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Cronaca

Due anziane morte per soffocamento a Prati: indagini su caldaia difettosa

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Due anziane morte per soffocamento a Prati: indagini su caldaia difettosa

Svolta nel giallo delle anziane sorelle trovate lo scorso 20 gennaio senza vita, nude, nella camera da letto del loro appartamento a Prati. Dagli esami tossicologici eseguiti dai medici del Policlinico Gemelli, su incarico della Procura di Roma, è emerso che Angela e Amelia Gammieri (93 e 87 anni) sono morte per un’intossicazione derivante dall’inalazione di monossido di carbonio, probabilmente fuoriuscito dall’impianto di riscaldamento dell’abitazione che condividevano.

Il pubblico ministero Mario Dovinola, dopo aver consultato il medico legale, ha immediatamente allertato i vigili del fuoco per escludere che la fuga di gas potesse interessare l’intero stabile di via Dardanelli 21. I pompieri hanno verificato che le esalazioni di monossido provenivano dall’impianto di riscaldamento autonomo delle vittime, che è stato spento. L’inchiesta ora si concentra su possibili responsabilità legate alla vendita o manutenzione della caldaia.

L’AUTOPSIA

Esclusa l’ipotesi di morte violenta, l’esame autoptico non ha rivelato traumi o ferite sui corpi delle anziane. Una delle due è deceduta a causa dell’intossicazione da monossido di carbonio; per l’altra, il gas era presente in modesta percentuale, ma avrebbe potuto aggravare condizioni di salute preesistenti come patologie cardiache e obesità. È possibile che, assistendo alla sofferenza della sorella, una delle due abbia subito un attacco di cuore. Amelia è stata trovata stesa a terra, mentre Angela era nel letto.

IL CONTO IN BANCA

Le indagini iniziali condotte dalla polizia avevano escluso l’ingresso di estranei nell’appartamento, non essendoci segni di effrazione e poiché non risultavano rubati beni di valore. A emergere sono state due circostanze misteriose: la nuda presenza delle due sorelle e il loro conto in banca da un milione di euro. Si è anche ipotizzato un testamento olografo intestato a un beneficiario misterioso. Le indagini continuano in queste direzioni.

Cronaca

Scontro tra scooter e taxi a Tor Cervara: decede un uomo di 50 anni

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Scontro tra scooter e taxi a Tor Cervara: decede un uomo di 50 anni

Un altro caos sulle strade di Roma: un tassista sbatte contro uno scooter Honda SH 300, uccidendo un 50enne italiano nella periferia est, mentre lui se la cava con un passaggio in ospedale per test anti-droga e alcol. Tipico di questa città dove tutti pensano di essere in pole position! #RomaTrafficoInfernale #IncidenteMortale #TaxiVsScooter #ItaliaStradePericolose (145 caratteri)

Lo Scontro Fatale

Nel pomeriggio di oggi, un incidente mortale ha bloccato via di Tor Cervara, nella caotica periferia est di Roma. Un taxi Dacia Lodgy si è scontrato con uno scooter Honda SH 300 guidato da un 50enne italiano, che non ce l’ha fatta. Niente di nuovo in una città dove il traffico è un gioco al massacro quotidiano.

Il Tassista e i Test

Il conducente del taxi, un italiano di 55 anni, ha frenato appena in tempo per prestare soccorso, ma è finito dritto in ospedale per i soliti controlli alcolemici e tossicologici. Chissà se stavolta scopriranno qualcosa di più di un caffè forte – in fondo, qui a Roma, guidare con il piede sul gas è uno sport nazionale.

Le Indagini della Polizia

Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia locale di Roma Capitale, dal IV gruppo Tiburtino, per ricostruire la dinamica. Speriamo che riescano a dipanare questo pasticcio senza altre sorprese, perché in questa giungla urbana, ogni incidente è solo l’inizio di una nuova storia.

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Carlo Bravi accusa il medico: Quattro interventi errati e conseguenze sul corpo

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Carlo Bravi accusa il medico: Quattro interventi errati e conseguenze sul corpo

Un altro scandalo nel mondo della chirurgia estetica made in Italy: una donna, ex colf attirata da offerte a prezzi stracciati, finisce nel calvario post-operazione al seno con un chirurgo già invischiato in quattro inchieste per malpractice. Ma chi se ne frega delle regole, vero? #ChirurgoFurbetto #OperazioniLowCost #SanitaAllaRovescia #ScandaloMedico #ViraleOra

La storia della vittima

Una donna comune, che faticava come colf per arrivare a fine mese, ha ceduto alla tentazione di un ritocchino al seno a prezzi da saldo. “Lavoravo 12 ore al giorno e lui mi prometteva miracoli a metà prezzo”, ha raccontato, senza sapere che si sarebbe ritrovata con complicazioni da incubo, tra infezioni e risultati da barzelletta. Tipico di questi “eroi in camice” che giocano con la salute per arrotondare.

Le indagini sul chirurgo

Questo tizio non è nuovo a guai: già quattro inchieste lo inchiodano per errori chirurgici e promesse non mantenute. Le autorità indagano su come offra interventi low-cost a chi non può permettersi di più, ma sembra che il sistema sanitario chiuda un occhio, o forse due. Chissà se finirà in galera o continuerà a operare nel sottobosco della bellezza a basso costo.

Le conseguenze per le pazienti

Le donne coinvolte pagano il prezzo più alto: dolori, rimpianti e battaglie legali. Questa ex colf ora combatte per un risarcimento, denunciando un chirurgo che sfrutta la disperazione femminile. Ma in un paese dove l’apparenza conta più della sostanza, quante altre cadranno nella trappola? Non c’è da stupirsi se queste storie esplodono online.

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