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Crescita delle fattorie sociali: l’iniziativa di giovani autistici a Roma Sud

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Crescita delle fattorie sociali: l’iniziativa di giovani autistici a Roma Sud

C’è un’Ape a tre ruote che percorre Roma Sud, vendendo frutta e ortaggi coltivati da ragazzi speciali. «Non siamo noi “normali” ad aiutarli, ma è il contrario: respirando insieme ci insegnano l’io plurale». Nei 3 ettari di verde tra via di Vigna Murata e via Grotte D’Arcaccio, 25 ragazzi autistici hanno creato la fattoria sociale Cooperativa Garibaldi, un’iniziativa frutto di anni di impegno.

L’Iniziativa della Cooperativa Garibaldi

Maurizio Ferraro, 73 anni, papà di Chiara, affetta da autismo, è il presidente della cooperativa, attiva dal 2010. «Siamo una onlus che gestisce un’azienda agricola, i soci fondatori sono i nostri ragazzi», afferma Ferraro. La cooperativa rappresenta un esempio di fattoria sociale, un tipo di realtà che aiuta persone svantaggiate. Secondo Coldiretti Lazio, negli ultimi anni c’è stato un aumento del 30% di queste forme di collaborazione.

Marco Berardo Di Stefano, di Confagricoltura e presidente nazionale della Rete Fattori Sociali, segnala il lancio di un master multidisciplinare in agricoltura sociale, previsto dall’Università di Tor Vergata, con docenti in vari ambiti tra cui psicologia e diritto del lavoro. «In Italia ci sono circa 3 mila fattorie sociali, con un fatturato da 200 milioni di euro», aggiunge Di Stefano.

Un Esempio di Inclusione e Solidarietà

La Cooperativa Garibaldi offre «percorsi di autonomia, agricoltura sociale e attività educative all’aperto». Ogni mercoledì, venerdì e domenica mattina è attivo un mercatino dove vengono venduti i prodotti freschi, molto frequentato dai residenti del quartiere. Grazie a fondi della Regione Lazio, sono stati anche realizzati due appartamenti «dove i nostri ragazzi possono dormire con l’assistenza h24 di un operatore, abituandosi così al distacco dalle famiglie».

L’esperienza della cooperativa ha attirato l’interesse internazionale, con una delegazione di sindaci della regione agricola “Junin” del Perù che l’ha visitata nel 2019 nell’ambito di un progetto europeo. Maurizio Ferraro e gli altri genitori sperano che l’esperienza della cooperativa «possa essere realizzata in tanti altri luoghi» per continuare a promuovere l’idea di un villaggio della solidarietà.

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La lap dance nei privé come copertura per il mercato delle escort

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La lap dance nei privé come copertura per il mercato delle escort

Il gestore di un locale notturno di Roma, l’Elite 2 di via dell’Umiltà, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il processo di Alessandro Di Stefano inizierà a fine maggio, mentre i suoi soci sono coinvolti in diversi modi: uno è deceduto e l’altro non ha ancora affrontato il giudice.

LE INDAGINI

Le indagini sono partite da un controllo amministrativo effettuato a ottobre 2023. Durante questo controllo, una dipendente aveva dichiarato che alcune ragazze effettuavano prestazioni sessuali a pagamento, con tariffe variabili tra i 100 e i 300 euro. Registrazioni ambientali hanno confermato solo in parte il racconto iniziale, evidenziando direttive di Di Stefano che consigliava alle ragazze di non menzionare il locale durante eventuali controlli. Le indagini, culminate con l’arresto dei tre e il sequestro del locale, hanno rivelato che le ragazze, conosciute da nomi d’arte come Chloe e Giada, non ricevevano i guadagni, ma i gestori del club. I dettagli delle prestazioni venivano negoziati dal cassiere prima dell’accesso ai privè.

RACCOMANDAZIONI

Negli spazi riservati con nomi esotici come Giappone e Thailandia, avvenivano atti sessuali. Le ballerine venivano reclutate tramite annunci che promettevano un “lavoro serio e professionale”. Di Stefano ha sempre negato di essere coinvolto, sostenendo di non sapere nulla di quanto avvenisse nei privè. Il suo difensore ha commentato che in sede di dibattimento sarà dimostrata “l’assoluta inconsapevolezza del mio assistito” rispetto alle azioni delle ballerine.

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Inglese aggredita in centro durante un tentativo di furto

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Inglese aggredita in centro durante un tentativo di furto

Una cinquantenne inglese è stata aggredita ieri pomeriggio nel centro di Roma mentre tentava di difendersi da un malvivente che voleva rubarle la borsa. La donna, che ha riportato ferite a un braccio e a una gamba a causa di tre coltellate, ha dichiarato: «Voleva la mia borsa, io ho reagito e lui mi ha colpita con il coltello».

Aggressione nel centro di Roma

Secondo la vittima, l’aggressore è un uomo di origine italiana, descritto come indossante un cappello da baseball e occhiali da sole scuri. «Parlava italiano, non aveva particolari inflessioni dialettali. Altro non ricordo. Sono sconvolta», avrebbe raccontato agli agenti, mentre veniva assistita nel suo lussuoso attico in via Nazionale, dove vive con il marito.

Dopo l’aggressione, la donna ha cercato aiuto nel suo edificio. Chi l’ha soccorsa ha riferito che era in stato di shock, ripetendo solo: «aiuto, aiuto». Perdeva molto sangue, ma le ferite non apparivano molto profonde. Gli operatori del 118 l’hanno poi accompagnata nel suo appartamento per le cure necessarie.

Dinamica dell’aggressione

L’attacco è avvenuto poco dopo le 16, in un momento di alta affluenza di persone in centro. La donna aveva appena fatto acquisti in farmacia e stava tornando a casa quando l’uomo l’ha aggredita alle spalle. Nonostante il dolore, è riuscita a tenere stretta la borsa, costringendo l’aggressore a fuggire.

Le forze dell’ordine stanno attualmente ricercando l’aggressore e analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per identificare il malvivente e captare l’accaduto. La vicenda ha creato allerta tra i residenti del condominio, molti dei quali esprimono preoccupazione per la sicurezza nella zona, commentando: «Ormai non si può più stare tranquilli in nessun posto e a nessuna ora».

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