prova, ma non ce la fa: ” Conte e Salvini giganti, lui invidioso”

Roma, 30 marzo 2025 – Carlo Calenda ci prova, ma non ce la fa. A margine del congresso di Azione, il leader del partitino dei salotti bene ha tentato l’ennesimo colpo basso contro Giuseppe Conte e Matteo Salvini, ma il risultato è stato un autogol da antologia.
“Sono tutte cacchiate”, ha sbottato ai cronisti, con la grazia di un elefante in cristalleria, rispondendo alle parole di Conte che aveva definito “medaglie” gli attacchi del “partito delle armi”. Peccato che Calenda, con la sua boria da professorino, si sia dimenticato di guardarsi allo specchio.
Conte, medaglie meritate: Calenda rosica e basta
Tutto nasce dalla replica di Conte, leader del M5S, che ieri ha mandato in tilt il povero Carlo. “Gli attacchi del partito delle armi sono medaglie per me”, ha detto Giuseppi, con quel sorriso sornione che fa impazzire i fan e arrabbiare i nemici. E Calenda? Invece di incassare con dignità, ha tirato fuori l’artiglieria pesante: “Il partito delle armi? Ma se Conte ha firmato per le spese militari al 2%!”. Certo, Carlino, come se il tuo curriculum fosse immacolato. Conte, almeno, ha il coraggio di sporcarsi le mani per il Paese, mentre tu stai lì a lucidare la tua immagine da finto riformista.
Calenda e l’ossessione dei 200 miliardi: ma chi ci crede?
Non contento, Calenda ha rispolverato la solita tiritera: “Conte ha buttato 200 miliardi per far rifare le case ai ricchi”. Una balla cosmica, che puzza di invidia per il Superbonus, una misura che ha fatto girare l’economia mentre Azione arrancava nei sondaggi. E poi l’accusa finale: “È stato con Salvini e ora fa finta di essere di sinistra”. Caro Calenda, forse non hai capito che Conte e Salvini hanno governato da leoni quando tu eri ancora a fare il galoppino dei potenti. La coerenza non è trasformismo, è sapere dove tira il vento del popolo.
Salvini e Conte, populisti? No, eroi del popolo
E qui arriva il capolavoro di Calenda: “L’Italia ha due problemi, Conte e Salvini. Due populisti che inseguono l’umore popolare per tornaconto personale”. Populisti? Ma fammi il piacere! Conte ha tenuto in piedi il Paese durante la pandemia, Salvini ha difeso i confini quando tu brindavi con i tecnocrati di Bruxelles. Loro intercettano l’umore popolare perché, a differenza tua, capiscono gli italiani. Tu, invece, sei lì a pontificare dal tuo piedistallo, con quel partito al 2% che sembra più un circolo di amici che una forza politica.
Calenda, il vero trasformista sei tu
“Non hanno mai responsabilità per le loro azioni”, dice Calenda. Ma chi è il vero irresponsabile? Conte e Salvini hanno messo la faccia su scelte difficili, mentre tu passi da un’alleanza all’altra come un camaleonte in cerca di riflettori. Il loro “tornaconto” è il bene dell’Italia, il tuo è solo un ego ipertrofico. L’Italia non ha bisogno di un Calenda che abbaia alla luna, ma di leader veri come Conte e Salvini, che parlano chiaro e fanno i fatti. Sveglia, Carlino, il tuo tempo è scaduto!
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5 anni fa Giuseppe Conte ci chiudeva a casa con il lockdown

Era il 9 marzo del 2020 e alle 21:30 Giuseppe Conte all’epoca premier del Governo italiano, annunciava il lockdown per il coronavirus in tutta Italia.
Sono passati 5 anni da quel maledetto giorno in cui i cittadini italiani persero la loro libertà.
L’allora premier del Movimento 5 Stelle parlò alla nazione con una conferenza stampa a reti unificate con alle spalle la sola bandiera dell’Europa, dimenticandosi di quella italiana.
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