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Casa dell’archistar Paolo Portoghesi a Calcata in vendita con ponte levatoio e canne d’organo

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Casa dell’archistar Paolo Portoghesi a Calcata in vendita con ponte levatoio e canne d’organo

Christie’s International Real Estate-Rome Exclusive ha annunciato la vendita della casa-studio dell’architetto Paolo Portoghesi, situata a Calcata, al prezzo di 490.000 euro e con una superficie di 200 metri quadrati.

Un’architettura che racconta passioni

La casa, caratterizzata da un ingresso con ponte levatoio e canne d’organo, riflette le passioni di Portoghesi per la musica e l’architettura, conferendole un’atmosfera medievale che ricorda un castelletto immerso nel verde della campagna viterbese. L’architetto, noto per la progettazione della Moschea e di Casa Papanice, è deceduto all’età di 92 anni il 30 maggio 2023.

Dettagli sulla proprietà

Descritta nell’annuncio come “Tra le colline di Calcata, luogo prediletto dal grande architetto, la casa si erge maestosa su un ettaro di terreno, abbellito da piante ornamentali, alberi da frutto ed un terrazzo con una vista mozzafiato sull’oasi naturale parco del Treja”, la casa offre un panorama di ulivi e presenta una facciata composta di blocchetti di tufo.

Caratteristiche interne

La casa-studio è attualmente in vendita come un rudere, comprendente cinque locali. La disposizione prevede un salone doppio con cucina a vista e un bagno con sauna al pian terreno; al primo piano ci sono un ingresso di rappresentanza, due camere e un bagno; infine, al secondo piano, vi è una grande sala, un bagno e un terrazzo. Completano la proprietà due locali tecnici, un grande terrazzo belvedere e un’area pavimentata idonea per il posteggio auto e la zona d’accoglienza.

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Incendio al centro commerciale, evacuazione dei negozi. L’ordinanza a Pomezia dispone: “Finestre chiuse”

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Incendio al centro commerciale, evacuazione dei negozi. L’ordinanza a Pomezia dispone: “Finestre chiuse”

Un incendio ha colpito questa mattina il centro commerciale Cavour a Pomezia, causando l’intossicazione di una persona, successivamente trasportata in ospedale. A seguito dell’incidente, è stata emessa un’ordinanza che vieta l’apertura delle finestre nella zona.

Le fiamme, divampate attorno all’11.27, hanno coinvolto un’attività di abbigliamento di proprietà cinese. I vigili del fuoco, giunti prontamente sul posto con tre Aps, tre autobotti, un’autoscala e il carro autoprotettori, hanno avviato le operazioni di spegnimento. La situazione si è rivelata critica, con numerose attività circostanti avvolte dal fumo.

Durante le operazioni di spegnimento, i soccorritori hanno prestato aiuto a una persona che aveva inalato fumi tossici, trasportata d’urgenza al pronto soccorso dal personale del 118. Un testimone ha commentato: “Hanno preso fuoco i vestiti in vetrina. Io ero con mia zia al supermercato, ci hanno fatto evacuare d’urgenza. Fiamme altissime ma nessun sistema antincendio in azione”.

Nel tardo pomeriggio, le fiamme sono state estinte e i vigili del fuoco hanno proseguito con le operazioni di smassamento e messa in sicurezza dell’area interessata. Il sindaco di Pomezia ha comunicato che “Il Comune di Pomezia ha disposto l‘attivazione del Centro Operativo Comunale (C.O.C)”. È stato inoltre richiesto “di chiudere le finestre” per evitare rischi per la salute pubblica.

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Riapertura delle indagini su Matteo Pietrosanti, deceduto a 15 anni mentre giocava a calcio

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Riapertura delle indagini su Matteo Pietrosanti, deceduto a 15 anni mentre giocava a calcio

Riaperte le indagini sulla morte di Matteo Pietrosanti, deceduto nel 2022 mentre stava giocando a calcio sul campo di gioco del Priverno (Latina).

Matteo Pietrosanti è morto intorno alle 18.50 del 3 marzo 2022 mentre giocava a calcio. Il giovane, di ruolo portiere, si è accasciato al suolo all’improvviso alle 17.58 mentre difendeva la sua porta. Nonostante i tentativi di rianimazione durati 52 minuti, il ragazzo è morto tra le braccia della madre, presente sugli spalti. “Capoccione”, come lo chiamavano, aveva riferito agli amici di essere stanco pochi minuti prima di perdere i sensi. Si ipotizza che fosse affetto da una cardiopatia mai diagnosticata. A distanza di tre anni, la procura ha deciso di riaprire le indagini sul caso.

Le ipotesi sul ritardo dei soccorsi

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il primo defibrillatore è stato utilizzato alle 18,19, venti minuti dopo il malore del ragazzo, da parte dei sanitari del 118. Nei giorni successivi alla tragedia, i carabinieri hanno trovato un defibrillatore funzionante e uno scarico all’interno della sala medica dell’impianto sportivo. La famiglia di Matteo sostiene che il giovane si sarebbe potuto salvare se il defibrillatore disponibile fosse stato utilizzato in tempo.

Le nuove indagini della procura

Per questo motivo, la procura di Latina ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati della famiglia Pietrosanti, Daniela Fiore e Angelo Fiore, decidendo di riaprire le indagini. Il gip ha chiesto ai pm di “accertare l’eventuale sussistenza di un nesso causale tra la mancanza/mancato utilizzo (prima dell’intervento del 118) di un defibrillatore presso l’impianto sportivo dove si è verificata la morte”. Si dovrà quindi chiarire se l’utilizzo del defibrillatore in uso al campo da gioco avrebbe potuto salvare Matteo, e se ci sia stato un ritardo nei soccorsi, aspetto che gli inquirenti si prefiggono di stabilire nei prossimi tre mesi.

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