Attualità
Crollo di una palazzina a Roma dopo un’esplosione, Roberto Saviano: “Da pochi giorni non vivevo più in quella casa”

Lo scrittore Roberto Saviano ha recentemente vissuto nell’abitazione esplosa questa mattina a Roma per una fuga di gas. Una volta liberata, la casa sarebbe stata trasformata in un appartamento per turisti, dove si trovava un uomo gravemente ferito.
Saviano rassicura i conoscenti
In una storia su Instagram, Saviano ha comunicato: “Per tutte le persone che mi stanno scrivendo preoccupate: già da giorni non vivevo più al 43 di via Vitellia. Grazie per la premura. Spero non ci siano morti e che la persona ferita possa rimettersi presto. Che strazio vedere in macerie un luogo dove ho amato vivere“. Fino a qualche settimana fa, l’autore abitava nella palazzina che è crollata questa mattina.
L’esplosione a Monteverde: un turista in fin di vita
L’esplosione a Monteverde è avvenuta a causa di una fuga di gas, anche se le indagini sono ancora in corso. Tra le macerie è stato estratto vivo un turista scozzese, ora in gravi condizioni. Il ferito è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio con ustioni sul 70% del corpo e diverse lesioni. Le prime indagini suggeriscono che la perdita di gas potrebbe essere stata causata da una bombola.
Controlli sul Bed & Breakfast
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che la posizione dell’alloggio turistico sembra essere regolare. “Stiamo facendo i rilievi per valutarne, come per il momento sembra, la regolarità. Sembrerebbe che fosse regolarmente registrato. Ora stanno verificando se avesse tutti i requisiti di legge in ordine”, ha spiegato il primo cittadino.
Attualità
Pena ridotta per il camionista nella morte di Alessia Sbal: “Non è stata omessa alcuna soccorso, è morta sul colpo”

La Procura Generale ha accolto la richiesta di assoluzione per Flavio Focassati, il camionista condannato lo scorso giugno a 8 anni di carcere per omissione di soccorso dopo aver investito e ucciso Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare. La famiglia di Alessia esprime la propria indignazione dichiarando di sentirsi “traditi dallo Stato”.
Un possibile cambio di pena in appello
La difesa di Focassati sostiene che, poiché la vittima è morta sul colpo, non c’era alcuna possibilità di soccorso utile, il che potrebbe portare a una riduzione della pena in appello a sei anni per il solo reato di omicidio stradale. Il procuratore generale Marina Ingoglia ha sottolineato che, dalla lettura degli atti, il decesso di Alessia Sbal è stato istantaneo, il che rendeva “insussistente” la necessità di assistenza.
La reazione della famiglia
La famiglia di Alessia Sbal ha reagito con rabbia a questa evoluzione del caso. Ilaria Sbal ha affermato: “La mia famiglia sta continuando a ricevere offese alla memoria e alla dignità di mia sorella… Noi condannate all’ergastolo, Focassati a casa con la sua famiglia…” La sua testimonianza esprime la profonda sofferenza e l’impressione di un’ingiustizia subita.
I fatti dell’incidente
L’incidente tragico è avvenuto il 4 dicembre 2022, quando Alessia Sbal, mentre era al telefono, è stata urtata da un tir che l’ha costretta a cercare di attirare l’attenzione del camionista. Focassati, invece di controllare, ha continuato la sua marcia, investendo e uccidendo Alessia. “Non mi sono accorto di nulla”, avrebbe dichiarato dopo l’arresto, malgrado le circostanze che hanno portato alla sua condanna.
La situazione rimane tesa e la questione della giustizia per Alessia Sbal è al centro di un acceso dibattito pubblico e giuridico.
Attualità
Professore assolto dall’accusa di molestie: “Le studentesse si sono suggestionate a vicenda”

Il docente accusato di violenza sessuale nei confronti di alcune alunne minorenni è stato assolto dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Giulia Arcieri. L’accusa ha annunciato un ricorso, mentre la giudice ha evidenziato il “dubbio di condizionamenti e suggestioni” che potrebbero aver portato a “falsi ricordi e ricostruzioni”.
Assoluzione e motivazioni
La sentenza sottolinea che “non c’è alcuna solida prova che i contatti fisici del professore con gli alunni abbiano riguardato zone erogene e che siano stati posti in essere con un intento sessuale”. Di conseguenza, è stato stabilito che “il fatto non sussiste”. L’insegnante si era sempre dichiarato non colpevole, e ora la sua situazione sembra stabilizzarsi.
Dubbio sulle testimonianze
La giudice ha espresso preoccupazione che le compagne di classe possano essersi “suggestionate a vicenda”, portando a raccontare “eventi mai accaduti” o a trasformare “gesti innocui dell’insegnante” in atti sessualizzati. Sono coinvolte dieci alunne e la sentenza indica che nessuna di esse avrebbe riferito di condotte gravi, evidenziando anzi numerose incongruenze nelle testimonianze.
Possibili sviluppi
Nonostante la sentenza di assoluzione, la vicenda potrebbe riprendere. Il pubblico ministero Maria Perna, che aveva chiesto di procedere in giudizio, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Appello, suggerendo che il caso potrebbe avere ulteriori sviluppi legali.
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