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Cronaca

Continuerò nonostante le difficoltà

Miriam, una giovane arbitra di 16 anni di Roma, ha recentemente vissuto un episodio spiacevole durante una partita di calcio. Lo scorso 23 febbraio, mentre dirigeva l’incontro tra l’Achillea e il Grifone Gialloverde, è stata bersagliata da insulti sessisti da parte di un padre dei giocatori ospiti. «Ma come fa una femmina ad arbitrare?», «Non capisce un c…, è donna», «Vai a fare gli gnocchi?» sono solo alcune delle frasi riportate da il Corriere della Sera.

### Riflessioni su un trattamento iniquo

Miriam ha espresso la sua preoccupazione riguardo al trattamento riservato agli arbitri, dichiarando: «Purtroppo non è stato un caso isolato. Gli arbitri, indipendentemente dall’età e la categoria, sono spesso oggetto tutte le settimane di commenti volgari e spiacevoli». Ha già affrontato situazioni simili in passato e ha notato che tali eventi rendono le persone più consapevoli. Tuttavia, ha affermato di non avere ritirato la sua candidatura ad arbitrare: «Assolutamente no, anzi. Se fossero bastati i commenti di persone che nemmeno conosco avrei smesso molto tempo fa».

### Motivazioni e empatia

La passione per il calcio è ciò che spinge Miriam a proseguire nonostante le difficoltà. «La felicità, l’adrenalina e tutte le sensazioni che mi pervadono quando scendo in campo» sono le sue motivazioni principali. A chi insulta e manca di rispetto agli arbitri, Miriam invierebbe un messaggio: «Di provare ad avere un po’ di empatia. Siamo anche noi delle persone che, come i giocatori, sbagliano e abbiamo giornate no».

### Supporto e interesse

Miriam si confronta con altre arbitre donne durante riunioni tecniche e allenamenti, un’opportunità per ricevere supporto. Inoltre, è sempre accompagnata da un familiare alle partite: «Sì, praticamente sempre o mio padre o mia madre». A scuola, i suoi compagni sono curiosi e interessati alla sua passione per l’arbitraggio, dimostrandosi divertiti e pronti a porre domande.

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