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Carlo Calenda reagisce a scritte contro di lui davanti alla scuola del figlio

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Carlo Calenda reagisce a scritte contro di lui davanti alla scuola del figlio

Scritte vandaliche contro Carlo Calenda, leader di Azione, sono apparse su un muro situato davanti alla scuola frequentata da suo figlio. Il parlamentare ha condiviso un’immagine della scritta sui suoi profili social.

Calenda ha commentato: ‘È vergognoso, ma non mi fermeranno’. Questo episodio ha suscitato reazioni nel panorama politico, evidenziando tensioni e polarizzazioni in atto.

Le scritte vandaliche rappresentano un attacco personale e sollevano interrogativi su un clima di intolleranza crescente nel dibattito pubblico.

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Cronaca

Continuerò nonostante le difficoltà

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Continuerò nonostante le difficoltà

Miriam, una giovane arbitra di 16 anni di Roma, ha recentemente vissuto un episodio spiacevole durante una partita di calcio. Lo scorso 23 febbraio, mentre dirigeva l’incontro tra l’Achillea e il Grifone Gialloverde, è stata bersagliata da insulti sessisti da parte di un padre dei giocatori ospiti. «Ma come fa una femmina ad arbitrare?», «Non capisce un c…, è donna», «Vai a fare gli gnocchi?» sono solo alcune delle frasi riportate da il Corriere della Sera.

Riflessioni su un trattamento iniquo

Miriam ha espresso la sua preoccupazione riguardo al trattamento riservato agli arbitri, dichiarando: «Purtroppo non è stato un caso isolato. Gli arbitri, indipendentemente dall’età e la categoria, sono spesso oggetto tutte le settimane di commenti volgari e spiacevoli». Ha già affrontato situazioni simili in passato e ha notato che tali eventi rendono le persone più consapevoli. Tuttavia, ha affermato di non avere ritirato la sua candidatura ad arbitrare: «Assolutamente no, anzi. Se fossero bastati i commenti di persone che nemmeno conosco avrei smesso molto tempo fa».

Motivazioni e empatia

La passione per il calcio è ciò che spinge Miriam a proseguire nonostante le difficoltà. «La felicità, l’adrenalina e tutte le sensazioni che mi pervadono quando scendo in campo» sono le sue motivazioni principali. A chi insulta e manca di rispetto agli arbitri, Miriam invierebbe un messaggio: «Di provare ad avere un po’ di empatia. Siamo anche noi delle persone che, come i giocatori, sbagliano e abbiamo giornate no».

Supporto e interesse

Miriam si confronta con altre arbitre donne durante riunioni tecniche e allenamenti, un’opportunità per ricevere supporto. Inoltre, è sempre accompagnata da un familiare alle partite: «Sì, praticamente sempre o mio padre o mia madre». A scuola, i suoi compagni sono curiosi e interessati alla sua passione per l’arbitraggio, dimostrandosi divertiti e pronti a porre domande.

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Cronaca

Incatenato dalle conversazioni con la fidanzata incinta

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Incatenato dalle conversazioni con la fidanzata incinta

Un anno dopo l’incidente che costò la vita allo chef Roberto Brancaccio, le indagini hanno portato all’arresto di Arjan L., un 31enne di origini albanesi. La tragedia avvenne la notte del 14 dicembre 2023 quando Brancaccio, 41 anni, venne travolto mentre era in scooter lungo la via Nomentana. Dopo lo scontro mortale, il conducente dell’Alfa Romeo, che viaggiava con la compagna incinta, si allontanò facendo perdere le proprie tracce. L’auto coinvolta fu rinvenuta pochi giorni dopo ma ripulita di ogni indizio. Gli investigatori, attraverso intercettazioni e pedinamenti, sono riusciti a identificarlo e fermarlo sulla via Cristoforo Colombo. L’arrestato è accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso.

LA LATITANZA

Un testimone fornì informazioni cruciali per rintracciare il fuggitivo, portando gli agenti a scoprire che il proprietario dell’auto aveva venduto il veicolo senza formalizzare il passaggio di proprietà. Per settimane, la compagna del pirata della strada fu sotto sorveglianza, ma di lui non c’era traccia. Dopo ripetuti tentativi di intercettazione, gli investigatori superarono le difficoltà grazie a un cambio di intestazione delle schede telefoniche.

I NODI

Le indagini continuano e gli agenti stanno valutando di indagare il proprietario dell’auto per favoreggiamento. Inoltre, si sta cercando di mappare la rete di contatti del fuggitivo, contribuendo a definire il quadro dell’incidente che portò alla morte di Brancaccio, il quale rientrava a casa dai suoi due figli dopo il turno di lavoro all’Osteria di Agrippa, vicino al Pantheon.

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